Alla luce delle ultime novità in merito al delitto di Garlasco, e che vedrebbero ora coinvolto il nuovo indagato Andrea Sempio, Alberto Stasi, condannato a 16 anni di carcere in via definitiva per l’omicidio della fidanzata sarebbe apparso calmo, Lo rivela Il Giorno, nel confermare la recente visita nel penitenziario di Bollate tra l’ex bocconiano e uno dei suoi difensori. Proprio la difesa di Stasi avrebbe manifestato una certa sicurezza in merito alla questione del Dna trovato sotto le unghie della vittima e che incastrerebbe ora Andrea Sempio. Il Dna, specifica la difesa, può essere trasmesso solo per contatto diretto e non per contaminazione ambientale. In tal senso, dunque, cadrebbe l’ipotesi avanzata dopo la circolazione delle dichiarazioni rese note dal fratello di Chiara Poggi agli inquirenti nel corso delle indagini e che parlavano di una frequentazione del neo indagato ed all’epoca dei fatti suo amico, non solo in casa ma anche nella stanza della vittima. “Durante le loro visite rimanevamo o nella saletta della Tv al piano terra o salivamo al primo piano all’interno della camera di Chiara per utilizzare il computer”, aveva dichiarato in merito Marco Poggi nel corso degli interrogatori.



La figura di Andrea Sempio resta centrale nell’ambito del delitto di Garlasco bis, l’inchiesta che potrebbe cambiare le sorti di Alberto Stasi. Intanto, come rivela Il Giorno nella sua versione online, il giovane neo indagato ed amico del fratello di Chiara Poggi, avrebbe confermato le indiscrezioni in merito alla sua linea difensiva. Ai cronisti appostati sul posto di lavoro del 28enne ed intenti ad estrapolargli qualche verità, Sempio si sarebbe limitato a dire: “Posso solo dire che ho nominato un avvocato. Lo confermo”. A dispetto delle recenti voci che parlavano di un’archiviazione della sua posizione, l’indagine della procura di Pavia su Andrea Sempio procede spedita. La conferma giunge con una nota ufficiale direttamente dalla difesa dei difensori di Alberto Stasi, fidanzato di Chiara Poggi e condannato in via definitiva alla pena di 16 anni di reclusione per aver commesso l’omicidio della giovane. Dopo la smentita, i due legali che difendono l’ex bocconiano avrebbero aggiunto: “La difesa di Stasi auspica, per il futuro, che non vi siano ulteriori strumentalizzazioni, vista la delicatezza della fase procedimentale instaurata, nonché per il rispetto che si deve a tutti i soggetti coinvolti”.



L’attenzione mediatica in questi ultimi giorni si è concentrata su un nome ed un volto: quelli di Andrea Sempio. Il giovane 28enne di Garlasco da alcune settimane è entrato con forza nell’inchiesta bis sul delitto di Chiara Poggi e indagato come atto dovuto. Il suo presunto coinvolgimento sostenuto dalla difesa di Alberto Stasi potrebbe infatti cambiare le carte in tavola e mutare la posizione del ragazzo condannato a 16 anni in via definitiva per l’omicidio della fidanzata avvenuto quasi 10 anni fa. Nelle passate ore il quotidiano Il Giorno ha raccolto poche parole da parte del nuovo indagato, raggiunto sul posto di lavoro. Sempio si è dimostrato cordiale ed apparentemente sereno: “Si cerca di essere tranquilli. Per quello che si può”. In questi giorni si è scritto tanto e tra le varie indiscrezioni è stata diffusa quella secondo la quale Andrea Sempio avrebbe potuto nominare un avvocato. “Leggo delle cose. Io non sto parlando. Escono lo stesso delle cose che non dico. Non so come escano. Io poi le leggo”, si è limitato a commentare il ragazzo. Prima di congedare il cronista, alla domanda di quest’ultimo “Andrea, come finirà tutto questo?”, l’indagato ha chiosato con una risposta tutto sommato positiva: “Finirà. Finirà”.



Negli ultimi giorni il caso che ruota attorno al delitto di Garlasco, sebbene siano passati quasi dieci anni dall’omicidio di Chiara Poggi, è tornato al centro della cronaca. L’attenzione si è acutizzata in seguito alla nuova inchiesta che vedrebbe implicato Andrea Sempio, giovane amico del fratello della vittima e che potrebbe cambiare il destino di Alberto Stasi. Quest’ultimo, fidanzato di Chiara Poggi e condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione per il suo delitto, non ha mai smesso di pronunciarsi innocente. A sostenerlo è sempre stata la sua famiglia e proprio gli ulteriori accertamenti condotti dal genetista della difesa avrebbero portato a far emergere il nome di Andrea Sempio. Attorno alla sua figura sarebbero tanti i quesiti ancora aperti: intanto, il presunto Dna attribuito al giovane e che sarebbe stato ritrovato sotto le unghie della vittima. Ed ancora, alcune chiamate effettuate dal nuovo indagato al fisso di casa Poggi il giorno dell’omicidio e le ultime rivelazioni tratte dagli interrogatori eseguiti nel corso delle indagini e dai quali sarebbe emersa la conferma, da parte del fratello di Chiara, della frequentazione di Sempio della loro abitazione nel periodo precedente al delitto di Garlasco. Tutti punti a favore di Alberto Stasi, ma che potrebbero non bastare. Come rivelato nelle passate ore dal Secolo d’Italia, infatti, secondo alcune voci provenienti dalla procura di Pavia che si sta occupando dell’inchiesta bis sul delitto di Garlasco, la posizione di Andrea Sempio sarebbe sempre più vicina all’archiviazione. La decisione sarebbe stata presa in seguito alle difficoltà evidenti legate alla verifica del Dna trovato sotto le unghie di Chiara Poggi: appartiene davvero al nuovo indagato, amico del fratello della vittima? L’esperto nominato dalla difesa di Stasi in merito non avrebbe manifestato alcun dubbio: quel Dna apparterrebbe proprio a Sempio. A questa indiscrezione, giunta a due settimane dalla riapertura del caso sul delitto di Garlasco, non sarebbe tardata a giungere la smentita da parte della difesa di Alberto Stasi. “La Procura di Pavia sta, invece, leggendo attentamente gli atti e valuterà tutte le possibili strade percorribili, come del resto immaginabile, in considerazione del poco tempo trascorso e della complessità degli atti da valutare”, hanno reso noto i legali di Stasi, come riportato da Il Giorno. Tutto, dunque, prosegue nella speranza comune di poter far luce in via definitiva su un giallo che resta ancora tale a distanza di quasi un decennio.