C’è chi si lamenta della schiscetta a scuola e chi invece da scuola la porta a casa: i casi della vita nel giro anche di pochi chilometri e nella stessa regione, la Lombardia. Se a Milano è scoppiata la polemica contro un ragazzino che con la schiscetta portata da casa è stato “costretto” a mangiare per strada, nella non lontanissima Como il progetto lanciato dal comune e da alcune scuole è esattamente il contrario. L’iniziativa del comune di Como avviata in via sperimentale nelle classi delle scuole primarie, grazie alla quale gli alunni possono portare a casa gli avanzi del pranzo della mensa scolastica. In sostanza, con il progetto “Portami a casa con te” si sono visti coinvolti circa 1700 studenti che nelle elementari stanno sperimentando l’inconsueto “doggy bag” al contrario. Come racconta sul Corriere lo stesso comune di Como, « il sacchetto utilizzato per portare a casa gli avanzi della mensa può essere personalizzato dai ragazzi, è realizzato con materiali certificati per il contatto con gli alimenti ed è termico, lavabile, riutilizzabile e riciclabile». Un progetto di schiscetta (o doggy bag, come dicono i più sofisticati) che nel giro di poche ore fa discutere a Milano e sorridere con positività a Como.
Che cosa è la schiscetta? È questa la parola che in tanti stanno cercando sul dizionario. Il termine, tipico del dialetto milanese, indica il portavivande che si usa per portare con sé in ufficio o a scuola il pranzo che viene preparato a casa. Questa abitudine è tornata di moda negli ultimi tempi perché economica, salutare e pratica. La schiscetta abbatte i costi, subisce meno trasformazioni dei cibi consumati nelle mense e può essere portata con comode vaschette, facili da pulire. Col tempo sono nate poi le schiette in plastica o metallo, che mantengono i cibi freddi o caldi a seconda delle esigenze. Ci si può portare dietro un piatto unico o optare per una schiscetta per il primo, il secondo e il contorno. Perché schiscetta? Al suo interno il cibo sta a “schiscia”, cioè schiacciato per il poco spazio. Torna in auge, dunque, la schiscetta, un pasto più sano e gustoso del frugale e malsano panino. E poi se è preparato dalla propria mamma o compagna è ancor più speciale.
Schiscetta a scuola ed è subito polemica: è scoppiata a Milano, dove un ragazzino di 11 anni è stato fatto uscire dall’istituto per consumare il pasto portato da casa. L’alunno della scuola media Ada Negri di San Siro è stato mandato in strada senza un avvertimento ai genitori, che hanno protestato, visto che gli insegnanti dovevano sorvegliare il minore. «Almeno una telefonata dalla scuola potevano farmela. Avevo raccomandato a mio figlio di rimanere nell’istituto. La circolare inviata a casa dava ai ragazzi l’autorizzazione a uscire, non parlava di obblighi. Un’insegnante ci aveva detto che era possibile restare in classe» ha dichiarato il padre del ragazzo, come riportato dal Corriere della Sera. La dinamica comunque non è ancora molto chiara: «Pare non riguardi tanto la questione della “schiscetta”, quanto il fatto di far mangiare un alunno minorenne fuori da scuola e senza avvisare la famiglia» ha dichiarato il vicesindaco di Milano e assessore all’Educazione, Anna Scavuzzo.