TERZA GUERRA MONDIALE. Se nella crisi in Nord Corea la Russia e gli Stati Uniti non riescono a trovare un accordo e un piano di gestione comune, la situazione rischia di potere degenerare e allora quella terza guerra mondiale “paventata” potrebbe davvero divenire realtà. Per questo motivo i continui scontri sul fronte RussiaGate (e capitoli affini) non aiutano per niente lo sviluppo di un piano “comune” per trovare il modo di uscire dalla crisi sul Pacifico: è di oggi la novità che arriva dalle fonti di Sputnik News, con il ministero degli Esteri russo che ha pubblicato un video sulla propria pagina ufficiale di Facebook dove si vedono due persone al buio, una delle quali con l’uniforme della polizia, che cercano di entrare nell’edificio del consolato russo a San Francisco attraverso un cancello chiuso. Lavrov attacca, «I membri dei servizi speciali e della polizia statunitensi continuano ad introdursi illegalmente nel territorio delle strutture russe, violando così il diritto internazionale e la propria legislazione». Sono questioni piccole, scaramucce di intelligence potremmo esagerare a dire, ma non si trova davvero il punto di contatto tra le due superpotenze e la crisi nordcoreana (e siriana) potrebbero davvero subire importanti e letale conseguenze per questi mancati accordi (agg. di Niccolò Magnani)



TRUMP SNOBBA IL TENTATO DIALOGO USA-KIM

La guerra mondiale non si misura con le parole, chiarissimo, ma di certo i segni e i gesti sono significativi per capire se vi sono spazi possibili per un dialogo, un accordo o anche solo un lieve avvicinamento, piuttosto che la chiusura totale dei rapporti tra due o più Paesi in contrasto. Ecco, tra Corea del Nord e Stati Uniti d’America da mesi va avanti la consueta accusa “propagandistica” e le ultime dichiarazioni di Trump non fanno altro che allargare lo steccato tra i due Governi: il presidente Usa non è per niente convinto dal buon esito dei prossimi incontri in Cina del suo stesso segretario di Stato Rex Tillerson, a Pechino per trovare contatti con Pyongyang per risolvere la crisi nordcoreana. «Ho avvertito Rex Tillerson, il nostro magnifico segretario di Stato, che sta perdendo il suo tempo a cercare di negoziare il piccolo Rocket Man. Risparmia le tue energie Rex, faremo ciò che va fatto». La Corea del Nord in effetti finora ha risposto “picche” ad ogni mossa dialogante degli Usa e della stessa Cina: di certo queste parole di Trump non aiuteranno ad un improvviso e clamoroso dietrofront del regime comunista. (agg. di Niccolò Magnani)



L’ITALIA CACCIA L’AMBASCIATORE DI KIM

Anche l’Italia è direttamente coinvolta nella crisi nordcoreana: lo ha rivelato Angelino Alfano, che in un’intervista a Repubblica ha ragionato sull’affermazione di Rex Tillerson, capo della diplomazia Usa, riguardo i contatti tra gli Stati Uniti e il regime di Kim Jong-un. «È un elemento di conforto quel che dice Tillerson ed è più di una clausola di stile. Noi abbiamo preso una decisione forte e cioè di interrompere la procedura di accreditamento dell’ambasciatore della Repubblica Popolare Democratica di Corea», ha dichiarato il ministro degli Esteri. L’ambasciatore nordcoreano dunque dovrà lasciare l’Italia. In merito ai nuovi test nucleari avvenuti nelle scorse settimane, «di potenza superiore a tutti quelli precedenti», e ai lanci di missili balistici, Alfano ha spiegato che «l’Italia, che presiede il Comitato Sanzioni del Consiglio di Sicurezza, chiede alla comunità internazionale di mantenere altra la pressione sul regime». (agg. di Silvana Palazzo)



“TRASFORMEREMO GLI USA IN UN MARE DI FUOCO”

Ci permetterete un ossimoro iniziale: il rappresentante nordcoreano del Comitato per la Pace della regione Asia-Pacifico lancia una minaccia di guerra mondiale agli Stati Uniti. Ecco, il punto è che non lo abbiamo deciso noi l’ossimoro, ma direttamente il rappresentante del regime di Kim Jong-un alla KCNA (agenzia di stato a Pyongyang): «Come rappresentante, riporto chiaramente la dichiarazione del Consiglio di Stato nordcoreano, che riguarda l’ultimatum degli aggressori americani, che hanno perso la testa e sfidano il potente esercito straniero della Nord Corea, è di importanza fondamentale l’avvertenza con cui rendono nota la loro posizione, i vecchi pazzi devono necessariamente capire, noi risponderemo al fuoco con il fuoco». Una dichiarazione durissima, ovviamente propagandistica ma che riflette come lo stato delle cose e del rapporto tra i due Paesi sia sotto tensione mai raggiunta così alta. Parole da chi dovrebbe occuparsi di pace e mediazione che riflettono la difficoltà praticamente impossibile nel costruire un rapporto per fermare la corsa alla terza guerra mondiale. (agg. di Niccolò Magnani)

NUOVO TEST IN VISTA?

Prosegue il programma bellico della Corea del Nord e continuano le provocazioni: l’allarme Terza guerra mondiale resta alto. Fonti di intelligence hanno registrato lo spostamento di alcuni missili da parte del regime di Kim Jong-un: si tratterebbe di ordigni basati nel centro di ricerche di Sanum-dong, a nord della capitale, che sono stati trasferiti in altre posizioni. Secondo gli esperti, citati da Il Giornale, non è da escludere che la Corea del Nord voglia effettuare nuovi test dei vettori Hwasong 12 e 14. Il timore è che i test possano essere eseguito il 10 ottobre, giorno nel quale si celebra l’anniversario della fondazione del partito. Questo potrebbe essere il giorno in cui la pace mondiale rischia di vacillare paurosamente. A nulla sembra valsa l’apertura degli Stati Uniti, che nelle ultime ore ha annunciato di aver allacciato contatti con la Corea del Nord per provare ad aprire una trattativa.

LA LINEA DIFENSIVA USA CONTRO LE MINACCE DI PYONGYANG

Prove generali di Terza guerra mondiale: gli Stati Uniti stanno preparando la strategia difensiva in caso di lancio da parte della Corea del Nord di un missile balistico intercontinentale. Se fosse sparato da Pyongyang, la traiettoria più probabile sarebbe sul Polo Nord. Se gli Stati Uniti volessero abbattere quel missile, dovrebbero farlo nello spazio radar russo o forse sulla Russia stessa. Secondo Defense One, gli Usa potranno contare entro la fine dell’anno su 44 missili intercettori terrestri o GBI. Secondo un consulente della difesa, il ricercatore Joshua Pollack della Middlebury International di Monterey, il percorso di intercettazione più probabile è quello verso la Russia. Tra i problemi di Donald Trump, come riportato da Panorama, dunque non c’è solo la Corea del Nord, ma anche Vladimir Putin, visto che la possibilità di penetrare lo spazio russo in difesa da un attacco nordcoreano è una complicazione ulteriore.