Federica Brocchetti: si chiama così l’ex assistente dell’onorevole Mario Caruso. La ragazza ha deciso di uscire allo scoperto dopo aver accusato attraverso Le Iene Show di avergli fatto delle avances, oltre di aver lavorato in nero per un anno e mezzo, mentre il figlio del sottosegretario alla Difesa, Domenico Rossi, sarebbe stato assunto sotto raccomandazione. Ma Le Iene nella puntata di oggi hanno messo in evidenza un altro aspetto: come ha fatto ad entrare in Parlamento se non è sotto contratto? Il regolamento prevede infatti che possa avere il tesserino solo chi ha un contratto. «Questo tesserino mi è stato rilasciato nonostante non avessi alcun contratto», ha spiegato infatti Federica Brocchetti. Fatta la legge, trovato l’inganno: il tesserino le è stato concesso dal gruppo parlamentare. «Bastava che venisse compilata un autocertificazione, ma avrebbero rischiato penalmente. Non c’è un buco nel regolamento, ma una voragine», il commento di Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera dei deputati. «I gruppi danno il tesserino senza il contratto. Quello che è successo è indegno e inaccettabile», il commento di Laura Boldrini, presidente della Camera dei deputati, durante l’incontro con Federica Brocchetti. (agg. di Silvana Palazzo)
NUOVO SERVIZIO STASERA SU ITALIA 1
Le Iene Show tornano alla carica: il programma stasera si occuperà nuovamente del caso dell’onorevole Mario Caruso, che avrebbe assunto sotto raccomandazione il figlio di Domenico Rossi, sottosegretario alla Difesa. A denunciare la vicenda è stata una stagista, Federica B., accendendo così i riflettori sulla condizione dei portaborse. L’ennesimo scandalo li ha spinti a scendere in piazza a Montecitorio per protestare. Valentina, presidente dell’Associazione Italiana Collaboratori Parlamentari, a Vanity Fair ha spiegato che i portaborse percepiscono uno stupendo che oscilla dai 500 ai 1300 euro circa. Il problema è rappresentato anche dal lavoro in nero, visto che spesso non sono messi sotto contratto. Anche per questo gli assistenti parlamentari si sono appellati alla presidente della Camera, Laura Boldrini. «Chiediamo un adeguamento al resto dell’Europa. Entro la fine della legislatura, quindi in questi ultimi pochi mesi a disposizione. Non chiediamo stabilizzazioni ma regole e tutele come accade negli altri parlamenti», ha dichiarato Valentina. (agg. di Silvana Palazzo)
IL SOTTOSEGRETARIO ROSSI NEGA LE ACCUSE
Il primo grande scoop della nuova stagione de “Le Iene Show” è stato sicuramente relativo all’Onorevole Caruso, accusato di aver assunto sotto raccomandazione il figlio del sottosegretario alla Difesa, Domenico Rossi. Rossi è stato impegnato nelle ultime settimane in una missione istituzionale in Australia, ed ha potuto finalmente tornare in patria, anche per difendersi dalla tempesta mediatica che lo ha coinvolto, in cui la metodologia di lavoro di Caruso è sembrata coinvolgere le sfere tanto spesso denunciate del nepotismo e dello sfruttamento del lavoro che hanno coinvolto il mondo della politica. La stagista Federica che si è vista rifiutare la possibilità di avere un contratto dopo un anno e mezzo di lavoro, mentre il figlio di Domenico Rossi è stato assunto dall’onorevole Caruso come collaboratore parlamentare. Grande è stata l’indignazione popolare per un caso che ha messo in luce come il malcostume della politica, a molti anni dal malaffare denunciato dal libro “La Casta”, è ancora più che mai radicato.
DOMENICO ROSSI: “SONO ANSIOSO DI CHIARIRE TUTTO”
Il sottosegretario Rossi al quotidiano La Repubblica ha voluto però riportare la sua versione dei fatti, spiegando come il ritorno dall’Australia abbia per lui innanzitutto altre priorità: “25 ore di viaggio e una settimana di gogna mediatica, sogno una doccia e di riabbracciare mia moglie e i miei figli.” Il commento sul polverone alzatosi nei suoi confronti ovviamente non manca: “Non ho fatto nulla di illegale, Non capisco tutto questo accanimento su di me. Avere un figlio disoccupato e un altro con un contratto precario a 450 euro al mese a 33 anni: sarebbe questo lo scandalo?” In ogni caso Rossi ha rimesso la sua delega da sottosegretario finché non sarà definitivamente chiarita la sua posizione. Rossi ha chiesto di “Essere ascoltato nel più breve tempo possibile dai questori per chiarire le accuse che in questi giorni mi sono state rivolte con notevole accanimento persecutorio”.
LA DIFFICILE SITUAZIONE DEI COLLABORATORI PARLAMENTARI
Di sicuro il caso di Federica, dell’onorevole Caruso e del sottosegretario Rossi ha messo in luce la difficile condizione dei “portaborse” italiani, i collaboratori parlamentari che teoricamente hanno diritto a contratti regolari, male che vada a retribuzioni da 1200 euro mensili a tempo determinato, ma che sempre più spesso si ritrovano semplicemente a lavorare a progetto, ricevendo tra i 500 e gli 800 euro mensili, senza indennità, maternità, malattie, ferie. A un passo dal lavoro nero, un’anomalia tutta italiana perché gli stessi collaboratori parlamentari italiani, quando si trovano a lavorare per rappresentanti del parlamento europeo, si vedono riconosciuti diritti impensabili nel nostro paese. Come spiegato sempre a La Repubblica da Josè De Falco vicepresidente dell’Aicp, l’associazione dei collaboratori parlamentari: “Altri parlamenti investono molto di più sulla figura dei collaboratori e a ragione: un buono staff rende più produttivo il singolo parlamentare e aumenta la qualità del lavoro delle camere. Invece in Italia siamo considerati un’appendice delle istituzioni”.