Si è tenuto oggi il consueto Angelus domenicale tenuto ai fedeli da Papa Francesco. La riflessione della giornata prende spunto dalla predicazione di Cristo in Galilea: Gesù lascia Nazaret per recarsi a Cafarnao, una cittadina posta sulla riva di un lago ed abitata per lo più da pagani. Si tratta di una cittadina periferica, punto di incrocio tra il Mediterraneo e l’entroterra della Mesopotamia. Scegliendo proprio questa cittadina Gesù dimostra di voler predicare non solo tra i connazionali ma di voler portare la parola del vangelo a tutte le genti che raggiungono la Galilea, questa terra periferica e religiosamente impura per via della mescolanza di persone che non appartengono ad Israele. E’ una terra dalla quale nessuno si aspettava grandi cose eppure è proprio da li che si diffonde la luce di Cristo. Con questa sua predicazione Gesù riprende l’opera del Battista il quale annunciava il regno dei cieli, ossia il compimento dell’alleanza tra Dio e il suo popolo, portando così tutti a convertirsi e a cambiare il proprio modo di pensare e di operare: non si tratta di cambiare abiti ma le proprie abitudini. Gesù però nella sua predicazione usa uno stile differente rispetto a quello del Battista perché sceglie di essere un profeta itinerante, Lui non aspetta la gente ma va incontro ad essa. Le sue prime uscite missionarie avvengono a contatto con la gente e lungo le strade, soprattutto opera sulle rive del lago tra i pescatori ed è li che cerca i compagni per la sua missione di salvezza.



Qui incontra i pescatori Simone, Andrea, Giacomo e Giovanni, sono tutte persone semplici che già avevano creduto in Cristo e si erano convertiti grazie all’opera del Battista. Gesù li chiama a sè in un modo altrettanto semplice, infatti la sua chiamata giunge ai pescatori durante una giornata lavorativa normale, durante una semplice attività quotidiana ed in quell’occasione li invita a farsi pescatori di uomini. Noi oggi possiamo proclamare la nostra fede grazie a quegli uomini semplici e coraggiosi che hanno risposto alla chiamata di Gesù sulle rive di un lago e in una terra impensabile. Ecco perché dobbiamo desiderare ardentemente di portare la parola di Dio in ogni contesto di vita, anche e soprattutto in quelli più difficili, perché ogni spazio del vivere umano è terra fertile in cui poter seminare il messaggio di Dio. Oggi inoltre Papa Francesco ha celebrato la giornata di preghiera per l’unità dei cristiani e lo ha fatto riportando una bellissima frase di San Paolo che recita: l’amore di Cristo ci spinge alla riconciliazione. Nel citare la preghiera Papa Francesco ha poi invitato tutti a pregare per i terremotati e le vittime della valanga nelle regioni del centro Italia, per le famiglie che hanno subito vittime in queste catastrofi e per tutti coloro che sono impegnati nel dare loro soccorso ed assistenza, per i volontari e le chiese locali che si stanno prodigando per alleviare le sofferenze e per dare un aiuto concreto. Inoltre ha rivolto un pensiero anche a tutte quelle persone che nel mondo si accingono a festeggiare il capodanno lunare, augurando loro che la vita possa diventare una scuola che insegni ad aiutare gli altri in maniera disinteressata, ed augurando anche che la gioia e la serenità entrino in tutte le famiglie per poi spargersi a macchia d’olio nell’intera società. Un pensiero è stato rivolto anche ai gruppi presenti in piazza e, in particolar modo, all’unione cattolica degli insegnanti e dirigenti con l’augurio che possano continuare il loro lavoro in collaborazione con le famiglie.



Leggi anche

Valeria Bartolucci vs Manuela Bianchi, video scontro a Quarto Grado/ "Hai manipolato me e Louis Dassilva!"