Giulio Regeni, un caso purtroppo tuttora irrisolto che chiama ben di più di un tragico omicidio avvenuto all’estero: la verità su questo caso richiama infatti ad un vero e proprio caso politico tra Italia ed Egitto, con la collaborazione sulle indagini tra i due Paesi tutt’altro che semplice. Resta comunque la tragedia, l’orrendo crimine e tortura subita da Giulio a Il Cairo ormai un anno esatto fa; mentre proseguono le indagini al singhiozzo ancora dopo 12 mesi, è notizia di quelle ore di una proposta del Miur per dedicare al giovane ricercatore ucciso in Egitto una importante borsa di studio per l’impegno dimostrato dal giovane dottorando. «Giulio non è più con noi da un anno, ma il nostro pensiero è e continuerà a essere rivolto a lui fino a quando non avremo trovato la verità sulla sua morte, fino a quando non avremo accertato le responsabilità in questa vicenda: come hanno detto il Presidente Mattarella e il premier Gentiloni, è questo il nostro impegno. Sono vicina a Paola e Claudio Regeni, privati ingiustamente del figlio, che con coraggio, forza e determinazione lottano perché venga fatta giustizia. Non siete soli», ha riferito il ministro Miur Valeria Fedeli, in occasione della ricorrenza per la morte di Giulio Regeni. «come Ministero sosterremo la proposta, che arriva dal gruppo del Partito democratico in Commissione esteri alla Camera, di istituire una borsa di studio intitolata alla memoria di Giulio che consentirà a una studentessa o a uno studente egiziano di frequentare una parte del percorso di studi nel nostro Paese. Nell’ottica della internazionalizzazione e dell’apertura, facendo tesoro dell’insegnamento che Giulio ci ha lasciato», ha concluso la nota personale del ministro Fedeli sul caso Regeni.
Giulio Regeni è stato trovato ucciso e torturato un anno fa a il Cairo, ma la verità purtroppo ancora non è giunta alla famiglia e agli amici del giovane ricercatore italiano, all’estero da anni per il suo dottorato. Ieri le varie manifestazioni per ricordare dal suo paesino in Friuli fino a Palermo, passando per Roma e tante altre zone d’Italia, la verità per Giulio Regeni viene richiesta a gran voce, anche con un forte sforzo mediatico. «Un anno dall’orribile uccisione di Giulio Regeni. Vicinanza alla famiglia. Impegno con la magistratura per ottenere #veritapergiulioregeni», ha scritto Gentiloni su Twitter, facendo poi sapere di avere sentito personalmente la famiglia di Giulio per rassicurarli sul pieno impegno del governo italiano. A chiedere l’intervento maggiore è anche il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, con un appello su Facebook: «Una società civile non può rassegnarsi alla morte insensata di uno dei suoi figli, chiediamo con forza che il governo italiano faccia le dovute pressioni sull’Egitto per ottenere la verità su Giulio Regeni, condannando mandanti ed esecutori di questo omicidio brutale e immotivato».