Continuano ad arrivare novità relative alla tragedia dell’hotel Rigopiano con la settima vittima che è stata ritrovata e alcune novità legate anche a quelle che potrebbero essere le novità delle prossime ore. A La7 ha parlato il Ministro Del Rio che ha sottolineato: “Non c’è nessun rischio dalle dighe, i controlli sono costanti vista la frequenza degli eventi sismici. Di solito per norma le verifiche vengono fatte ogni due anni, ma con le scosse si deve agire molto più spesso”. E’ poi arrivato anche un comunicato ufficiale del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti: “Dai gestori delle dighe non sono arrivati messaggi di problemi di rilievo, la riunione è servita anche per aumentare il livello di monitoraggio e verifica che già stavamo facendo”. Staremo a vedere se ci saranno delle novità nelle prossime ore in merito a una questione come quella dell’hotel Rigopiano che ha fatto versare davvero troppe lacrime al nostro paese.



È stata trovata anche la settima vittima ufficiale all’hotel Rigopiano, aggiornando tragicamente il bilancio della tragedia sotto la slavina del Gran Sasso: 11 superstiti totali, 7 morti e 22 dispersi. Le autorità e i soccorritori proseguono nella ricerca fino all’ultimo corpo, con la speranza di trovarne altri vivi che comunque, nonostante le ultime due persone ritrovate siano state senza vita, non si esaurisce. I vigili del fuoco hanno individuato ed estratto dalle macerie il corpo di una donna; come riporta Tg Com24, il cadavere era in uno stanzino vicino alla zona della cucina e del bar. Si sta invece ancora lavorando per liberare il corpo di un’altra vittima, individuata nella giornata di domenica: si tratta in questo caso del dipendente senegalese, Faye Drame, con i soccorritori ancora impegnati nell’estrazione del suo corpo rinvenuto da ore. La lentezza nelle estrazioni dei corpi fa rendere conto dell’assoluta precarietà della struttura, con i vigili del fuoco e gli uomini del primo soccorso che devono districarsi in spazi angusti e macerie miste a neve potenzialmente devastanti. Intanto il responsabile delle ricerche al campo base di Penne ha raccontato a Pomeriggio 5 come «Stiamo cercando di entrare a ispezionare tutti i vani possibili all’interno dell’albergo. Per fare questa operazione troviamo sia ambienti aperti sia altri dove non si può passare. In tal caso abbiamo aperto dei cunicoli verticali dove i soccorritori si calano».



Nella tragedia dell’hotel Rigopiano era nota la vicenda anche di alcuni cuccioli di pastore abruzzese che erano andati dispersi. Come racconta WebMagazine sono stati ritrovati anche tre cuccioli in questione che erano nati appena un mese fa. I vigili del fuoco hanno abbattuto un muro e trovato i tre piccoli nel locale addetto alle caldaie. I genitori di questi cuccioli si chiamano Lupo e Nuvola e sono scappati prima della slavina fino ad arrivare pa Farindola. Lupo e Nuvola erano nati e cresciuti all’hotel Rigopiano e appunto a dicembre avevano dato alla luce a questi tre piccoli cagnolini. Alcuni giorni fa su Facebook la barista dell’hotel ha scritto: “Lupo e Nuvola non so come ma sono riusciti a raggiungere la mia contrada e sono sani e salvi. Questo non può colmare la distruzione che attraversa questo paese in ginocchio che cerca notizie positive. Questi due bellissimi cagnoloni di certo sono riusciti a farmi battere il cuore per alcuni secondi riportando a galla la speranza”.



Dopo giorni di polemiche dette e non dette, la situazione giudiziaria sulla tragedia dell’hotel Rigopiano prende una piega ben precisa con le prime parole ufficiali della Procura di Pescara condotte dal procuratore aggiunto Cristina Tedeschini, in una conferenza stampa poco fa nel capoluogo abruzzese. Ammissioni e cautela allo stesso tempo, le indagini sulla tragedia sono scattate ma l’impressione è che finché saranno in corso le ricerche dei soccorsi si cercherà di non esagerare con le critiche e le presunte mancanze, tutte ancora da verificare. Intanto le parole del procuratore sono da sottolineare: «Tra i filoni dell’inchiesta sulla tragedia dell’hotel Rigopiano figurano anche quelli relativi a circostanze e decisioni sull’apertura e lo stato di esercizio dell’hotel e sulla viabilità di accesso all’esercizio. Le indagini si focalizzeranno anche sulle comunicazioni». Secondo la Tedeschini ancora, «Ci sono state interferenze nelle comunicazioni, inefficacia nei flussi comunicativi, ma al momento non tutto appare rilevante ai fini dell’indagine: Che ci siano state disfunzioni e ritardi nel recepire l’importanza di una comunicazione telefonica è un fatto ma che questa sottovalutazione abbia avuto una relazione causale nell’efficacia delle operazioni di soccorso non è così certo», ha concluso il Pm.

Sono molto pesanti le accuse compiute dal padre di uno dei dispersi all’Hotel Rigopiano in una intervista qualche ora fa a Rai News24: «Sono stati uccisi, quelli che ancora non rientrano sono stati sequestrati contro il loro volere perché volevano rientrare. Li hanno sequestrati. Avevano le valigie pronte. Li hanno riuniti vicino al caminetto come carne da macello», la colpa è delle autorità secondo Alessio, padre di Stefano Feniello, ancora disperso sotto il Rigopiano mentre la fidanzata Francesca Bronzi si è miracolosamente salvata. Sconforto cresce per i partenti dei 23 dispersi sotto le macerie della slavina e inevitabilmente la polemica monta sui vari punti oscuri di questa triste vicenda. Non solo, il papà di Stefano avanza accuse anche contro i soccorritori e gli uomini della Protezione Civile che da cinque giorni senza sostentano cercando di recuperare ogni possibile disperso sotto l’Hotel Rigopiano: «Francesca con la luce del telefonino illuminava il braccio di mio figlio. Lo chiamava ma non rispondeva. Quando sono arrivati i soccorsi – ha continuato – lei è stata invitata ad avvicinarsi al buco. Perché non sono scesi, hanno fatto un buco dove era l’altra coppia. Lei si è dovuta avvicinare a quel buco. E’ uscita dicendo ‘il mio ragazzo è sotto’. Ho chiesto ‘siete scesi sotto dove c’era l’altra persona?’. Mi hanno risposto ‘non lo so’. Presumo che sia mio figlio, e presumo che se c’era un filo di speranza ora non ci sia più».

Due fronti, così diversi eppure così “vicini”: l’Hotel Rigopiano vive due momenti diversi, con le ricerche ancora in corso per trovare disperatamente i 23 dispersi sotto le macerie della slavina che ha devastato la provincia di Pescara con la tragedia dell’Hotel Rigopiano; e poi ci sono i superstiti, i parenti dei dispersi che attendono drammaticamente qualche nuova notizia e le condizioni di salute in generale di chi è uscito vivo miracolosamente dalla strage naturale compiuta dalla valanga e dal terremoto. «La nostra ipotesi operativa è che la slavina possa non aver raggiunto e saturato tutti i locali, che ci sia un cuore della struttura non raggiunto. Se poi lì dentro possano esserci condizioni di vita, questo naturalmente non lo sappiamo. Siamo molto concentrati su questo obiettivo». Lo ha detto Luca Cari, portavoce dei vigili del fuoco, a SkyTg24, spiegando l’attività dei soccorritori in corso nell’hotel Rigopiano. Cari racconta come i vigili del fuoco sono al lavoro da ore in maniera instabile e con la viva speranza di trovare ancora qualcuno vivo. «Stiamo procedendo da locale a locale, stiamo aprendo varchi in muri anche da ottanta centimetri. Siamo riusciti a sfondare con un escavatore quel muro di neve che ci impediva di far giungere i mezzi pesanti fino alla struttura. Per recuperare il corpo dell’ultima vittima individuata, ci sarà da fare un lavoro molto lungo, richiederà sicuramente ancora delle ore». Intanto oggi vengono dimessi tutti i bimbi salvati nella sciagura, incredibilmente e in maniera commovente sono tutti salvi e senza particolari conseguenze, se non la paura per un’esperienza che difficilmente dimenticheranno per il resto della loro vita.

Sono senza sosta le ricerche dei 23 dispersi ancora all’Hotel Rigopiano: con le speranze ormai ridotte al lumicino, scavare è l’unico modo per provare a regalare una piccola speranza ai chi potrebbe ancora miracolosamente essere vivo sotto le macerie della slavina che ha spazzato via l’hotel resort sotto il Gran Sasso dopo le gravi scosse di terremoto. Una forza sovrumana, raccontano sia i superstiti che gli esperti che stanno analizzando i dati della slavina: una valanga con due fronti, da un lato i vigili del fuoco avanzano dentro l’albergo sul percorso che ha permesso di trovare nove superstiti, con la difficoltà di aprire varchi attraverso muri molto spessi e cercare di raggiungere le altre stanze dell’hotel; «intanto si lavora sul muro di neve all’esterno per aprire altri varchi sul lato opposto della struttura, nel tentativo di raggiungere e ispezionare più rapidamente i locali travolti dalla valanga», spiegano i responsabili della Protezione Civile che stanno ancora lavorando per cercare di liberare il più possibile dei resti nell’hotel Rigopiano. Sono ancora 23 le persone che mancano all’appello, e la speranza di ritrovarle vive purtroppo non sono altissime.

Si continua a lavorare in condizioni estreme all’hotel Rigopiano, travolto da una slavina cinque giorni fa: negli ultimi giorni le nevicate si alternano alla pioggia, ma i Vigili del Fuoco, gli uomini del Soccorso Alpino e della Guardia di Finanza non hanno alcuna intenzione di fermarsi. Lo ha assicurato il viceministro dell’Interno: «Continuiamo a lavorare con grande determinazione, forza, professionalità e con ogni mezzo per trovare le persone che sono lì sotto» ha dichiarato Filippo Bubbico, che coltiva ancora la speranza di ritrovare vive altre persone. «La cosa fondamentale è continuare a scavare» ha aggiunto il viceministro. E, infatti, anche secondo un funzionario dei Vigili del Fuoco, Alberto Maiolo, potrebbero esserci ancora persone vive, anche se «le strutture dell’albergo sotto il peso della neve si stanno muovendo». Si sentono dei rumori, ma potrebbero essere legati ai movimenti della struttura dell’hotel Rigopiano. Intanto i soccorritori sono al lavoro per aprire un nuovo varco, dal lato opposto a quello dove si è lavorato finora: lo ha annunciato la prefettura di Pescara. Così, dunque, sarà possibile ampliare il fronte di ricerca dei dispersi.

Sono struggenti i racconti dei sopravvissuti alla tragedia dell’hotel Rigopiano. Giampaolo Matrone, ad esempio, ha raccontato di aver stretto il più possibile la mano della sua Valentina prima di essere salvato. Nel buio del disastro, però, la sua fidanzata non è ancora stata trovata. «Le stringevo la mano e le parlavo per tenerla sveglia perché volevo che rimanesse sempre vigile. La chiamavo, poi a un certo punto non l’ho sentita più e ho capito che mi stava lasciando» ha raccontato Giampaolo Matrone, il cui timore è che Valentina abbia perso la vita. Toccante anche il racconto fatto da Vincenzo Forti di quei drammatici momenti: «È stata una bomba, mi sono ritrovato i pilastri addosso. Ero seduto sul divano e i pilastri sono scivolati in avanti tagliandolo in due. Ci siamo salvati per questo». Le speranze non si attenuano, ci sono: «Abbiamo già visto tanti casi di persone che sono sopravvissute anche per periodi ben più lunghi» ha dichiarato Giuseppe Romano, direttore Emergenze dei Vigili del Fuoco.

Con l’ultimo punto stampa prodotto dalla prefettura di Pescara, la situazione dell’Hotel Rigopiano presenta uno status ancora molto complesso e critico: mentre proseguono le operazioni di ricerca e soccorso, sono due i fronti scavanti dai soccorritori. Da un lato i vigili del fuoco stanno avanzando all’interno della struttura lungo il percorso che ha consentito il ritrovamento dei 9 superstiti, dall’altro stanno operando sul fronte nevoso esterno per consentire l’apertura di ulteriori varchi sul lato opposto dturella struttura, per il raggiungimento e l’ispezione più rapida dei locali. Il soccorso alpino ha spiegato anche quali sono le vere difficoltà nelle ultime ore che hanno di fatto bloccato l’accesso gli altri dispersi ancora sotto le macerie dell’Hotel Rigopiano: «Le difficoltà consistono nella necessità di aprire varchi attraverso murature di elevato spessore per accedere ai locali successivi. L’avanzamento dei mezzi meccanici di ausilio, all’esterno», viene assicurato dal personale del Soccorso Alpino che sonda la neve, tracciando la pista da seguire.La polizia stradale e l’esercito si stanno occupando di garantire la viabilità sulla strada che consente ai soccorsi di raggiungere le zone operative, condizione essenziale per garantire la continuità dei soccorsi».

Le ultime notizie sull’Hotel Rigopiano che arrivano dalla altipiano sotto il Gran Sasso non sono certe serene: le ricerche continuano, ma la scarsa visibilità impedisce ancora agli elicotteri – che pur si erano alzati in volo poco fa con la speranza di tornare verso l’Hotel, salvo poi fare dietrofront per la troppa nebbia – di arrivare sul luogo della magica slavina. Intanto però sono a disposizione le autoambulanze via terra qualora si riuscisse a trovare gli altri 23 dispersi. La Protezione civile ha da poco fatto sapere che fino a questa mattina è stato possibile ricercare per metà dell’Hotel Rigopiano, dunque con la speranza anche flebile di trovare qualcun altro vivo anche nella seconda metà della struttura devastata. «Elettrizzati dall’estrazione dei quattro bambini in vita, alcuni vigili del fuoco hanno continuato ad operare all’Hotel rigopiano, rifiutandosi di scendere alla fine del loro turno. Certe volte è così, e anzi bisogna dire loro di fermarsi e riposare d’altra parte, però, si tratta di squadre che ormai hanno familiarità con l’ambiente in cui operare, che è un vantaggio rispetto ad altri», lo riferiscono i soccorritori del Centro di coordinamento ricerche a Penne (Pescara).