Emergono i primi concreti indizi che avrebbero portato i Carabinieri al fermo a carico di Fortunata Caminiti, presunta assassina del vigile del fuoco Roberto Scipilliti. Lo rende noto l’agenzia di stampa Ansa, che rivela come i Carabinieri che indagano al delitto abbiano diffuso le immagini di un video relativo alla Panda usata dall’indagata per l’omicidio. Qui, il cassetto portaoggetti sotto al sedile sarebbe pieno di sangue, probabilmente misto ad acqua, nel quale galleggia una penna. I Carabinieri hanno ammesso di stare conducendo le indagini a 360 gradi, senza trascurare nulla e soprattutto sarebbero alla ricerca dei complici dell’omicidio Scipilliti. “Una delle piste privilegiate è quella relativa ad alcune truffe, nelle quali, con ruoli diversi, erano coinvolti l’arrestata, il compagno Fabrizio Ceccio, e la vittima Roberto Scipilliti”, hanno rivelato gli inquirenti. Attualmente sono in corso le indagini al fine di comprendere se Ceccio, il quale dallo scorso aprile era ricercato per i reati di associazione per delinquere finalizzata alle truffe, al riciclaggio ed alla ricettazione, abbia avuto o meno un ruolo attivo nel delitto del vigile del fuoco trovato senza vita il 14 gennaio scorso.



Continua a regalare colpi di scena l’inchiesta sull’omicidio di Roberto Scipilliti, il vigile del fuoco ucciso in provincia di Messina. È stata fermata Fortunata Caminiti, accusata di omicidio, sequestro di persona e occultamento di cadavere, ma ora sarebbe indagato anche il compagno, Fabrizio Ceccio, finito in manette il 16 gennaio perché ricercato dall’aprile dello scorso anno. I Carabinieri avrebbero chiuso il cerchio attorno alla coppia dopo l’esame del traffico telefonico della vittima. Stando a quanto riportato dalla Gazzetta del Sud, Fortunata Caminiti e Fabrizio Ceccio avrebbero dato appuntamento a Roberto Scipilliti sul lungomare di S. Teresa di Riva e poi lo avrebbero costretto a salire sull’auto che avevano noleggiato. Seduto al fianco di Fabrizio Ceccio, alla guida dell’auto, il vigile del fuoco sarebbe stato sparato da Fortunata Caminiti, sistematasi nel sedile posteriore. La donna, dunque, avrebbe esploso il colpo di pistola alla nuca di Scipilliti. La coppia si è poi sbarazzata del cadavere ed è cominciata la fuga verso la Toscana, terminata però sulla nave traghetto della Caronte. Il movente non è ancora chiaro, ma secondo gli investigatori potrebbe essere legato agli ambienti delle truffe.



Il Comando Provinciale di Messina avrebbe scoperto chi ha ucciso con un colpo di pistola alla testa Roberto Scipilliti, il vigile del fuoco trovato morto il 14 gennaio scorso nelle campagne di Savoca: è stata fermata Fortunata Caminiti. Non è ancora chiaro il movente dell’omicidio, ma gli indizi portano alla 47enne: gli investigatori sono risaliti alla donna dopo aver individuato una Fiat Panda di colore giallo nelle immagini di alcune telecamere di videosorveglianza. Nei filmati l’auto transita alle 15.28 verso il luogo del rinvenimento del cadavere, mentre alle 15.35 tornava in senso opposto. Successivamente è stata individuata la targa, intestata ad una ditta di noleggio del catanese, a cui la Caminiti aveva presentato documenti falsi per affittarla. L’auto, affittata il giorno precedente la scomparsa di Roberto Scipilliti, è stata consegnata con un giorno di ritardo. La donna si è giustificata, come riportato da La Sicilia, dicendo che a bordo era scoppiata una violenta lite e che i suoi amici erano stati ricoverati in ospedale. Così avrebbe giustificato le macchie di sangue che aveva provveduto a pulire con l’alcol. Un addetto alla pulizia del mezzo per conto della ditta di noleggio, però, nei giorni successivi ha notato una pozza di sangue nel vano porta oggetti sotto il sedile del passeggero anteriore. Evidente per gli investigatori che sia stato consumato un delitto all’interno dell’auto.



Non si tratta del primo arresto per Fortunata Caminiti, che il 14 gennaio 2017 è stata fermata dai Carabinieri della Compagnia di Messina Sud con il latitante Fabrizio Ceccio, ricercato dopo essersi reso irreperibile quando è stato colpito da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il reato di «associazione per delinquere finalizzata alle truffe, al riciclaggio ed alla ricettazione». La fuga si è conclusa sulla nave Caronte, dove sono stati trovati con documenti falsi ed una pistola con matricola abrasa, carica e con colpo in canna. Rilasciata con obbligo di firma, Fortunata Caminiti ha subito il nuovo fermo nell’ospedale di Taormina, dove è ricoverata per pancreatite, con l’accusa di omicidio, sequestro di persona e occultamento di cadavere. Da accertare il legame tra la donna e la vittima: quest’ultima in passato fu coinvolta in una indagine per truffa, estorsione e falso e proprio questa vicenda giudiziaria collegherebbe Roberto Scipilliti, morto per un colpo di pistola alla testa, ai coniugi Ceccio.