La mamma di Gela, Giuseppa Savatta, da alcuni giorni è stata trasferita in carcere, dopo aver tentato il suicidio al termine del duplice delitto del quale si è macchiata e che ha visto vittime le sue due figlie di 9 e 7 anni. Come rivela LiveSicilia.it la donna 41enne avrebbe molto in comune con un’altra presunta assassina, Veronica Panarello, anche lei siciliana e che secondo l’accusa, esattamente come la Savatta si sarebbe macchiata dell’orrendo omicidio del figlio. Ora Giuseppa Savatta si troverebbe nel medesimo penitenziario che ha già accolto anche la giovane mamma di Santa Croce Camerina. Una casualità o forse qualcosa in più. A quanto pare la 41enne nutriva una vera e propria ossessione per Veronica Panarello e per la sua storia tanto da seguirne tutti gli approfondimenti televisivi a lei dedicati rendendo ancora più inquietante il quadro nel quale si va ad inserire il nuovo delitto di fine 2016, avvenuto in un piccolo centro dell’isola siciliana, dove una mamma depressa ha perso il lume della ragione, compiendo uno dei crimini più cruenti: l’uccisione delle sue due bambine.
, la mamma di Gela che lo scorso 27 dicembre si è macchiata del delitto atroce delle sue due bambine, Maria Sofia e Gaia, rispettivamente di 9 e 7 anni, avrebbe chiesto perdono. A darne notizia è il sito Canicattiweb.it, che rivela alcune indiscrezioni relative alla 41enne, da alcuni giorni trasferita nel carcere di Agrigento dopo essere stata precedentemente piantonata in ospedale. La donna, dopo aver ucciso, strangolandole, le sue due bambine, aveva tentato il suicidio avvelenandosi con la candeggina. A salvarla è stato il marito, Vincenzo Trainito, con il quale da tempo si parlava di separazione, sebbene la causa del duplice delitto di Gela sarebbe da ricondurre alla profonda depressione della quale da anni soffriva Giuseppa Savatta, insegnante di sostegno. Stando alle ultime notizie sull’attuale stato della donna, trasferita di recente nella struttura carceraria di Contrada Petrusa, Giuseppa Savatta sarebbe triste, avvilita e disorientata e proprio questo suo stato di forte depressione sia fisica ma soprattutto psicologica, avrebbe spinto a disporre della sorveglianza a vista, al fine di scongiurate un nuovo tentativo di suicidio, come avvenuto subito dopo l’uccisione delle sue due figliolette, strangolare a mani nude, come dichiarato dalla stessa mamma di Gela ai magistrati. Questi ultimi avrebbero reso noto la ricostruzione dei tragici eventi avvenuti pochi giorni dopo lo scorso Natale, secondo i quali Giuseppa Savatta sarebbe stata bloccata dal marito proprio mentre tentava di uccidersi. “Era armata di coltello, era all’interno della vasca da bagno e puzzava di candeggina”, hanno dichiarato gli inquirenti, i quali hanno confermato anche l’uso di un flessibile sempre nel tentativo di togliersi la vita. Nel corso della conferenza stampa sarebbero emersi nuovi retroscena shock: Giuseppa Savatta avrebbe riportato numerose escoriazioni sul corpo e sul viso. Gli inquirenti ne hanno motivato la provenienza asserendo che i segni sarebbero stati causati dalle due bambine, nel vano tentativo di sottrarsi alla violenza della madre, prima di morire strangolate dalle sue stesse mani.