Arrivano finalmente buone notizie sul fronte meningite dopo che in questi giorni l’allarme per un rischio di epidemia ha toccato tutta l’Italia. Come riportato dall’Ansa, infatti, sono migliorate le condizioni di salute dei due pazienti ricoverati a Genova per meningite che adesso sono considerati fuori pericolo. Per quanto riguarda la donna peruviana che aveva contratto la meningite di tipo B, ricoverata la sera di Natale all’ospedale san Martino di Genova, la prognosi è stata sciolta e adesso la donna è vigile e cosciente. Sull’indiano di 67enne ricoverato invece il 2 gennaio dopo aver contratto la meningite da pneumococco si è espresso invece il direttore sanitario del Galliera, Giovanni Lo Pinto, che oltre a rassicurare i giornalisti sul fatto che il paziente “sta meglio”, ha dichiarato:”La prognosi resta riservata per altre 24 ore solo per precauzione”.



Sebbene rientrino purtroppo ancora nella meda nazionale, i casi di meningite in questo periodo sembrano spuntare un po’ dovunque e anche per gli organi di informazioni bisogna assolutamente fare attenzione a gettare nel panico o nel rischio psicosi da contagio i lettori. Prima di dare nuovi certi casi di meningite C bisogna attendere le conferme delle analisi che anche in questo nuovo caso che vi presentiamo sono in corso e ancora non si può dire con certezza che si tratta di un nuovo paziente affetto dal virus meningococcico di tipo C, il più letale. Avviene tutto a Lecce, in Puglia: un uomo di 68 anni è arrivato al pronto soccorso di Gallipoli con febbre alta e irrigidimento degli arti, ora è ricoverato e il sospetto è legato purtroppo alla meningite. L’uomo di Nardò viene ora monitorato con attenzione visto che i sintomi rilevati possono essere molto allarmanti; come riportano i medici ai colleghi di Repubblica Bari, «l’uomo è stato trattato con le dovute cautele e gli operatori che lo hanno avuto in cura hanno utilizzato i dispositivi medici indicati dagli specifici protocolli, ovvero guanti e mascherine. Per verificare se effettivamente si trattasse di un caso di meningite, intorno alle due è stato disposto il trasferimento del paziente nel reparto di Malattie infettive dell’ospedale Fazzi di Lecce, dove si trova ricoverato». Cautele avviate, misure pronte e il rischio ancora sotto controllo: resta il timore per i tanti e troppi presunti casi che scoppiano in Italia in questi mesi…



Il nuovo caso di Meningite C a Brescia, con un ragazzo di 20 ricoverato anche se non a rischio della vita per ora, ha scatenato l’impanarsi delle richieste di vaccinazioni che già in questi ultimi giorni, in tutta la Lombardia, sono aumentate a dismisura. Caso singolare proprio a Brescia, dove le code per potersi vaccinare a tutte e due le forme più acute e letali della malattia, il ceppo B e quello C, vedono posti liberi praticamente da metà giugno 2018 in poi. In provincia di Brescia, l’unico ospedale al momento addetto alle vaccinazioni, il Poliambulanza, al costo ridotto di 80 euro a dose vede le prime prenotazioni libere proprio a giugno 2018 un’eternità di tempo a cui la regione Lombardia sta cercando di trovare un rimedio. «Entro il prossimo 15 febbraio, infatti, gli ospedali del territorio dovranno attivare ambulatori per le vaccinazioni. La prestazione sarà offerta in co-pagamento, con una riduzione del costo per il cittadino tra il 30 e il 60%», è stato deciso dalla Regione a fine dicembre scorso, con i numeri attivi per le prenotazioni che scatteranno il prossimo 10 gennaio: vaccini a disposizioni praticamente tutti, A, B, C, W, Y.



Si conferma il ruolo di paladina dei vaccini contro la meningite di Bebe Vio. L’atleta paralimpica, come riportato da La Stampa, ieri mattina si è recata all’ospedale di Monselice (Padova) per vaccinarsi contro la meningite (vaccino quadrivalente). Accompagnata da papà Ruggero, mamma Teresa, e dai fratelli Nicolo’ e Sole, anche loro sottoposti a profilassi, e protagonisti di un selfie di famiglia prontamente postato sui social, Bebe Vio, colpita da meningite a 11 anni, ha spiegato le ragioni del suo impegno:”Non sono nessuno per obbligare qualcuno a vaccinarsi, non sono un medico né niente. Sono solo una persona che crede nei vaccini e desidero consigliare tutti a informarsi veramente sulla loro utilità, sui rischi e sui vantaggi su tutte le piattaforme, ma quelle vere, siti veri, non solo sui social, che non valgono niente. Sono stata qui oggi (ieri, ndr) per portare le persone ad informarsi. Io adesso dico sempre che è tutto ok, che va tutto bene e che mi godo la vita lo stesso, ma mi ricordo quanto hanno sofferto i miei genitori quando ero in ospedale in gravi condizioni, so cosa si prova e cosa hanno provato. Per questo consiglio sempre di informarsi, seriamente, e di vaccinarsi”.

Un nuovo caso di meningite è spuntato nelle scorse ore nella provincia di Brescia, dove un giovane di 20 anni è stato trasferito nel reparto Malattie Infettive dell’ospedale cittadino. I sintomi del giovane, nausea e febbre alta, sono diventati sospetti qualche giorno dopo l’insorgere della malattia. Il ragazzo, originario di Manerbio, non sarebbe comunque in condizioni critiche ed ha presentato i primi sintomi alla fine dell’anno. Inizialmente la famiglia aveva pensato si trattasse di un’influenza, ma dato che nel corso delle ore non c’erano stati miglioramenti, si sono rivolti all’ospedale più vicino. Le analisi hanno poi confermato i sospetti: si tratta di meningococco di tipo C. Lo staff medico continua intanto a tenere monitorato il quadro clinico, ma per ora è esclusa la possibilità che il ragazzo si ritrovi in pericolo di vita. Nel corso della giornata, sottolinea Il Corriere della Sera, sono state eseguite le profilassi per gli amici e familiari del 20enne, in tutto una quindicina di persone. 

Sono in media mille le persone che ogni anno vengono colpite dalla meningite, il 10% delle quali non riesce a sopravvivere. Ecco perché è importante la vaccinazione, come ribadito in queste ore dal direttore generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute, Ranieri Guerra, che ha escluso l’ipotesi che ci si possa trovare di fronte ad un’epidemia. Secondo le statistiche, riportate da La Stampa, il 50-60% dei pazienti riesce ad ottenere una completa guarigione, mentre il 30% sopravvive riscontrando tuttavia delle conseguenze gravi. Il 15% dei bambini colpiti da meningite richiedono infatti l’utilizzo di protesi agli arti o acustiche, oltre a riportare dei deficit neuro-motori. Dati allarmanti, che contribuiscono ad aumentare la preoccupazione di questi giorni nella popolazione, a causa degli ultimi, numerosi, decessi. 

La situazione deve essere comunque tenuta sotto controllo ed è importante ribadire che non esiste un allarme meningite generalizzato. La preoccupazione di Giovanni Rezza, responsabile del dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, è che i cittadini possano allarmarsi eccessivamente. A fronte di mille casi l’anno per l’Italia, bisogna considerare che “ogni anno si segnalano quasi 200 casi di infezione da meningicocco, di cui la metà è di tipo C, e ciò vuol dire più di un caso ogni due giorni”. Un bilancio che è destinato a salire durante il periodo invernale, dove è evidente un aumento dei casi. Proprio questo particolare renderebbe la situazione del tutto gestibile e sotto controllo, anche se una considerazione a parte va fatta per la Toscana. “Quella toscana è una situazione che va seguita, ma per il resto”, sottolinea Rezza a La Stampa, “tutto rientra purtroppo nella normalità, ed a questo punto è più che mai importante mantenere alta la copertura vaccinale. 

Sembra che stiano migliorando le condizioni della ragazza ricoverata a Prato a causa della meningite: la giovane di vent’anni, che di professione fa l’estetista, sta rispondendo bene alle cure. Lo riferisce il sito Il Tirreno, citando fonti ospedaliere ufficiali. Il tipo di meningite che ha compito la ragazza, originaria di Mezzana, è quella di tipo C ed è stata data indicazione alle persone che sono entrate in contatto con lei di sottoporsi alla profilassi necessaria in questi casi. La ragazza era stata ricoverata il 31 dicembre in tarda serata e le è stata diagnosticata prontamente l’infezione da meningite da meningococco di tipo C: secondo quanto riportato dai genitori la ragazza aveva la febbre alta dallo scorso giovedì e, preoccupati dal fatto che non calasse, hanno deciso di portarla in ospedale. Tenuta in coma farmacologico, ha iniziato a rispondere da subito alle cure che gli sono state somministrate e adesso le sue condizioni sono migliorate.

Un uomo di 67 anni è stato ricoverato a Genova per meningite: si tratta di un ricercatore indiano che è in prognosi riservata presso il reparto malattie infettive dell’Ospedale Galliera da ieri pomeriggio. Si tratta dell’ultimo dei sei casi di meningite diagnosticati nell’arco delle ultime 48 ore in Italia. Si tratta del secondo caso in Liguria: pochi giorni fa, a Natale, una donna di 34 anni di origine peruviana, residente a Chiavari, è stata ricoverata all’Ospedale San Martino a causa di un’infezione da meningococco di tipo B. Al momento il decorso dell’infezione è monitorato: la donna, come riportato da Adnkronos, si trova in condizioni stabili ed è sotto terapia antibiotica. Ieri, invece, sono stati registrati tre casi in Toscana. A questi vanno aggiunti due nel Lazio: un uomo di Alatri e una 14enne di Palestrina, entrambi ricoverati al Policlinico Umberto I di Roma. Resta alta, dunque, l’allerta meningite.