Sono state di fuoco le festività natalizie per l’Ordine dei Cavalieri di Malta. Ieri l’epilogo con le dimissioni del Gran Maestro Matthew Festing, accompagnate dalla decisione di Papa Francesco di nominare a breve un delegato pontificio che accompagni l’antica e potente istituzione cavalleresca in una fase delicata della sua storia per non creare contraccolpi ad una realtà che ha un patrimonio da un miliardo e 700 milioni di euro da usare per chi ne ha più bisogno. Una mossa a sorpresa, perché l’Ordine dei Cavalieri di Malta gode dell’autonomia di uno Stato sovrano e ha una propria diplomazia. In questo caso, dunque, il Gran Commendatore doveva salire al governo ad interim, ma, come riportato da La Stampa, il Vaticano ha annunciato la nomina di un rappresentante di fiducia del Papa per non mettere a rischio le benemerite opere di carità. Sono 2000 le opere di assistenza ai rifugiati e ai poveri, mentre 100mila sono i loro volontari.



Ieri si è svolto forse l’ultimo capitolo di una lunghissima trama all’interno dell’Ordine dei Cavalieri di Malta: papa Francesco ha ricevuto le dimissioni del Gran Maestro Matthew Festing su stretta richiesta proprio del Pontefice in seguito ai tanti problemi interni all’Ordine sollevati negli ultimi anni. In una intervista oggi alla Stampa, Agostino Paravicini Bagliani, per 28 anni docente di Storia medievale all’ Università di Losanna, ha voluto spiegare cosa può spingere ad entrare in questo complesso ordine di Cavalieri che opera in tutto il mondo e conta notevoli donazioni da privati e stati. L’esperto ha provato ad illustrare più da vicino i segreti e le pratiche di questo particolare Ordine che ieri ha visto sospendere il ruolo di carica a vita per il Maestro Festing e che attende ora la decisione di Bergoglio di un delegato pontificio» che accompagni i Cavalieri in questa fase delicata della loro storia. Così da non creare contraccolpi a una realtà che conta 2000 opere di assistenza ai rifugiati e ai poveri, con 100 mila volontari e un patrimonio di un miliardo e 700 milioni di euro da impiegare a servizio di chi ha più bisogno. «l titolo originario, fin dalla fine dell’ XI secolo, era Ordine dell’Ospedale di San Giovanni in Gerusalemme, il che ci spiega anche quale fosse il suo compito iniziale: quello di seguire le Crociate, a partire da Gerusalemme, organizzando ospedali. I membri dell’ Ordine erano religiosi e cavalieri. Militari, perché cavalieri armati di spada. Religiosi, perché facevano voti di castità, povertà e obbedienza», spiega Paravicini Bagliani. Ma è interessante come si può entrare in questo strano Ordine di Cavalieri; «Solo su cooptazione. I membri devono rispondere a requisiti di moralità e di religiosità (fede cattolica). Ufficialmente, non devono più – come avveniva nel passato – dar prova di avere origini nobili, ma di fatto un gran numero le ha».



Ieri Papa Francesco ha richiesto le dimissioni del Gran Maestro Matthew Festing dopo un lungo tira e molla in seguito al Condom Gate in Birmania e ad altre perplessità legate alla gestione di questo ordine Religios dei Cavalieri di Malta nei suoi ultimi anni di attività alla guida dell’Ordine. La storia la spiega nel dettaglio oggi Andrea Tornielli, vaticanista della Stampa che prova a ricostruire da dove nasce il problema tra la Chiesa Cattolica e l’Ordine ad essere riferita. «Von Boeselager viene eletto Gran Cancelliere e dunque numero tre nella gerarchia dell’Ordine dei Cavalieri di Malta nel 2014, contro il volere del Gran Maestro Festing che gli aveva opposto una lista alternativa. I rapporti tra i due diventano tesi. Con l’arrivo quale cardinale patrono del porporato americano conservatore Raymond Leo Burke, Festing trova un alleato. L’occasione per la resa dei conti è una storia accaduta nel 2013, quando Boeselager, non ancora Cancelliere, si occupava delle iniziative assistenziali nel mondo. Una ONG che collabora con i Cavalieri di Malta aveva distribuito dei preservativi in Myanmar. E lui, secondo l’accusa, ne sarebbe stato a conoscenza». Papa Francesco a questo punto entra nella diatriba e chiede al Maesto di risolvere la contesa con un confronto interno e senza la defenestrazione del Cancelliere, scrivendo comunque una missiva in cui invita tutti i Cavalieri a vigilare sul rispetto della morale cattolica. La volontà del Papa non viene però presa in considerazione. Il 15 dicembre il Gran Cancelliere viene allontanato. «Francesco, che era stato chiamato in causa dal cardinale Burke, fa intervenire il Segretario di Stato Pietro Parolin, il quale per ben due volte scrive al Gran Maestro spiegando quali fossero le reali indicazioni papali. La sfida aperta del Gran Maestro alla Santa Sede, e le informazioni non complete sul caso dei preservativi sono la goccia che fa traboccare il vaso. Il 24 gennaio Festing incontra Francesco e viene invitato a dimettersi. Accetta, anche se il cardinale Burke nelle ore successive tenta di dissuaderlo, mettendosi dunque apertamente contro il Papa», conclude il collega Tornielli. 

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