Torna a parlare Cesare Battisti e il suo timore di vedere passare la richiesta di estradizione in Italia aumenta sempre di più: «Se il Brasile confermerà la mia estradizione in Italia mi consegneranno alla morte» spiega il terrorista delle Brigate Rosse nell’ultima intervista rilasciata in Brasile nelle stesse ore in cui il Tribunale Supremo e il Presidente Temer dovranno decidere sul futuro del romanziere italiano. Condannato in contumacia in Italia per 4 omicidi, sul giornale brasiliano  Estado de Sao Paulo, Battisti urla tutta la sua rabbia: «Perché non ho diritto di restare in Brasile? Quello che mi preoccupa maggiormente è che non potrò più vedere mio figlio. Un’altra cosa terribile è che non si può dare a una persona la possibilità di farsi una famiglia e vivere legalmente in un paese per poi all’improvviso togliergli tutto». Secondo Cesare Battisti è comunque qualcosa di «mostruoso tutto questo, non sono un clandestino e non sto compiendo nessun illecito». Dopo l’arresto per la sua “fuga” in Bolivia, Battista si difende e afferma ai cronisti come «non ho mai pensato di uscire dal Brasile, ma se avessi voluto farlo non sarei andato in Bolivia, avrei scelto l’Uruguay, perché è un paese un po’ più affidabile ed è dove ho più relazioni. Non so se il Brasile vorrà macchiarsi sapendo che il governo e la stampa hanno creato questo mostro in Italia. Mi consegneranno alla morte», ribadisce l’ex terrorista rosso. (agg. di Niccolò Magnani) 



GOVERNO ITALIANO, “FIDUCIA IN TEMER, FATTI TUTTI I PASSI”

Il Governo Italiano ha rilasciato con il ministro Alfano e il guardasigilli Andrea Orlando due dichiarazioni simili che raccontano una possibile evoluzione a breve del caso di Cesare Battisti: «Adesso dobbiamo solo esprimere rispetto per le decisioni del presidente brasiliano e per le sue valutazioni che attendiamo con grande fiducia. Noi abbiamo fatto un grande lavoro meno proclami si fanno in questo momento più probabilità ci sono di arrivare all’obiettivo», spiega il ministro degli Esteri invocando la decisione del Brasile nelle prossime settimane sull’estradizione dell’ex terrorista brigatista rosso. A fare da compagnia a queste parole anche quelle di Orlando che spiega come «Sono stati assolutamente fatti tutti i passi necessari per l’estradizione di Cesare Battisti. Questo non è il momento di commentare – ha aggiunto – ma di lavorare con grande determinazione». La difesa di Battisti continua a ritenere impossibile la richiesta di estradizione per motivi legali e per le decisioni già prese in passato dal presidente Lula: Temer però ha ribaltato tutto – anche se finora mancano conferme ufficiali da Brasilia – e ora anche la polizia brasiliana ha dichiarato di tenere sotto controllo l’abitazione di Battisti onde evitare altre fughe improvvise. (agg. di Niccolò Magnani)



GIUDICE MENDES, “A BREVE IN ITALIA”

In una intervista al Messaggero ha parlato il giudice Gilmar Mendes che nel 2009 segui direttamente il caso di Cesare Battisti con un doppio incarico particolare – presidente della Corte suprema brasiliana, Stf, e relatore di uno dei due casi riguardanti l’italiano – che non portò gli effetti sperati dallo stesso giudice che ritiene giusta l’estrazione ma che fu “fermato” dal provvedimento di rifugiato firmato dall’ex presidente Lula. Ora però, con Temer che pare abbia revocato quel provvedimento l’unico limite che separa ancora l’ex terrorista e brigatista dal tornare in Italia è la decisione del Tribunale Supremo Federale che dovrà decidere a breve sulla richiesta di Habeas Corpus della difesa che reputa “del tutto impossibile” l’estrazione. «Come esistono dei gruppi di sinistra che furono decisivi per la permanenza di Battisti, così esiste una maggioranza silenziosa favorevole alla sua estradizione. Se il presidente dovesse concedere l’estradizione, avrebbe un ampio sostegno da parte della popolazione e non ci sarebbe “nessun impedimento di tipo giuridico. Battisti può  essere tranquillamente estradato», conclude il giudice che attende come Temer la decisione del giudice della Corte Luiz Fux che finora ancora non si è pronunciato. (agg. di Niccolò Magnani)



“IN BRASILE SONO PROTETTO”

Potrebbe arrivare a momenti il provvedimento di estradizione per Cesare Battisti. L’ex terrorista dei proletari armati per il Comunismo era stato fermato nei giorni scorsi cercando di fuggire dal Brasile in Bolivia, ma al rientro si era detto sicuro della possibilità di poter restare in Brasile. E aveva spiegato in un’intervista rilasciata a Rede Globo, che aveva fatto molto discutere: “In Brasile sono protetto, posso uscirne come e quando voglio. Se pensano di potermi mandare in Italia lo faranno illegalmente. È qui che vorrei costruire la mia casetta nonostante alcune strane manovre per mandarmi in Italia.” Manovre di cui forse Cesare Battisti aveva avuto sentore al momento della sua tentata fuga. Alle sue dichiarazioni aveva risposto con indignazione il figlio del gioielliere ucciso da Battisti nel 1979, Alberto Torregiani: “Queste parole sono la dimostrazione di quanto Battisti sia beffardo, menefreghista, assolutamente contro ogni morale.” 

CESARE BATTISTI: REVOCATE LE CONCESSIONI DI LULA?

Nella tarda serata italiana di mercoledì 11 ottobre è arrivata però, diffusa dai quotidiani Folha de Sao Paulo e Jornal do Brasil, la notizia che il presidente del Brasile, Michel Temer, sia intenzionato a revocare lo status da rifugiato a Battisti, che era stato concesso dall’ex presidente Ignacio Lula da Silva. Alla richiesta farebbe dunque seguito l’ordine di estradizione, anche se gli avvocati difensori di Battisti hanno spesso sottolineato come la posizione di Lula non fosse revocabile, con lo status di rifugiato politico inalienabile per Battisti. Anche lo stesso Battisti aveva spiegato la sua posizione: “Perché avrei dovuto fuggire? Io sono protetto, il decreto Lula non può essere revocato: sono passati cinque anni, Non sono più un rifugiato politico ma un immigrato con un visto permanente. Io posso uscire da questo paese come e quando voglio, senza nessuna restrizione, ho tutti i diritti brasiliani.” La decisione del presidente Temer sembrerebbe però ormai presa e Battisti potrebbe essere estradato in Italia a giorni.