Gianna Del Gaudio e Daniela Roveri: i due casi di omicidio sono collegati tra loro? A instillare il dubbio sono le nuove rivelazioni di Quarto Grado, in onda oggi, venerdì 13 ottobre 2017, su Retequattro. L’inviato della trasmissione, Giorgio Sturlese Tosi, riferisce un aggiornamento importante sui due delitti: dalle prime analisi è emerso che le due tracce condividono le stesse porzioni di cromosoma Y, cioè la parte di DNA maschile che determina l’appartenenza alla stessa linea paterna. Gli inquirenti hanno deciso di confrontare le tracce biologiche trovate sulle scene dei due crimini, mettendo a confronto il profilo genetico trovato sotto le unghie della Roveri e quello repertato sul guanto rinvenuto, insieme al taglierino con cui è stato commesso il crimine, a pochi metri dal luogo in cui è avvenuto il delitto Del Gaudio. Le due tracce potrebbero appartenere a due persone di sesso maschile imparentate tra loro, anche alla lontana, o addirittura essere lo stesso uomo. Una svolta importante: la Procura di Bergamo, che finora ha indagato su questi casi trattandoli separatamente, ha chiesto ai RIS dei Carabinieri di svolgere analisi ancor più specifiche su queste tracce genetiche. Ora l’obiettivo è ricavare dal campione di DNA trovato sul corpo di Daniela Roveri l’intero profilo genetico per identificare in maniera inequivocabile una sola persona al mondo, che potrebbe essere perciò l’assassino.



UN SERIAL KILLER O DUE ASSASSINI?

Uno scenario inquietante quello descritto da Quarto Grado in merito ai casi di Gianna Del Gaudio e Daniela Roveri, entrambe aggredite alle spalle e colpite a morte alla gola con una lama affilata. La professoressa 63enne di Seriate (Bergamo) è stata uccisa nella sua abitazione nella notte tra il 26 e il 27 agosto del 2016; la manager 48enne è stata assassinata il 20 dicembre 2016 all’interno dell’androne del suo palazzo, nel quartiere bergamasco di Colognola. Per quest’ultimo omicidio non ci sono ancora indagati, mentre per il primo delitto è indagato a piede libero il marito della donna Antonio Tizzani. Nel gennaio di quest’anno è stato disposto un confronto tra le due autopsie, ma prima che venissero realizzate analisi di cui abbiamo precedentemente parlato. Il procuratore di Bergamo Walter Mapelli in quell’occasione dichiarò ai microfoni di Quarto Grado: «Non riteniamo che [le analogie tra le due vicende, ndr] siano indicative dell’esistenza di un serial killer, però un atteggiamento di elementare prudenza e di apertura investigativa impone un confronto tra i medici legali dei due casi».

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