Come racconta la tradizione, i genitori di Ildefonso, Stefano e Lucia, abitanti di Toledo, non potevano avere figli. Un giorno Lucia pregò la Madonna che le desse un figlio, promettendo che lo avrebbe consacrato a Cristo. Fu ascoltata e, sul finire del VI secolo, nacque Ildefonso. Stefano e Lucia avrebbero cresciuto ed educato il figlio dandogli una educazione cristiana; in particolare, la madre lo educò ad una speciale devozione verso la Madonna. 



L’educazione del giovane Ildefonso sarebbe poi proseguita accanto ad un ottimo educatore, lo zio Eugenio, futuro arcivescovo di Toledo e futuro santo. Che, a sua volta, lo avrebbe in seguito mandato a Siviglia, a frequentare l’ottima scuola fondata da sant’Isidoro. Ildefonso si conquistava la simpatia e l’affetto di tutti ed era ammirato per la sua intelligenza e il suo cuore: tutti volevano stare con lui, tanto erano belle la sua presenza e la sua compagnia. 



Dopo gli studi nella scuola di sant’Isidoro, il Nostro tornò nella sua Toledo. Qui, contro la volontà del padre, che desiderava un figlio importante nel “mondo”, manifestò invece la viva intenzione di consacrarsi al Signore; così fuggì dalla città e si fece monaco nel monastero dei santi Cosma e Damiano, nei pressi di Toledo, dove ben presto fu nominato abate; fu un grande abate. Nel 657 moriva lo zio Eugenio, che era — come si è detto — arcivescovo di Toledo; il re, il popolo e il clero vollero Ildefonso come successore: fu consacrato vescovo il 26 novembre 657. 



Ottimo vescovo e ottimo scrittore, divenne famoso per il De viris illustribus, una sorta di continuazione dell’enciclopedia di sant’Isidoro di Siviglia, e soprattutto per il Libellus de virginitate sanctae Mariae, in cui contrastava gli eretici che negavano la verginità della Madonna. Come ricorda Justo López Melús, direttore spirituale del Seminario Maggiore di Toledo, Ildefonso vi si dichiara tutto di Maria: “Concedimi, Signora, di servire te e tuo Figlio, di essere lo schiavo del tuo Signore e tuo. Suo, perché è mio creatore, tuo, perché sei la Madre del mio Creatore… Sono, quindi, tuo schiavo, perché tuo Figlio è mio Signore e tu sei mia Signora”. La tradizione racconta che gli apparve la vergine Maria e gli consegnò in premio una casula; il miracolo è stato rappresentato da Murillo, Velázquez, Rubens e Jordan. Il “cappellano e fedele notaio” di Maria — come fu chiamato — morì il 23 gennaio 667.

Martirologio Romano: A Toledo in Spagna, sant’Ildefonso, vescovo, che, monaco e priore di un cenobio, fu eletto all’episcopato, scrisse numerosi libri con stile assai raffinato, compose celebri preghiere liturgiche e venerò con mirabile zelo e devozione la beata e sempre Vergine Maria Madre di Dio.