L’ex parroco di Padova, Don Andrea Contin, è ancora al centro delle cronache a Pomeriggio 5 e La Vita in Diretta, dimostrando di essere suo malgrado il vero caso-scandalo di questo 2017. Il prete accusato di organizzare festini e orge in canonica, continua a far parlare di sé con le indagini ancora in corso che stanno cercando di appurare la verità dopo le tante dichiarazioni rilasciate dai primi interrogati informati sui fatti nelle scorse settimane. È spuntata ad esempio una nuova amante che, dopo la prima denuncia da cui è partita tutta l’indagine di una donna che accusa Don Andrea di organizzare festini con lei e altri preti, racconta ai microfoni di Radio Campus Cusano alcune novità importanti: «Ho firmato una lettera per chiedere al Vaticano la revoca del celibato per i sacerdoti. La mia storia con un prete nasce una decina di anni fa, io facevo la catechista in parrocchia ed è arrivato un nuovo sacerdote, con cui avevo tante cose in comune, è iniziata subito una simpatia. Lui ha iniziato a cercarmi sempre più spesso, mi telefonava, mi chiedeva opinioni su cose inerenti alla parrocchia, abbiamo iniziato a preparare i ragazzi per l’oratorio, li portavamo fuori la sera, al cinema, al bowling, in giro, una sera, dopo che abbiamo riaccompagnato i ragazzi a casa, ho accompagnato lui in parrocchia e lui prima di salutarmi mi ha baciato. Non avevo mai pensato a un rapporto tra di noi, sono rimasta sorpresa, Sono rientrati gli altri parroci e lui ha iniziato a sentirsi in colpa. Un giorno mi diceva che non dovevamo vederci più, il giorno dopo mi diceva che non poteva stare lontano da me. Poi è stato scoperto da un suo superiore, da un sacerdote di grado più alto. Ho tentato di difenderlo, anche perché il paese iniziava a mormorare, ma il sacerdote lo ha detto a Roma e il Vaticano lo ha subito convocato. A Roma gli hanno fatto il lavaggio del cervello, lo vedevo proprio cambiato, se stavamo un giorno o due giorni senza sentirci mi diceva che era finita».
Lo scandalo di Don Andrea Contin si allarga sempre più: le indagini aprono il vaso di pandora: viene scoperto un campionario di oggettistica fetish e video. Nel mirino finisce poi don Roberto Cavazzana, parroco a Carbonara di Rovolon, che ammette di aver partecipato o assistito alle “feste” di don Andrea Contin. Monta lo scandalo e si ipotizza il coinvolgimento di altri sacerdoti, mentre i quotidiani locali provano a fare la conta delle donne: 15, 18 o una trentina? Intanto oggi a Pomeriggio 5 viene fatta sentire uno stralcio di una intervista esclusiva fatta alla prima amante del prete, quella da cui è cominciata tutta l’indagine dopo la decisione di denunciare Don Andrea Contin. «Ha un figlio di 4 anni, che non ha mai riconosciuto, ma che provvede a mantenere economicamente. All’inizio della nostra relazione, nel giugno del 2011, propose anche a me di fare un figlio», ha detto la stessa donna ai carabinieri, come scrive il Mattino di Padova.
La comunità di San Lazzaro, alle porte di Padova, è ferita: lo riporta Pomeriggio 5 nella puntata di oggi. Gli elementi che emergono su don Andrea Contin, indagato per violenza privata e induzione alla prostituzione, sono sempre più scabrosi: una donna avrebbe rivelato che il parroco voleva che adescasse ragazzini, che poi avrebbe filmato di nascosto. Gli inquirenti hanno scoperto altri parroci della zona, che sono stati già sentiti. A Pomeriggio 5 viene descritta la vita sopra le righe di don Andrea Contin, che ora è protetto in una comunità messa a disposizione dalla Curia. Al centro per anziani, Casetta Michelino, da lui fondato continua, però, a mandare dei messaggi: «State tranquilli, ma continuate a pregare per me, perché ne ho tanto bisogno» riporta l’inviata di Pomeriggio 5. Gli inquirenti tra l’altro starebbero indagando sulla onlus, per un “buco” di 3 milioni di euro. Don Andrea Contin avrebbe attinto proprio dai conti di Casetta Michelino le risorse necessarie a finanziare viaggi e weekend a luci rosse.
Il caso di don Andrea Contin, coinvolto in un giro di orge e festini, continua a far discutere e Barbara d’Urso se ne occuperà oggi nel corso di Pomeriggio 5. Tutto è cominciato quando una 49enne ha denunciato il parroco di San Lazzaro, accusandolo anche di violenza e favoreggiamento alla prostituzione. Le indagini aprono il vaso di pandora: viene scoperto un campionario di oggettistica fetish e video. Nel mirino finisce poi don Roberto Cavazzana, parroco a Carbonara di Rovolon, che ammette di aver partecipato o assistito alle “feste” di don Andrea Contin. Monta lo scandalo e si ipotizza il coinvolgimento di altri sacerdoti, mentre i quotidiani locali provano a fare la conta delle donne: 15, 18 o una trentina? I preti intanto vengono allontanati, mentre il vescovo Cipolla prima attacca i giornali e poi fa leggere una lettere di scuse ai fedeli, mentre ai preti ordina di tacere. Altri dettagli verranno rivelati da Barbara d’Urso nel corso di Pomeriggio 5.
Dopo l’esplosione dello scandalo a luci rosse e che ha travolto la parrocchia padovana, i fedeli sono rimasti increduli e stupiti di fronte alle accuse mosse a Don Andrea Contin. In tanti, in realtà, hanno preso le sue difese ribadendo il lavoro compiuto nella parrocchia di San Lazzaro e l’onestà da sempre dimostrata dal sacerdote ora allontanato. Dopo un primo momento di immobilità, i fedeli ora provano a reagire. E’ quanto reso noto da vvox.it, citando un nuovo articolo pubblicato oggi sul quotidiano il Mattino nel quale emerge la volontà di don Giovanni Brusegan di organizzare una serata di incontro e riflessione insieme ai suoi parrocchiani. L’argomento centrale sarà naturalmente lo scandalo a luci rosse che ha travolto Don Contin e poi l’intera parrocchia, il tutto affrontato non in maniera scandalistica ma al fine di “riflettere insieme in maniera più profonda e spirituale”. La data dell’incontro è stata fissata al prossimo martedì 7 febbraio, alle ore 20:30, presso il patronato di San Lazzaro. Un incontro di preghiera e riflessione aperto a tutti. In merito, don Brusegan, durante la messa di ieri aveva aggiunto: “Preghiamo per tutta la comunità in un momento difficile come quello che sta attraversando”.
Lo scandalo che si è scatenato nella Diocesi di Padova potrebbe non riguardare solo Don Andrea Contin, l’ex prete di San Lazzaro ora indagato per violenza privata e favoreggiamento della prostituzione. Come rivela Vanity Fair, citando il Messaggero Veneto, ci sarebbero altri sacerdoti i quali avrebbero aderito agli inviti a prender parte ai festini a luci rosse organizzati dal Don, ex avvocato, denunciato dalla sua ex amante 49enne. Tra di loro c’è Don Roberto Caravazzana, il 41enne parroco di Carbonara, divenuto celebre per il suo rifiuto a celebrare le nozze di Belen Rodriguez e dell’ormai ex marito Stefano De Martino, giudicate all’epoca un “carnevale mediatico”. Don Roberto ha confermato di aver partecipato agli incontri a luci rosse ma non risulta indagato. Con lui sarebbero coinvolti anche altri due religiosi che saranno sentiti in procura ma sul cui nome vige il massimo riserbo. Tutti i preti coinvolti nello scandalo sarebbero stati allontanati dalle relative parrocchie, forse destinati a Monselice, a Trento, in Croazia. Fatto sta che la Chiesa di Padova e provincia trema di fronte alla vergogna esplosa nelle ultime settimane e che potrebbe ancora contemplare inediti colpi di scena.
E’ sempre Don Roberto, prete della parrocchia di Carbonara e il secondo nome certo coinvolto nello scandalo a luci rosse che vede protagonista Don Andrea Contin a riservare oggi nuove eclatanti indiscrezioni. A riportarle è il quotidiano Il Mattino di Padova nella sua versione online. Ad accomunare i due preti, oltre agli incontri a luci rosse, era naturalmente anche la compagnia di belle donne. Diversi gli episodi che avrebbero visto Don Roberto coinvolto in possibili guai proprio a causa della sua sfrenata passione. In una circostanza, scrive il quotidiano, il sacerdote si sarebbe trovato di fronte un marito piuttosto arrabbiato a causa di un feeling divenuto troppo evidente tra il Don e la moglie. L’uomo aveva chiaramente invitato il prete a togliere gli occhi dalla consorte. Ma c’era anche chi si era perdutamente “innamorato” di Don Roberto e del suo fascino, come nel caso di una parrocchiana la quale, a detta del sacerdote, lo “perseguitava”. Per tale ragione il religioso avrebbe fatto intendere alla donna innamorata di essere pronto addirittura a denunciarla per stalking se avesse continuato ad ossessionarlo. L’ossessione, mista a passione e perversione sono gli elementi che caratterizzano questa vicenda esplosa con l’iscrizione nel registro degli indagati di Don Andrea Contin ma che potrebbe contenere ancora molti altri lati oscuri.
Le indagini attualmente in corso e che vedono protagonista Don Andrea Contin, ex prete della parrocchia di San Lazzaro a Padova ed indagato per violenza privata e favoreggiamento della prostituzione, hanno allarmato l’intera Diocesi. Dopo gli interventi del vescovo di Padova, a dire la sua è stato nelle passate ore anche il patriarca di Venezia, monsignor Francesco Moraglia. La Chiesa non resta in silenzio di fronte a quello che ha preso le sembianze di un imponente scandalo a luci rosse e che potrebbe ora investire anche altri preti, custodi insieme a Don Andrea Contin di una doppia vita all’insegna della lussuria e della vergogna. Mons. Moraglia, come riporta La Nuova Venezia nell’edizione online, è intervenuto rivelando la sensazione che lui prova, in qualità di credente ma anche di vescovo. Nel primo caso, la vicenda spinosa con al centro Don Contin, esplosa ufficialmente con la denuncia di una sua ex amante 49enne e che ha rivelato perversioni e violenze del sacerdote, non ha potuto non creare in lui “angoscia, disappunto, in certi momenti di rabbia”. Nel suo ruolo di vescovo, però, monsignor Moraglia ha manifestato la volontà di dare il via ad “una vera operazione di verità”. A sua detta, alla base di tali comportamenti non ci sarebbe la questione del celibato, spesso tirata in causa. Se gli inquirenti confermeranno le accuse mosse a Don Andrea Contin ed il coinvolgimento di altri parroci, infatti, per Moraglia tali comportamenti “non solo non sono cristiani ma non sono neanche umani”. Il vescovo proprio non riesce a comprendere da dove siano nati questi comportamenti che lui definisce “inquietanti” e che potrebbero ora coinvolgere anche altre persone oltre a Don Andrea Contin. “Come vescovo ho l’obbligo di capire. Dobbiamo capire chi bussa alle porte dei nostri seminari”, ha aggiunto il monsignore, ribadendo come gli episodi avvenuti a Padova non dovrebbero mai essere nascosti dalla Chiesa. Un punto, questo, venuto alla luce con l’esplosione dello scandalo e che avrebbe visto il silenzio della Curia la quale, stando alle indiscrezioni, era a conoscenza già da tempo delle voci poco rassicuranti sull’operato fuori dalla parrocchia di Don Contin e di altri sacerdoti. Sul front delle indagini, come rivelato nella puntata dello scorso venerdì della trasmissione La vita in diretta, la Procura avrebbe già individuato altri due sacerdoti (oltre a Don Andrea Contin e a Don Roberto, parroco di Carbonara e che avrebbe confermato di aver preso parte ai festini a luci rosse organizzati dal “collega”). Presto potrebbero essere ascoltati, ma sulla loro identità sarebbe calato il più stretto riserbo.