Finalmente i riflettori sulla vicenda controversa di David Rossi tornano ad accendersi, come da anni spera che accada la sua stessa famiglia. Tutto è partito dal servizio de Le Iene che ha messo in luce aspetti inediti, come le dichiarazioni dell’ex sindaco di Siena. Oggi, come riporta Gonews.it, anche l’attuale primo cittadino della città toscana, Bruno Valentini, ha rotto il silenzio ed ha ringraziato pubblicamente il procuratore per aver reso pubblici tutti gli elementi che hanno portato all’archiviazione dell’inchiesta sulla morte di Rossi. “Il fascicolo di 58 pagine va letto e studiato prima di cavalcare l’onda mediatica”, ha commentato il sindaco. Di contro, ha anche asserito che in caso di nuovi elementi, il suo auguri è che la Magistratura possa approfondirli con accuratezza. “L’apertura di un nuovo fascicolo a Genova, in questo senso, può rappresentare una nuova opportunità per ulteriori approfondimenti”, ha detto. Quindi Valentini ha chiesto a tutti “coloro che vogliono solo cavalcare il comprensibile sgomento dell’opinione pubblica per fini personali”, di astenersi dal commentare ulteriormente la vicenda. Le parole giungono dopo la scelta della procura di Siena di pubblicare integralmente sul proprio sito l’ordinanza con la quale il Gip, lo scorso luglio, ha archiviato per la seconda volta il caso sulla morte di David Rossi, bollandolo come suicidio, a dispetto dell’opinione pubblica e di quanto sostenuto dalla famiglia del dirigente Mps. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



LE PAROLE DELLA VEDOVA

In un’altra intervista al Corriere della Sera, il giorno dopo di quella pubblicata con l’ex sindaco Piccini protagonista, arriva la replica della vedova di David Rossi, Antonella Tognazzi. Come l’ex sindaco di Siena, anche lei è convinta che il marito sia stato assassinato e lo va ripetendo praticamente dal giorno della morte misteriosa bollata subito come “suicidio”: però non crede alla questione dei festini, «Io non ho mai sospettato nulla, ma s’indaghi anche su questo sino in fondo, senza reticenze, si arrivi alla verità. Costi quel che costi. Conoscevo David, la sua moralità, la sua voglia di vivere, il suo amore per la famiglia. E questo mi dà la forza di dire: andiamo avanti senza tralasciare alcuna pista, anche quella del più odioso pettegolezzo. Io ho la certezza che mio marito sia stato ucciso, che qualcuno l’ha gettato dalla finestra del suo ufficio. Spero si torni a indagare». La moglie dell’ex responsabile della comunicazione di Mps entra nelle pieghe delle ultime rivelazioni e novità sulla possibile riapertura del caso giudiziario.



«Che David sia stato assassinato e che le indagini sono state fatte male. Non lo dico solo io ma anche l’anatomopatologa Cristina Cattaneo, perito incaricato dalla Procura, la stessa che ha lavorato sul caso di Yara Gambirasio. La dottoressa, tanto per farle un esempio, ha scritto che sul corpo di mio marito c’erano segni non compatibili con una caduta ma riconducibili a una colluttazione. Eppure di questo, nell’inchiesta, non si fa parola. Ed è solo un elemento, ce ne sono tanti altri ignorati. Io sono convinta che bisognerebbe aprire ancora una volta il caso e indagare come si deve», attacca la donna, che ricorda un David molto impaurito in quei giorni prima della tragedia, quasi come fosse minacciato. «Era un uomo che aveva paura di essere ucciso. Anche una situazione di stress come quella non poteva giustificare la sua agitazione. Non lo avevo mai visto così, a fargli così tanta paura non poteva essere solo preoccupazione lavorativa e un’inchiesta nella quale oltretutto lui non era neppure indagato».



L’EX SINDACO VERRÀ SENTITO DAI GIUDICI?

L’ex sindaco di Siena, Pierluigi Piccini, sarà sentito come persona informata dei fatti dalla procura di Genova? E’ questa l’ipotesi avanzata da Firenze Post, in merito alle dichiarazioni dell’ex primo cittadino della città toscana in riferimento al controverso caso sulla morte di David Rossi, rilasciate prima a Le Iene e di recente al Corriere. Al centro dell’attenzione, le sue ammissioni sui presunti festini ai quali avrebbero preso parte importanti personaggi della scena politica nazionale e della magistratura. Ieri, il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi avrebbe aperto un fascicolo per atti relativi, assegnandolo al pm Cristina Camaiori del pool che si occupa di indagare sui colleghi toscani. Un’inchiesta che avrebbe preso il via proprio dopo aver ricevuto la registrazione della puntata della trasmissione da parte del procuratore capo di Siena, Salvatore Vitello. Per tale ragione presto Piccini potrebbe essere ascoltato in merito alle sue dichiarazioni che stanno facendo molto discutere. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

DAVIDE VECCHI: “PROVE FONDAMENTALI DISTRUTTE!”

Proprio nei giorni in cui il caso relativo alla morte di David Rossi è tornato ad avere una risonanza nazionale, arrivano nuove rivelazioni. È in uscita domani infatti il libro “Il suicidio imperfetto” scritto da Davide Vecchi, che ha seguito per Il Fatto Quotidiano la vicenda. «Abbiamo scoperto che prove fondamentali, come i sette fazzoletti sporchi di sangue trovati nello studio di David la sera della sua morte, sono stati distrutti dal Pm Natalini il 14 agosto, prima ancora che il Gip autorizzasse l’archiviazione o magari un supplemento di indagine», ha raccontato ad Antenna Radio Esse. A proposito delle falle nelle indagini, Vecchi ha raccontato che sono andati persi anche video e tabulati. «Le indagini sono state fatte male», ha aggiunto il giornalista. «Ho fatto la ricostruzione degli atti, di quello che c’è e soprattutto di quello che non c’è cercando di seguire un ragionamento logico», ha concluso Vecchi. (agg. di Silvana Palazzo)

EX SINDACO PICCINI CONTRO L’OMERTÀ DI CHI LO CRITICA

Il caso di David Rossi è tornato nuovamente al centro dell’attenzione dopo il servizio de Le Iene e le dichiarazioni dell’ex sindaco di Siena, Pierluigi Piccini. Un’attenzione che lo stesso Piccini ha colto “positivamente” come scrive Corriere di Siena, citando le parole dell’ex primo cittadino in una nota. A sua detta, fare chiarezza sul caso lo si deve non solo alla città ma anche alla sua comunità. “Dal canto mio confermo la disponibilità a parlare di tutto ciò che so, e che ho detto già da molti anni, consapevole di sostenere un’ipotesi scomoda: soprattutto per me”, ha sostenuto Piccini, sostenendo come da Siena nessuno si sarebbe ad oggi mai esposto. Proprio lui sarebbe stato attaccato perché sosterrebbe una tesi diversa rispetto a quella ufficiale. “Non servono più mesi di discussione pubblica: serve un lavoro serio e preciso di approfondimento al solo servizio della verità”, dice oggi, puntando il dito contro l’omertà della sua stessa città. A prendere posizione, dopo le sue parole, è stato anche l’ordine degli avvocati di Siena, che in una nota “manifesta il proprio sconcerto per le modalità con cui sono stati fatti riferimenti indiscriminati a magistrati del nostro tribunale”. Anche il consiglio chiede che la procura possa fare maggiore chiarezza “per non addensare altre nubi su un caso che ha profondamente turbato l’intera cittadinanza”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

I POSSIBILI MOTIVI DELLA MORTE DI ROSSI

Il caso di David Rossi, il giovane dirigente di Monte dei Paschi di Siena morto in stranissime circostanze il 6 marzo 2013 (precipitato dalla finestra del suo ufficio, morendo 10 minuti dopo in un vicolo), è tutt’altro che chiuso: bollato subito come suicidio, gli ultimi elementi usciti dopo le parole dell’ex sindaco di Siena Pierluigi Piccini alle Iene Show pochi giorni fa riportano alla luce l’inquietante possibilità di un attentato alla sua vita (purtroppo andato fino in fondo). «Non si è suicidato e vi dico perché», aveva spiegato al programma di Mediaset (clicca qui per tutte le info e il servizio de Le Iene nel dettaglio), e nell’intervista rilasciata oggi al Corriere della Sera si approfondisce e non poco la vicenda fosca attorno alla morte di David Rossi. Presunti suicidi, morti camuffare e festini orgiastici con presenze eccellenti e non nominabili: la storia di Rossi e la sua fine porterebbe nel calderone tantissime personalità, secondo Piccini, e potrebbe essere questa la vera motivazione della morte improvvisa di David Rossi, il cui ex sindaco non crede affatto al suicidio. Il procuratore di Siena, Salvatore Vitiello, ha interessato del caso la Procura di Genova (che indaga sui fatti dell’Mps) per fare luce su quelle dichiarazioni-choc di Piccini, «di magistrati senesi coinvolti, in “festini” a base di “cocaina” che si sarebbero tenuti in due ville, una in una località tra Siena e Arezzo e l’altra in zona di mare». L’ex sindaco non accusa nessuno ma conferma che «tutti a Siena sanno di quei festini. E soprattuto sanno che David Rossi non si è ucciso, ma è stato assassinato. E io, che David lo conoscevo molto bene, ne sono assolutamente convinto. Nulla di nuovo».

LA RELAZIONE TRA I FESTINI E LA MORTE MISTERIOSA

Ma il tipo di nesso e relazione tra il festino usuale a Siena tra le classi altolocate e la morte di David Rossi è il vero bandolo della matassa da trovare e sbrogliare: ««Io ho solo riportato voci che mi ha raccontato qualcuno, mi sembra un avvocato romano, e anche queste circolano da tempo in città. Non sono novità, almeno per noi senesi. Lei pensi che nel 2013 durante un’assemblea del Monte dei Paschi un consigliere comunale parlò pubblicamente di personaggi orgiastici e pervertiti», spiega ai colleghi del Corriere l’ex sindaco della città toscana, prima di aggiungere come «Io so soltanto che, appena due giorni prima di morire, David mandò un messaggio a un alto dirigente di Monte dei Paschi avvertendolo che avrebbe raccontato tutto ai magistrati. Queste cose le sto ripetendo da anni». La procura all’epoca non ha dato ascolto a Piccini, ma ora pare che potrebbe ripensarci dopo queste ultime novità rese pubbliche: «voglio che la verità su David Rossi venga fuori una volta per tutte. Anche se ci sono state due inchieste che hanno archiviato la sua morte come un suicidio io sono convinto che l’abbiano ucciso».

Secondo Piccini, il banchiere morto per la sua cultura e per la sua vita non avrebbe mai potuto togliersi la vita, specie così: non solo, «aveva ferite compatibili con una colluttazione, dalla finestra è caduto in modo innaturale e il suo orologio pare sia stato gettato giù mezz’ora dopo, sette fazzoletti sporchi di sangue sono stati trovati nel suo studio senza che nessuno abbia analizzato il dna e adesso sono stati distrutti. Aveva chiamato l’anziana madre dicendole che stava arrivando, così come la moglie. Aveva minacciato di andare a raccontare tutto alla magistratura». Già, quegli stessi magistrati che ora però per fortuna hanno deciso forse di riprendere in mano le carte e provare a scoprire davvero cosa sia successo quel tragico 6 marzo di 4 anni fa. «I magistrati hanno detto di non aver trovato prove sufficienti né un mandante per avvalorare l’ipotesi dell’omicidio. Ma se non c’è movente del delitto qual è quello del suicidio? Le motivazioni sono ancora più deboli di quelle dell’omicidio», spiega ancora Piccini.