Ci sono anche delle storie di salvezza che arrivano dalla tragedia dell‘hotel Rigopiano come quella di Giorgia Galassi superstite e pronta a riprendersi la sua vita. La ragazza però è stata accusata, da alcuni, di non essere rispettosa delle vittime di questa tragedia e anche di chi ancora non è tato ritrovato. Una situazione che sta degenerando su Facebook con tantissimi commenti e anche qualche situazione piuttosto incredibile. Come quella di una semplice omonima di Giorgia Galassi che su Facebook ci tiene a sottolineare: “Stamattina mi sono svegliata e avevo duecento richieste di amicizia, messaggi infamanti e altri di solidarietà. Ci tengo a specificare che non sono la ”Giorgia Galassi” che ha dovuto affrontare la tragedia del Rigopiano. Detto questo certa gente sta veramente male, che disagio”, clicca qui per il post su Facebook dell’omonima.



Giorgia Galassi e Vincenzo Forti stanno parlando in questi minuti nella conferenza stampa in diretta fa Giulianova per raccontare le prime testimonianze pubbliche di due degli 11 superstiti sotto l tragedia dell’Hotel Rigopiano: «dobbiamo tutto ai nostri soccorritori, i vigili del fuoco ci hanno detto che non se ne andavano senza di noi. Una esperienza difficile da raccontare, tanta paura ma anche tanta voglia di non mollare. Quando io stavo per mollare, Vincenzo mi tirava su e aiutava anche le altre persone vicino a noi, soprattutto l’altra ragazza salvata, Francesca». Parole spezzate da tante lacrime ma anche la fermezza di raccontare nel dettaglio quanto avvenuto in quelle 58 ore sotto le macerie e la neve. «La ma forza è stata lui, non so cosa dire, è incredibile…». Vincenzo replica anche che lì sotto ha prevalso la voglia di viverre, nulla di più, “non saremmo mai riusciti davvero senza tutti i soccorritori che ci hanno salvato letteralmente, soprattutto Francesco il vigile del fuoco di Firenze che ci ha guidato per tutto il tempo del soccorso in quelle condizioni assurde”.



Giorgia Galassi, la tragedia all’Hotel Rigopiano e il web ancora diviso: dopo gli insulti per il primo post pubblicato poche ore dopo il salvataggio clamoroso sotto le macerie dell’albergo sul Gran Sasso, un altro post su Facebook pubblicato dalla giovanissima (22 anni) ragazza superstite ha scatenato di nuovo il popolo del web che l’ha riversata una seconda volta di insulti. Una foto, con dei fiori ricevuti e un sacchetto del negozio Swarovski: sotto una frase, sembra un ringraziamento ad un’amica, “direttamente da Londra… la amo, Monica Prokop”. E giù un’altra valanga di insulti, dove il più gentile recita «E stata solo fortunata, Un amico mio e rimasto li sotto,  Lui non ha popolarità». Il problema è che tra i vari commenti scatenati contro Giorgia, bisognerebbe distinguere tra chi è seriamente turbato dai messaggi della ragazza che non accenna alle altre vittime del Rigopiano (ma va detto che non è mica una regola “morale” da seguire a tutti i costi) e chi invece, purtroppo la maggioranza, che approfitta dell’occasione per spalare fango sulla malcapitata. La distanza tra “webeti” la felice denominazione di Enrico Mentana, e internauti turbati invece per la tragedia del Rigopiano andrebbe capita e raccontata molto di più: come non ci si può fermare al pro o contro la ragazza superstite per quanto dice, neanche ci si può fermare contro l’indiscriminato “webete” e chi invece, per motivi suoi personali, si sente assai turbato da quanto sta accadendo che un fatto del genere ha scatenato (nelle modalità sbagliate) una reazione contro la ragazza innocente. L’insulto e la banalizzazione non sono purtroppo mai un’ottima accoppiata…



Giorgia Galassi e Vincenzo Forti sono uno dei simboli più belli della tragedia all’Hotel Rigopiano: i due fidanzati sono tra gli 11 superstiti che in maniera incredibile si sono salvati, dopo 58 ore sotto la neve e incastrati tra le macerie, senza ancora sapere bene né come né perché. “Siamo vivi, un grazie a tutti quelli che mi hanno aiutata”, sono solo alcune delle parole usate dai due ragazzi giovanissimi per esprimere il dolore e la gratitudine per la salvezza ricevuta. È costato una valanga di insulti a Giorgia su Facebook, e la polemica continua a proseguire; intanto però i due fidanzati superstiti, Giorgia Galassi e Vincenzo Forti, sono stati ascoltati per oltre 5 ore dal maggiore dei carabinieri Massimiliano di Pietro, comandante del Nucleo investigativo, e dal tenente colonnello dei carabinieri forestale, Annamaria Angelozzi, presso il Comando provinciale dei carabinieri di Pescara. Davanti agli investigatori avrebbero ricostruito tutti i fatti precedenti alla slavina che la scorsa settimana ha travolto l’hotel Rigopiano di Farindola. Una testimonianza che nei prossimi giorni aiuteranno a ricostruire quanto successo nelle ore immediatamente precedenti alla tragedia; Vincenzo ha ripetuto quanto raccontato fin dai primi momenti dopo il salvataggio sotto le macerie. «È stata una bomba, mi sono ritrovato i pilastri addosso. In un attimo eravamo in un metro quadrato, ci siamo abbracciati, nutrendoci di neve». Il mistero sulla loro salvezza resta intatto, qualsiasi altro commento aggiunto (per non parlare di qualche insulto) risulta assolutamente inopportuno. 

Si chiama Giorgia Galassi ed è una degli 11 superstiti miracolati all’Hotel Rigopiano dopo la slavina che lo scorso 18 gennaio ha purtroppo travolto e spazzato via l’albergo resort sotto il Gran Sasso: insieme al suo fidanzato Vincenzo Forti, stavano trascorrendo una breve vacanza in quell’hotel quando il terremoto ha scatenato la sciagura imprevedibile (il bilancio dei morti a questa mattina parla di 24 vittime, ancora 5 dispersi sotto le macerie). Dopo l’eroico salvataggio dei vigili del fuoco, la ragazza che ha raccontato di essere sopravvissuta anche perché mangiava la neve che l’avvolgeva, ha espresso tutta la sua gratitudine semplice e commossa su Facebook. «Volevo ringraziare tutte le persone che si sono preoccupate per me in questi giorni e che mi sono state vicine con il pensiero… per me oggi è come una rinascita, grazie a tutti!». Non l’avesse mai fatto… immediatamente sotto sono comparsi una serie incredibile di insulti e attacchi contro le sue parole, per aver violato il rispetto per le persone invece morte all’Hotel Rigopiano e per le famiglie dei dispersi ancora senza un briciolo di novità sulle condizioni dei loro congiunti. «Maggiore rispetto per chi è ancora là sotto e condanna per l’esposizione mediatica di Giorgia Galassi»; sotto il post di un quotidiano che riportava la storia di Giorgia invece è apparso il seguente testo: “Mi sembra di cattivo gusto postare la foto sorridente con gli altri dispersi sotto la neve”. E sotto l’immagine di un recente regalo ricevuto da un’amica londinese, è piovuta la medesima scure moralista: “Questa Giorgia al posto di ringraziare Dio e i soccorritori che la hanno salvata pensa a pubblicare le cazzate che ingrata e i miei compaesani invece sono morti che rabbia”.

Gli insulti ricevuti da Giorgia Galassi, superstite all’hotel Rigopiano insieme al suo fidanzato Vincenzo Forti, hanno fatto discutere e molto per una schizofrenia incredibile, tipica del mondo web: da un lato la gioia per il salvataggio incredibile e poi anche il momento delicatissimo per la condizione di altri innocenti morti sotto la valanga e il terremoto. Difficile trovare un punto di equilibrio, ogni gestisce da sé le proprie emozioni e sicuramente potrebbe stare più accorto a scrivere sui social. Ma nel caso di Giorgia c’è ben poco calcolo e mancato rispetto, solo tanta (e contenuta nei caratteri) gioia per essere di nuovo viva dopo quello che ha passato; evitare l’insulto, a prescindere, potrebbe essere il modo migliore per affrontare ogni qualsivoglia situazione, anche le più tragiche e drammatiche. Giorgia ha passato momenti assurdi, come pure tutti gli ospiti dell’Hotel Rigopiano: uscendo viva ha voluto raccontare tutto quanto successo, senza calcoli o pensieri retroattivi, ma come una giovanissima ragazza che racconta un’esperienza terribile. Quando la slavina ha travolto con tutta la sua devastante potenza l’Hotel Rigopiano Giorgia Galassi, 22 anni, stava sorseggiando un tè seduta su un divanetto di vimini, aspettando che fosse più chiaro se poter ripartire o meno. Un attimo dopo si è ritrovata sepolta dalla neve, ma lei e il suo fidanzato, Vincenzo Forti, sono tra le nove persone estratte vive dalla trappola di ghiaccio, sopravvissuti facendosi calore con gli abbracci e mangiando neve. 58 ore sotto la neve, un dramma senza fine e che forse non meriterebbe né la banalizzazione né l’insulto.