Svolta nel caso di Roberto Scipilliti, il vigile del fuoco scomparso lo scorso 5 gennaio da Roccalumera, in provincia di Messina e trovato senza vita ucciso con un colpo di pistola alla nuca. Il suo corpo era stato rinvenuto a distanza di 9 giorni in un dirupo poco distante da Savoca. Nei giorni scorsi, al termine di una complessa indagine, gli inquirenti avevano proceduto al fermo di Fortunata Caminiti. Per l’omicidio Scipilliti è indagato anche il compagno della 47enne, Fabrizio Ceccio, attualmente in carcere in quanto ricercato dallo scorso aprile per i reati di associazione a delinquere finalizzata alle truffe, riciclaggio e ricettazione. Nella giornata di ieri, come riporta Gazzetta del Sud nella sua versione online, il gip Eugenio Fiorentino ha convalidato il fermo di Fortunata Caminiti, accusata di aver ucciso il vigile del fuoco. La donna è attualmente ricoverata in ospedale a Taormina in seguito ad una pancreatite e piantonata dai carabinieri. Una volta uscita dal nosocomio, sarà condotta in carcere, come stabilito dal giudice. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia avvenuto lo scorso giovedì, la Caminiti si era avvalsa della facoltà di non rispondere. Oltre al gravissimo reato di omicidio volontario, il gip le ha contestato anche la detenzione delle pistole con matricola abrasa rinvenute addosso alla 47enne ed al suo compagno lo scorso 16 gennaio, ovvero quando furono bloccati dalle Forze dell’Ordine subito dopo essere sbarcati da una nave della Caronte. Ad incastrare Fortunata Caminiti ed il compagno Fabrizio Ceccio era stata l’auto, una Panda Gialla, che i due avevano noleggiato a Giarre e restituita dopo tre giorni. All’interno dell’auto gli inquirenti avevano rinvenuto delle chiazze di sangue molto evidenti. Ad incastrare i due anche i dati del traffico telefonico trovato sul cellulare della vittima. Stando a una prima ricostruzione, la coppia di amanti aveva appuntamento con Scipilliti, forse per un chiarimento o probabilmente per la mancata restituzione di una somma di denaro. Dopo aver fatto salire l’uomo sull’auto, lo condussero in una zona isolata. Sarebbe stata la donna ad aprire il fuoco uccidendo il vigile, prima di scaraventare il cadavere in un burrone.