Questa mattina la protesta silenziosa andata in scena nella Cattedrale di Foggia è di quelle davvero particolari: circa 200 braccianti migranti hanno “occupato” la Chiesa centrale della città pugliese. Il motivo? Una protesta pacifica contro le condizioni disumane che molti di loro sono costretti a vivere nei campi-ghetto delle campagne tra San Severo e Rignano Garganico. Protestano per l’assenza di acqua potabile e per le condizioni di vita letteralmente disumane in cui sono costretti a vivere ormai da mesi: «Siamo lavoratori, non carne da macello», si leggeva nei cartelli issati e portati all’interno della Cattedrale mentre i fedeli attoniti osservavano la scena subito dopo la Santa Messa mattutina. Il parroco don Daniele D’Ecclesia li ha accolti e ha proposto loro la recita del Sacro Rosario tutti insieme per pregare Dio per le loro condizioni. Dalla preghiera all’ascolto, non solo il parroco ma anche il Vescovo di Foggia, mons. Vincenzo Pelvi ha atteso i migranti e chiesto loro le ragioni di questo gesto e le richieste per le loro condizioni di infima dignità per quanto stanno vivendo.
LE LETTERA A PAPA FRANCESCO
«I fondi comunitari destinati all’agricoltura pugliese ammontano a oltre un miliardo e mezzo di euro, però si continua a sfruttare i braccianti sul piano lavorativo e sociale nelle campagne – denuncia Aboubakar Soumahoro del coordinamento Usb (Unione sindacale di base), presente in Chiesa e a colloquio con il Vescovo e il Parroco. Sono uomini, donne e ragazzi giovani impegnati tutti i giorni nella raccolto del pomodoro e dei tanti prodotti agricoli pugliesi: fino a poco tempo fa vivevano nel ex gran ghetto nelle campagne tra Rignano Garganico e San Severo, sgomberato qualche mese fa. Ma le condizioni non sono certo migliorate nelle “nuove” baracche: « Noi viviamo in mezzo alle campagne e sono mesi che non abbiamo acqua potabile. Nel contempo abbiamo sottoscritto con la Regione Puglia, in data 31 luglio scorso, un accordo che stabilisce il superamento della ghettizzazione, l’inserimento lavorativo, il rispetto dei contratti di lavoro con vitto e alloggio a carico dei datori di lavoro e infine l’istituzione di un tavolo permanente sull’agricoltura». Questa mattina dunque gli stessi cittadini extracomunitari hanno preannunciato di rimanere raccolti in preghiera in cattedrale fino a quando non riceveranno risposte da parte del governatore Puglia, Michele Emiliano, e fino a quando non sarà ripristinata la regolare erogazione dell’acqua potabile. E non solo, hanno inviato una lettera a Papa Francesco per chiedere un aiuto in questa complicata vicenda sociale e politica, magari con l’intermediazione proprio del Vescovo foggiano che ha accolto le loro istanze senza respingerli.