Non sono pochi i sindaci del centro e sud Italia che nelle prossime ore dovranno decidere ancora una volta se tenere chiuse o riaprire le scuole delle aree colpite da terremoto, neve e maltempo come abbattutosi in queste ultime ore in Calabria e Sicilia. Una provocazione viene lanciata dal sindaco di Ascoli Piceno, Guido Castelli, il quale rivolge direttamente una lettera al Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e al ministro Miur Valeria Fedeli. «Oggi le scuole ad Ascoli erano chiuse a seguito dell’emergenza neve, ma domani secondo il Governo cosa dovrei fare? Il mio Comune – come il 99% di tutti gli altri – ad oggi non è riuscito a reperire le risorse necessarie per predisporre l’indice di vulnerabilità sismica che in queste ore la Commissione Grandi rischi ha richiesto per gli edifici strategici. Sono perizie che solo per le scuole della città che amministro costeranno circa un milione di euro. In attesa di trovare i soldi e di predisporre le perizie, i bambini devono restare a casa?», si chiede in maniera polemica il primo cittadino. Come lui, anche le varie allerta lanciate dal centro fino alle Isole rischiano di non vedere l’intera copertura delle fasi di sicurezza, le quali richiederebbe un enorme esborso per le casse comunali. Intanto però con le scuole cosa fare?
Non solo Sicilia e Calabria, ma anche il centro Italia e ora pure la Sardegna costrette a tenere scuole chiuse per l’allarme de maltempo che accenna ad alcuna diminuzione della forza impetuosa di temporali, allagamenti ed esondazioni. Le scuole chiuse ormai da giorni al centro Italia, vedono ora la Sardegna segnalare la chiusura degli istituti scolastici di ogni ordine e grado per gli allagamenti in seguito al maltempo al nord dell’isola nella provincia di Olbia. Come riporta l’Ansa, «il sindaco di Olbia ha disposto d’urgenza la chiusura delle scuole dalle ore 13. La decisione presa in mattinata a causa delle avverse condizioni meteo: in città, infatti, piove senza sosta dalla notte e si rivive l’incubo alluvione. I vigili del fuoco sono impegnati per vari allagamenti di strade e scantinati. Sono anche esondati alcuni canali, in particolare nel quartiere di Pasana». Ma intanto forti disagi si registrano anche nelle campagne e nella frazione di San Giovanni dove il ponte stradale è stato ricoperto dall’acqua per l’ingrossamento del rio Siligheddu. Difficoltà anche ad Arzachena per l’esondazione di alcuni corsi d’acqua canalizzati».
Italia nella morsa del maltempo anche al Sud, con Sicilia e Calabria interessate in particolare da nubifragi e allagamenti che hanno portato diversi sindaci ad ordinare scuole chiuse in via precauzionale. Come riportato da La Repubblica, in Calabria la situazione prevede forti temporali, in particolare sui settori ionici. Non è un caso, dunque, che l’unica provincia attualmente non interessata dalla chiusura degli istituti scolastici sia quella di Cosenza. Per quanto riguarda le città di Catanzaro, Crotone e Reggio Calabria, i sindaci hanno disposto infatti la chiusura delle scuole, un provvedimento condiviso da tutti i primi cittadini della Locride. In Sicilia, invece, oltre alla situazione già nota di Catania, bisogna segnalare l’ordine di chiusura delle scuole anche a Modica e a Scicli, comuni noti nell’immaginario collettivo per essere i luoghi del commissario Montalbano.
Il comunicato della Commissione Grandi Rischi, che ha prospettato l’infausto verificarsi di un secondo Vajont nel Centro Italia, ha già sortito le prime reazioni da parte dei Primi Cittadini italiani. La prima a far sentire la propria voce è il sindaco di Leonessa, in provincia di Rieti, che ha deciso in base al rapporto stilato dalla Commissione di tenere le scuole chiuse del paesino “sine die”. Paolo Trancassini annuncia anche di voler fare esposto alla Procura perché ha appreso dei possibili rischi tramite Facebook. Dato che la relazione caldeggia di agire con prudenza, rivolgendosi in particolar modo a ospedali, dighe e scuole, il Sindaco ha deciso quindi di ordinare direttamente la chiusura di tutti gli istituti scolastici. Il Comune di Leonessa, sottolinea una notizia Ansa, è fra i centri italiani ad aver subito importanti danni a causa del terremoto avvenuto lo scorso 30 ottobre e si trova all’interno di una zona montana considerata ad alto rischio sismico.
Non solo Centro Italia, ma anche il Comune di Catania ha promosso la chiusura delle scuole per la giornata di oggi, lunedì 23 gennaio 2017. La Protezione Civile ha infatti avvisato la popolazione che fino alla mezzanotte di oggi la città sarà interessata dall’allarme maltempo, caratterizzato dal bollino rosso. La decisione del Sindaco Enzo Bianco è a scopo precauzionale, ma in accordo con la Protezione Civile. Nella stessa ordinanza, il Primo Cittadino fa inoltre espresso divieto di circolazione per tutti i mezzi a due ruote. L’invito diretto ai cittadini, sottolinea La Sicilia, è di uscire dalle proprie abitazioni il meno possibile e di non utilizzare i mezzi privati se non in caso di assoluta necessità. La stessa decisione di Bianco è stata inoltre presa da altri Sindaci della provincia di Catania: le scuole rimarranno chiuse anhce a Santa Maria di Licodia, Aci Castello, Acireale, Mascalucia, Gravina, San Giovanni La Punta, San Gregorio, Pedara, Mascali, Mineo, Acicatena, Biancavilla, Riposto, Adrano, Caltagirone, Giarre, Calatabiano, Maletto, Nicolosi, Misterbianco, Linguaglossa, Paternò, Scordia, Randazzo, Sant’Alfio, Ragalna, Tremestieri etneo, Zafferana e Viagrande,