Cresce il giallo attorno al delitto di Lanfranco Chiarini, l’imprenditore 76enne trovato senza vita nella sua villa a Castel San Pietro, nel Bolognese. Mentre proseguono gli interrogatori a parenti ed amici della vittima al fine di identificare il responsabile del delitto, emergono diversi aspetti poco chiari nell’intera vicenda. Stando a reso noto dal Corriere di Bologna online, oltre all’auto di Lanfranco Chiarini ed al cellulare sarebbe scomparsa anche una valigetta contenente 1000 euro in contanti. La villa divenuta il luogo dell’omicidio, disterebbe chilometri dal centro abitato e qui i cellulari non prenderebbero. Per arrivarci è necessario l’uso dell’auto quindi è probabile che l’assassino, dopo aver ucciso l’anziano imprenditore, sarebbe fuggito con la sua auto, con la quale sarebbe arrivato forse proprio insieme alla vittima. E’ probabile però che sia stato aiutato da un complice. Al momento, tuttavia, si segue sempre di più la pista dell’incontro finito male con una persona che conosceva Lanfranco Chiarini e che avrebbe fatto entrare in casa volontariamente. Sebbene i cittadini abbiano manifestato un certo timore per quanto accaduto, il sindaco ha invitato tutti a stare tranquilli: “Queste cose non sono mai successe a Castel San Pietro”.
E’ giallo attorno all’omicidio di Lanfranco Chiarini, imprenditore 76enne di Castel San Pietro, piccolo centro in provincia di Bologna, trovato morto lo scorso martedì mattina nella sua camera da letto. A darne notizia è Il Corriere di Bologna che evidenzia lo shock vissuto dagli abitanti del paese. Il corpo senza vita dell’uomo è stato rinvenuto seminudo e con ferite da taglio su braccia, mani e nuca dal genero, preoccupato per l’assenza dell’imprenditore sul posto di lavoro. Sin da subito gli inquirenti avrebbero seguito la pista della rapina dagli esiti drammatici ma è anche probabile che l’omicidio si sia consumato dopo un incontro che Lanfranco Chiarini avrebbe avuto con un uomo o una donna che conosceva bene – e questa sarebbe la pista maggiormente battuta – in quanto non sarebbero stati evidenziati segni di effrazione nella villetta sulle colline di Castel San Pietro. Dai primi esami è inoltre emerso il tentativo della vittima di difendersi dal suo assassino, come evidenziato dai segni sulle braccia. Tanti gli enigmi che ruotano attorno all’omicidio di Lanfranco Chiarini: intanto il letto andato a fuoco. Non è ancora chiaro se l’assassino abbia tentato di eliminare le tracce del delitto cercando maldestramente di appiccare un incendio o se invece le fiamme siano state il frutto di un incidente, forse a causa di una candela accesa. Dal giardino dell’abitazione sarebbe inoltre sparita anche l’auto della vittima, uno Skoda Octavia, così come il suo cellulare che attualmente risulta spento. Gli inquirenti sono anche alla ricerca dell’arma del delitto, la stessa usata per infliggere le ferite su mani e braccia ma soprattutto il profondo taglio rinvenuto dietro la nuca del 73enne. Le indagini, dallo scorso martedì, sono diventate fittissime, alla ricerca di qualche informazione utile alla soluzione di un giallo che al momento appare incomprensibile agli abitanti del piccolo centro nel Bolognese e che, ovviamente, ora hanno paura al pensiero che possa esserci un assassino a piede libero. Gli investigatori attualmente starebbero scavando nella vita privata di Lanfranco Chiarini, con riferimento alle sue ultime frequentazioni e nella giornata di ieri sarebbero stati sentiti parenti ed amici al fine di ricostruire le ultime ore di vita dell’imprenditore.