E’ stato rinviato a nuova data il processo bis sulla morte del giovane Stefano Cucchi. La prima udienza del nuovo procedimento si terrà il prossimo 20 ottobre, in quanto nella giornata odierna il Presidente della III Corte d’Assise di Roma ha dichiarato la sua astensione. Il motivo di tale decisione, come riporta RaiNews, sarebbe da rintracciare nell’incompatibilità, dal momento che il medesimo giudice, Evelina Canale, aveva presieduto nell’ambito del primo processo per la morte del giovane geometra. Cucchi, come ricordiamo, fu arrestato nell’ottobre del 2009 ma morì una settimana dopo in ospedale. Sul suo decesso, ad oggi, non è ancora stata fatta totale luce. Il processo bis nel quale sono imputati cinque carabinieri, si terrà nell’aula bunker di Rebibbia dalla prossima settimana, 20 ottobre 2017, in occasione della nuova udienza durante la quale il presidente del tribunale esprimerà la sua decisione in merito alla nomina di un nuovo collegio giudicante. Alla sbarra, cinque uomini dell’arma, tre dei quali – Alessio Di Bernardo, Raffaele D’Alessandro, Francesco Tedesco – accusati di omicidio preterintenzionale. A carico di Tedesco anche l’accusa di falso in merito al verbale relativo all’arresto di Stefano Cucchi e calunnia. Del medesimo reato sono accusati il maresciallo Roberto Mandolini (all’epoca dei fatti capo della stazione in cui fu eseguito l’arresto del giovane) e Vincenzo Nicolardi, anche lui carabiniere. Nell’ambito del nuovo processo bis si sono costituiti parte civile, oltre che i familiari di Cucchi anche il Comune di Roma, Cittadinanzattiva e i tre agenti di polizia penitenziaria che nell’ambito del primo processo erano stati accusati proprio da tre dei cinque imputati (e poi assolti).
DALL’ARRESTO ALLA MORTE: I VARI PROCESSI
Era il 15 ottobre 2009 quando Stefano Cucchi fu sorpreso in possesso di 28 grammi di hashish e pochi grammi di cocaina. Arrestato e processato per direttissima, nell’udienza della mattina seguente al fermo il giovane mostrava segni evidenti di lividi al volto ed aveva difficoltà a camminare e parlare. Fu condotto nel carcere di Regina Coeli ma a distanza di 24 ore le sue condizioni precipitarono tanto da essere trasportato al Fatebenefratelli dove gli furono riscontrate lesioni ed ecchimosi alle gambe e al viso, frattura della mascella, emorragia alla vescica, lesioni al torace e due fratture alla colonna vertebrale. Fu chiesto il ricovero che Cucchi rifiutò prima di tornare in carcere. Le sue condizioni resero necessario un nuovo ricovero, questa volta al Pertini dove morì il 22 ottobre. Ad un anno dalla morte furono rinviate a giudizio 12 persone, tra medici, infermieri e guardie carcerarie e nel giugno 2013 furono condannati 5 medici ed assolti gli altri imputati, ma nel 2014, in appello, furono assolti anche i primi. Alla fine del 2015 la Cassazione decise per un nuovo processo d’appello a carico dei cinque medici ma furono nuovamente assolti. Seguì un ulteriore ricorso in Cassazione che lo scorso aprile portò all’annullamento dell’assoluzione ed il rinvio a nuovo processo di secondo grado che però cadde in prescrizione. Quello di oggi rappresenta il settimo processo sulla morte di Stefano Cucchi (il primo per omicidio preterintenzionale), ma per la prima udienza si dovrà ancora attendere.