Tragedia ad Iseo, dove nella giornata di ieri la giovane Nadia Pulvirenti, giovane terapista uccisa a coltellate da un paziente psichiatrico, Abderrhaim El Moukhtari, ospite della struttura nella quale lavorava. Aveva solo 25 anni Nadia, laureatasi solo due anni fa. Nonostante questo e dopo una breve esperienza a Trento, la giovane era stata assunta dal responsabile della cooperativa Diogene e dalla quale dipendono gli operatori della Cascina Clarabella. E’ qui che convergono i pazienti con fragilità psichica e che svolgono diversi compiti nella gestione dell’agriturismo, nell’ambito di un difficile percorso di autonomia. Lo stesso responsabile ha spiegato al quotidiano Corriere della Sera cosa lo spinse a scegliere Nadia Pulvirenti come operatrice della struttura: “La scelsi per l’entusiasmo. Perché condivideva il progetto di accompagnare le persone con disagio psichico all’ autonomia. Per il modo in cui si era presentata, così, senza appuntamento, portando a mano le sue credenziali”. In lei, il responsabile riconobbe subito quelle caratteristiche uniche che in pochi che svolgono questo compito hanno: “passione e dedizione”. Quella passione e quella dedizione al lavoro che svolgeva con serietà ed umanità ma che ieri l’hanno portata alla morte, tradita forse dalla troppa fiducia nei confronti del suo assassino.
Emergono ancora altri particolari in merito alla morte di Nadia Pulvirenti, la volontaria di Brescia uccisa questa mattina con dieci coltellate. Il suo presunto aggressore, il 54enne Abderrhaim El Mouckhtari, l’avrebbe colpita più volte sia all’addome cche alle gambe. La vittima lavorava nella struttura da due anni, subito dopo aver conseguito la laurea all’Università di Verona ed il suo compito alla cooperativa sociale Cascina Clarabella di Clusane d’Iseo, riguardava il reinserimento dei malati psichici nel mondo del lavoro. Secondo le prime indiscrezioni, Abderrhaim El Mouckhtari avrebbe riferito agli inquirenti di non ricordare nulla di quanto accaduto, prima di rinchiudersi nell’assoluto silenzio. Come sottolinea La Stampa, Nadia Pulvirenti era un’operatrice amata ed apprezzata dal personale della struttura in cui lavorava.
Nadia Pulvirenti, la volontaria uccisa questa mattina mentre si trovava nella struttura protetta Cascina Clarabella di Iseo, è stata uccisa con 10 coltellate. A riferirlo è la versione online de La Repubblica, che fornisce anche le generalità del presunto assassino, il 54enne marocchino con disturbi mentali arrestato dai carabinieri. Si tratterebbe di Abderrhaim El Moukhtari, nordafricano con regolare passaporto, residente nella struttura da 5 anni a causa di problemi psichiatrici. Come si legge sul portale del Dipartimento per la salute mentale di Iseo, Cascina Clarabella ospita una “comunità protetta ad alta assistenza per i pazienti psichiatrici che necessitano di trattamenti terapeutici riabilitativi”. Come riportato da Il Giorno, Nadia Pulvirenti lavorava da due anni nel centro psichiatrico come operatrice tecnica della Riabilitazione Psichiatrica e stava andando a trovare il paziente marocchino che l’ha poi uccisa.
Tragedia ad Iseo, dove Nadia Pulvirenti, una volontaria di 25 anni, questa mattina intorno alle 11 è stata accoltellata e uccisa mentre si trovava all’interno della Cascina Clarabella, un centro psichiatrico dove prestava servizio. Secondo quanto riportato da Brescia Today, l’omicidio è stato l’epilogo di una lite per futili motivi tra la vittima, dipendente della cooperativa agricolo-sociale impegnata nell’inserimento lavorativo di persone con problemi di natura psichica e fisica, e un 54enne marocchino affetto da problemi mentali. L’uomo, residente in Italia da diversi anni e in possesso di regolare passaporto, è stato arrestato dai carabinieri dopo essere stato precedentemente bloccato dalla polizia locale, recatasi in Via delle Polle (indirizzo della Cascina Clarabella) una volta allertata dagli altri dipendenti del centro psichiatrico dell’omicidio. Il nordafricano, al momento dell’arresto, è apparso in evidente stato di shock.