Non usa mezzi termini Nicolò Pollari, dopo anche le parole di Gabrielli, sui possibili rischi di un attentato terroristico in Italia: le parole del capo della Polizia avevano spaventato ieri quando aveva affermato “prima o poi l’Isis colpirà anche noi” e ora arrivano le conferme forse ancora più dure del generale della Guardia Finanza e soprattutto direttore del Sismi. «Niente di nuovo sotto il sole. L’escalation terroristica di matrice islamica non dovrebbe sorprenderci, è la cronaca di una morte annunciata. Ma è anche vero che se finora l’Italia è stata utilizzata come una sorta di hub dai jihadisti, e quindi non colpita, l’intensificarsi di attività preventive e delle espulsioni potrebbe rendere possibile un fatto acuto sul nostro territorio». Pollari a il Tempo ha raccontato i rischi del terrorismo Isis e di altre sigle nel nostro Paese: non sicuri, ma certamente probabili, con l’attenzione dello Stato che «non deve mai venire meno».
Una provocazione che però in tempi come questi certamente non è proprio sagace: il rischio di un attentato in Italia, con le forti misure di sicurezza aumentate su Roma, Milano e sugli obiettivi più sensibili, cresce con l’allarme Isis che spaventa anche il nostro Paese. Ecco che Fabrizio Bracconeri, noto volto tv in passato anche candidato alle europee del 2014 con Fratelli d’Italia, supera i toni normali con un tweet decisamente al veleno che ha suscitato nella giornata di ieri polemiche social a non finire. «vi sembrerà assurdo e mi piange il cuore dirlo ma solo un attentato in Italia ci leverà dai co…noi Pd e Clandestini. Poi la rivolta». Apriti cielo, le parole di Bracconeri sulla “necessità” di un attentato terroristico in Italia riapre la questione sui migranti e la loro pericolosità avvertita da alcuni frangenti della popolazione. Va detto che però toni e significato del tweet non invitano certo alla discussione ma semmai alimentano toni da “tifoserie” becere che non risolveranno mai il problema e che non aumenteranno la serenità in un periodo di forte allarme per possibili attentati in Europa e anche in Italia.
Metà dei terroristi dell’Isis più pericolosi rintracciati dalle forze dell’ordine nel nostro Paese, quelli in grado di realizzare anche un attentato in Italia, sono detenuti nel carcere di Sassari e sottoposti a controlli blandi. A denunciarlo è Mauro Pili, ex governatore della Sardegna che, dopo una visita a sorpresa al penitenziario di Bancali, ha parlato a sardegnalive.net:”La struttura ospita 18 terroristi islamici: nelle celle distrutte dalla violenza jihadista la tensione è alle stelle”. Pili denuncia diverse falle nell’organizzazione del penitenziario:”Mancano 150 agenti, non c’è un interprete, le telefonate sono senza controllo” e aggiunge che “lo Stato, dopo aver dislocato i capi mafia, sceglie Sassari per scaraventare sulla Sardegna quelli che vengono ritenuti dai giudici i più pericolosi terroristi in circolazione in Italia”. Pili, nel corso della sua visita sostiene di essersi imbattuto in “Muhammad Hafiz Zulkifal, imam di Bergamo e Brescia, tunica bianca e barba lunga tinta di rosso, il capo della cellula italiana di Al Qaeda, composta da 18 persone”, che gli avrebbe confidato di “essere un predicatore radicale, non un terrorista”. Ma ha anche incrociato Gamel Mohamed, colui che Obama ha inserito “tra i 30 più efferati criminali jihadisti al mondo”.
L’allerta per un attentato in Italia è sempre molto alta ma, dopo che nei giorni scorsi era filtrato il rischio di una possibile azione terroristica mediante l’utilizzo di Droni, è stato il capo della Polizia in persona, Franco Gabrielli, a ridimensionare le paure dilaganti in queste ore. Intervistato da Il Giornale, Gabrielli ha sottolineato:”Ho visto che è stato dato particolare rilievo a questa vicenda del drone, del parrot: vanno prese tutte con la dovuta cautela, per quanto ci riguarda per non sottovalutarle ma nemmeno per essere in maniera abnorme amplificate”. Rispetto alle notizie di stampa, Gabrielli ha ancora aggiunto: “C’è un flusso informativo che non sempre, per fortuna, corrisponde alla realtà”. La vigilanza per un eventuale attentato in Italia rimane comunque altissima: lo stesso Gabrielli ha confermato che il nostro Paese dovrà pagare prima o poi il prezzo della sua battagli all’Isis.
Fanno riflettere le parole del capo della Polizia, Franco Gabrielli, che in un’intervista rilasciata a Il Giornale lascia intendere come sia solo questione di tempo prima che un attentato avvenga anche in Italia. A tal proposito nelle ultime ore c’è stato chi ha pensato ad un’azione dell’Isis a Roma, per quello che invece sembrerebbe rivelarsi un “semplice” fatto di cronaca. Come riportato dall’Ansa, infatti, nel pomeriggio di ieri un pregiudicato italiano di 41 anni originario di Frosinone è entrato nella Basilica di Santa Maria Maggiore e ha aggredito con un coccio di vetro il padre superiore e il sagrestano. A riportare i danni più gravi sarebbe stato proprio quest’ultimo, trasportato in ospedale in codice rosso per un’ampia ferita che va dallo zigomo al mento. Secondo fonti investigative l’autore dell’aggressione avrebbe problemi psichici ma fino a questo momento non sarebbe emerso alcun collegamento tra quella che a questo punto sembrerebbe essere il gesto di uno squilibrato e un eventuale attentato di matrice islamica.
“Anche l’Italia avrà il suo prezzo da pagare”. Afferrma così il Prefetto Franco Gabrielli, il capo della Polizia, in merito alla possibilità che il nostro Paese rientri nel mirino dell’ISIS. L’ipotesi non sarebbe remota, ma non deve costringere la popolazione a rinchiudersi per anni pur di non correre rischi. E’ questo l’obiettivo del terrorismo, quello “liquido”, come lo definisce ancora Gabrielli, anche se sottolinea come la minaccia non sia assolutamente da sottovalutare. “La cittadinanza, di contro, deve comprendere che deve continuare a vivere normalemente”, sottolinea in un’intervista de Il Giornale, ricordando che le fondamenta della sicurezza del nostro Paese sia formata da controllo del territorio e Intelligence. E a dimostrare che le autorità non stanno per nulla sottovalutando la situazione, l’annuncio di un concorso che aprirà le porte della Polizia a mille agenti. Non bisogna lasciarsi fuorviare inoltre che finora l’Italia non sia diventata un bersaglio diretto dell’ISIS, grazie a prevenzione ed espulsione immediata di sospetti terroristi. Anche in questa direzione, Gabrielli ha annunciato anche che il rimpatrio dei migranti che ricorrono in appello per il diritto d’asilo negato potrà prevedere un solo grado di giudizio come previsto dalle norme europee, contro i tre attuali del nostro sistema giudiziario.