Purtroppo insieme alla gravissima tragedia del terremoto, della slavina occorsa all’Hotel Rigopiano, il problema bufale non ha lasciato in pace neanche questa volta un grave momento di dramma per l’intero Paese. Dal web agli sms, dagli eventi e presunti tali allertati alle Forze dell’ordine, gli ultimi giorni sono pieni di fake news che di certo non hanno aiutato proprio nessuno, né i diretti interessati e neanche chi vorrebbe documentarsi e informarsi su quanto successo e incappa in alcune “strane” notizia diventate comunque virali. Sui social network stanno circolando molto diversi articoli che sostengono che i 28 milioni di euro raccolti dalla Protezione Civile con gli “SMS solidali” sarebbero “scomparsi” o “spariti”: in sostanza la bufala sul terremoto ha citato, dopo l’ultima ondata del 18 gennaio scorso, una interrogazione parlamentare della grillina Laura Castelli, che chiederebbe conto di un presunto ritardo nell’utilizzo di questi fondi pro-terremoto. Ebbene la sparizione di quei fondi è una mera falsità, come risposto in prima battuta da un comunicato della Protezione Civile e poi dalla risposta del ministro Anna Finocchiaro. «In riferimento alle nuove errate informazioni che circolano soprattutto sui social in merito all’utilizzo delle donazioni raccolte attraverso il numero 45500, si precisa che, come indicato anche nel Protocollo che ne disciplina il funzionamento, queste serviranno per supportare la ricostruzione dei territori colpiti. Per la fase di gestione dell’emergenza, infatti, sono destinate tutte le necessarie risorse attraverso i fondi pubblici. Saranno i territori a valutare, in raccordo con Regioni e Commissario e sulla base delle esigenze valutate nell’ambito del più complessivo piano della ricostruzione, a indicare su quali progetti destinarli», scrive la Protezione Civile. Ennesima bufala dunque, utile segnalarla come utile del resto farla cessare sul nascere nelle condivisioni a volte troppo convulse sui social.
Non solo i fondi per il terremoto spariti, per le bufale sul terremoto e l’emergenza neve, non sono certo poche le fake news che negli attimi convulsi dell’emergenza sismica in questi giorni hanno regnato su social, siti internet e a volte anche qualche telegiornale. Dopo l’ondata di terremoto tra Lazio e Abruzzo lo scorso 18 gennaio, migliaia sono state le chiamate di intervento ai vigili del fuoco, con giornate giornata costellate da continui allarmi e frenetici annunci sui social network, ma anche vere e proprie bufale, testimonianze di chi è sceso in strada e notizie, vere, di pubblica utilità. Non solo, mentre sono ancora in corso le ricerche dei dispersi all’Hotel Rigopiano sul Gran Sasso, in molte occasioni durante i primi ritrovamenti dei superstiti vivi si è assistito a comunicazioni erronee e spesso anche vere e proprie bufale sul numero di persone salvate. Per almeno qualche ora il 20 gennaio si è assistito al conto di superstiti a 8 rilasciati, salvo poi nel pomeriggio correggersi a 6, “con gli altri due che invece erano i primi sopravvissuti che avevano dato l’allarme la notte della tragedia”. Ma i problemi sono anche nel versante opposto; una “bufala” purtroppo sembra sia stata ritenuta anche una delle chiamate fatte dall’Hotel Rigopiano: come racconta Il Messaggero, «Marcella, ristoratore molto noto nella zona, il pomeriggio della slavina, telefona subito al 113, che smista la sua chiamata la sala operativa della Protezione civile della prefettura di Pescara. “Mi ha chiamato un mio amico, è crollato l’hotel Rigopiano, ha moglie e figli lì sotto, ci sono altre persone”, dice il ristoratore. La risposta che riceve, però, è surreale: “Ancora questa storia? Abbiamo verificato, abbiamo sentito l’ albergo, la notizia è stata smentita, è una delle tante bufale di questi giorni”, dice un’operatrice nel dialogo pubblicato dal Messaggero. Marcella, però, insiste: prova a convincere la donna che la storia della slavina al Rigopiano è autentica, che il suo amico Giampiero non può aver mentito. “Mi dia il numero, lo chiamo io”, dice la donna.”Guardi che lassù non prende bene, cade la linea”, prova a spiegare Marcella. “Allora è uno scherzo” risponde l’ operatrice. “Uno scherzo del genere con il suo telefono?”, “Glielo avranno preso per fare uno scherzo”, conclude la donna». Purtroppo il problema delle bufale rischia di portare anche a storture del genere, quando poi i fatti avvengono veramente pare quasi difficile crederci….