Iniziativa quantomeno indicatrice di una scarsa conoscenza musicale, se non blasfema, quella intrapresa dall’Università Iberoamericana Puebla fondata nel 1983 dai gesuiti a San Andrés Cholula in Messico. Esiste una sede anche a Città del Messico ed è molto rinomata come centro studi. L’iniziativa messa in atto però dimostra come a volte si può “sbarellare” anche con le migliori intenzioni. Come riporta il sito ChatholicHerald, qualche giorno fa è stata promossa presso gli studenti una messa in cui i presenti avrebbero potuto “ascoltare e riflettere sulle canzoni del gruppo inglese Coldplay”. Da anni si dibatte nella Chiesa cattolica sul bisogno di tornare a celebrazioni liturgiche quanto più ortodosse possibili, eliminando lo scempio di canzonette pop usate al posto dei canti tradizionali, cosa che sembrava più o meno accettata, anche se dagli Stati Uniti arrivano spesso notizie di canti composti da aitanti aspiranti cantautori di livello bassissimo. Le messe rock, poi, sono un brutto ricordo degli anni 70. Invece in questa prestigiosa università, come si vede da un video caricato su facebook, i partecipanti hanno avuto la possibilità di ascoltare hit come Every Teardrop is a Waterfall dei Colplay mentre il sacerdote celebrava la liturgia.
I Coldplay non hanno peraltro alcun messaggio religioso nelle loro canzoni: altra cosa se si fossero usate canzoni di artisti dal senso religioso profondissimo come Leonard Cohen, Bob Dylan, gli U2 o Van Morrison. Non sarebbe andato bene lo stesso, perché si poteva organizzare un incontro con a tema le canzoni di quei personaggi e non ascoltarli durante la messa, ma almeno si evitava di usare le canzoni di un gruppetto pop senza alcun significato. E’ intervenuta l’arcidiocesi locale, rilasciando un comunicato ufficiale su twitter spiegando che l’arcidiocesi non ha organizzato né promosso tale iniziativa, aggiungendo che l’eucarestia “è il più grande tesoro di Cristo”: “si chiede di evitare con il pretesto della sperimentazione” si legge ancora “di fare cose che distraggano i fedeli dalla santità del posto, dalla dignità della liturgia e dalla pietà dei fedeli”. Quanto si canta in chiesa, dice ancora il comunicato, “deve avere parole che sono fedeli alla dottrina cattolica, basate sulle Sacre Scritture”.