Si è svolta questa mattina la nuova udienza del processo d’Appello a carico di Michele Buoninconti, per il delitto della moglie Elena Ceste. Nel corso del nuovo appuntamento in aula, a prendere la parola, come rivela l’agenzia di stampa Ansa è stato il pm Laura Deodato che rappresenta la Procura generale. Nella sua lunga requisitoria il pm ha ripercorso l’intera vicenda iniziata con la scomparsa della donna, il 24 gennaio 2014 e con il ritrovamento del suo cadavere, diversi mesi più tardi e precisamente il 18 ottobre del medesimo anno, in un canale del Rio Mersa. Al termine del suo intervento, il pm ha chiesto a carico dell’imputato la conferma della sentenza di primo grado, ovvero 30 anni di reclusione, come già stabilito al termine del processo con rito abbreviato, nel novembre 2015. Secondo la sentenza ora al vaglio della Corte d’Assise d’Appello di Torino, il delitto di Elena Ceste fu commesso dal marito Michele Buoninconti, ex vigile del fuoco ad Asti, il quale non tollerava più il fatto che la donna cercasse di evadere dalla routine familiare sottraendosi in tal modo al “ruolo di madre e moglie sottomessa che le aveva imposto”.



Riflettori ancora accesi sul caso di Elena Ceste, la mamma di Costigliole d’Asti uccisa il 24 gennaio 2014. Dopo la ripresa dell’udienza del processo d’Appello a carico del marito Michele Buoninconti, condannato in primo grado a 30 anni di reclusione con l’accusa di aver ucciso la donna e madre dei suoi figli ed averne poi occultato il corpo, oggi è atteso il nuovo appuntamento in aula presso la Corte d’Assise di Appello di Torino. Lo scorso 25 gennaio si è conosciuta la decisione dei giudici in merito alle richieste avanzate dalla difesa dell’uomo. I suoi avvocati, infatti, nella prima udienza in Appello avevano avanzato la richiesta di ulteriori quattro perizie atte a dimostrare la totale innocenza del proprio assistito e l’estraneità rispetto alle accuse che gli sono state mosse. Tra le perizie richieste, anche un accertamento medico-legale sulle cause della morte. La difesa di Buoninconti sarebbe infatti convinta che dietro il decesso di Elena Ceste possa esserci un drammatico incidente, precisamente una caduta accidentale della donna proprio nel luogo in cui fu poi ritrovata cadavere, il canale del Rio Mersa, distante pochi chilometri dalla villetta nella quale viveva con l’ex vigile del fuoco ed i suoi bambini. Non solo: la difesa chiedeva anche ulteriori accertamenti sugli spostamenti di Michele Buoninconti nel giorno del delitto di Elena Ceste. Richieste, tuttavia, che hanno trovato l’opposizione della Corte d’Assise di Appello e che le ha respinte in toto, come riporta Repubblica.it. Per i giudici, infatti, le nuove consulenze non sono “assolutamente indispensabili” al fine di emettere la loro decisione circa la presunta colpevolezza dell’imputato. Per tale ragione hanno respinto le richieste della difesa anche perché il procedimento del rito abbreviato scelto dal presunto assassino di Elena Ceste non permette una nuova integrazione di prove. La difesa di Buoninconti, tuttavia, non si arrende e a tal fine ha commentato, a margine dell’udienza scorsa: “È una partita ancora da giocare, non c’è nessun omicidio da punire”. Gli avvocati Giuseppe Marazzita ed Enrico Scolari, hanno spiegato che la Corte, con la sua decisione, ha respinto la loro richiesta principale incentrata su nuove perizie, ma acquisirà invece tutti gli elementi che sono stati depositati dagli stessi. Tra questi, a detta dei legali di Michele, ci sarebbero nuove foto del cadavere della vittima dalle quali emergerebbero due fratture “sospette”. Ed ancora, alcuni documenti che dimostrerebbero come il Rio Mersa sia esondato più volte, e poi i verbali dei Vigili del fuoco secondo i quali la zona sarebbe stata perlustrata il giorno in cui Elena Ceste scomparve misteriosamente, ed infine la perizia psichiatrica secondo la quale la donna era in condizioni tali da poter commettere azioni autolesioniste. “Ma comunque non pensiamo a un suicidio volontario”, hanno precisato gli avvocati del marito. Intanto, nella giornata odierna si svolgerà un’altra importante udienza nel corso della quale, come precisa l’agenzia di stampa Ansa, assisteremo alla la requisitoria del pm Laura Deodato, che nel processo rappresenta la procura generale. Per la sentenza, invece, occorrerà attendere il prossimo 11 febbraio, salvo cambio di programma (Repubblica.it cita invece come data quella del 15 febbraio prossimo).

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