All’indomani delle nuove testimonianze sull’omicidio di Pier Paolo Pasolini, l’Associazione “La Scintilla” organizza oggi a Poggibonsi, in provincia di Siena, un appuntamento imperdibile dedicato proprio al celebre artista e intellettuale tra i più controversi del XX secolo. L’appuntamento è fissato alle ore 16:30 di questo pomeriggio e di fatto non ha nulla a che vedere con anniversari o altri luoghi comuni. Come riporta SienaNews.it nel darne notizia, l’incontro che si terrà al teatro Politeama del centro senese e dedicato interamente a Pasolini. L’iniziativa nasce dalla collaborazione con Fondazione Politeama e Liceo “A. Volta”. Il programma prevede una iniziale conversazione con Carla Benedetti, scrittrice. Insieme a lei interverranno anche Francesco Ricci, autore del recente Pier Paolo, un figlio, un fratello e poi David Grieco, regista de “La macchinazione”. Il film in questione sarà proiettato in teatro alle ore 18:00, al termine dell’evento organizzato a Poggibonsi. La pellicola vede nel cast, in qualità di protagonista, Massimo Ranieri e sarà la prima volta in cui viene proiettato in Valdensa.



Ci sono nuove testimonianze sull’omicidio di Pier Paolo Pasolini, avvenuto a Roma il 2 novembre 1975 in circostanze che non sono mai state del tutto chiare. A riportarlo è un articolo del quotidiano La Repubblica, che racconta che sono state presentate dall’avvocato Stefano Maccioni insieme alla richiesta di riapertura indagini: la persona che ha dato nuovi dettagli sul caso è Angelo Tajani, all’epoca dei fatti amico di Pier Paolo Pasolini e corrispondente del quotidiano Il Giorno. Tajani aveva cenato con Pasolini appena due giorni prima il suo brutale omicidio all’idroscalo di Ostia: il giornalista aveva detto che l’attore, scrittore e regista era apparso preoccupato e carico di ansia, e che aveva paura che gli stesse per capitare qualche cosa. Angelo Tajani scrisse un articolo sullo stato d’animo di Pier Paolo Pasolini l’indomani dell’omicidio, ma che questo non fu mai pubblicato in Italia: da qui la convinzione del legale che ha sempre seguito la vicenda del brutale assassinio, che Pasolini sia stato ucciso per qualche strano motivo e che la sua vicenda venne insabbiata da qualcuno che ne aveva l’interesse e che lo riteneva un personaggio scomodo.



La sera della sua morte Pier Paolo Pasolini ha cenato da Pommidoro, storico ristorante del quartiere San Lorenzo a Roma (che conserva ancora l’assegno con cui lo scrittore e attore ha pagato) e, secondo la ricostruzione ufficiale, ha incontrato quello che sarebbe stato poi il suo assassino (Pino Pelosi, di diciassette anni) in un bar vicino Termini. A Ostia il ragazzo sarebbe stato minacciato da Pasolini in seguito al suo rifiuto di fare sesso: avrebbe così preso un bastone e avrebbe massacrato lo scrittore, investendolo poi con la sua stessa auto (alla quale poi è stato ritrovato alla guida). La vicenda della morte di Pier Paolo Pasolini è sempre stata una di quei misteri italiani, in quanto successivamente all’omicidio sono emersi particolari e testimonianze di persone che hanno fatto credere che Pino Pelosi non avesse agito da solo, ma in gruppo. Nel 2005 Pelosi disse di non essere lui l’autore materiale del delitto, ma altre tre persone a lui sconosciute, che sono arrivate a Ostia su un auto targata Catania.

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