Luca Raimondo Marcarelli, il 32enne assassino reo confesso di Tiziana Pavani, rischia ora il carcere a vita. Il pm di Milano, Letizia Mannella, ha avanzato nella giornata odierna la richiesta di ergastolo a carico dell’uomo, accusato di omicidio volontario premeditato. Fu lo stesso giovane, a distanza di alcuni giorni dal ritrovamento della donna morta in casa, nel quartiere Baggio, a confessare il delitto di Tiziana, la 54enne segretaria in un asilo dalla vita apparentemente normale e tranquilla, massacrata con diversi colpi alla testa nel suo appartamento lo scorso 12 gennaio. La richiesta di condanna all’ergastolo, come rivela l’agenzia di stampa Ansa, è stata avanzata dal pubblico ministero nell’ambito del processo con rito abbreviato a carico di Marcarelli e che si sta svolgendo al cospetto del gup Sofia Fioretta. L’uomo ammise davanti agli inquirenti ed agli investigatori, di aver ucciso la segretaria mentre dormiva in preda ad un momento di “schizzo” dovuto all’uso di cocaina che aveva assunto durante la serata. Secondo quanto emerso, questa mattina l’imputato avrebbe preso la parola in aula ma non avrebbe mostrato ancora una volta alcun segno di pentimento per il gesto compiuto. Al contrario, avrebbe tentato addirittura di screditare la vittima, asserendo che anche lei faceva uso di stupefacenti. L’uomo è quindi stato fermato prontamente dal giudice. La sua difesa aveva avanzato la richiesta della perizia psichiatrica sul 32enne, dalla quale però sarebbe emersa la sua piena capacità di intendere e di volere.
OMICIDIO DELLA SEGRETARIA: LE TAPPE DEL GIALLO
L’omicidio di Tiziana Pavani si consumò nella notte a cavallo tra l’11 ed il 12 gennaio scorso. La donna conosceva il suo assassino da cinque anni e con lui aveva intrapreso una relazione saltuaria. Quella sera l’avevano trascorsa insieme in casa della donna, in via Bagarotti, periferia di Milano. Durante la serata, Marcarelli aveva assunto cocaina e aveva litigato con la segretaria 54enne per via di un prestito di quasi 2500 euro in favore della donna e non ancora restituito. E così, nel cuore della notte, mentre Tiziana dormiva, il 32enne aveva preso una bottiglia colpendo per tre volte la donna in testa e poi soffocandola con un cuscino. Aveva quindi tentato di cancellare le prove aprendo i rubinetti del gas e confidando in uno scoppio. Quindi si era dato alla fuga, portando con sé i due cellulari della vittima ed il suo bancomat dal quale avrebbe prelevato la somma di 500 euro in uno sportello, dove era stato prontamente ripreso dalle telecamere. Soldi poi spesi, secondo la confessione riportata da MilanoToday, il giorno seguente tra Gratta e Vinci, ricariche del cellulare, birra e slot machine. A scoprire il cadavere di Tiziana era stato un suo vicino di casa, preoccupato dal forte odore di gas che proveniva dall’appartamento. La porta non era chiusa e subito dopo l’ingresso si era accorto del corpo di Tiziana, con la testa fracassata, ancora nel letto. Dopo pochi giorni, Luca Raimondo Marcarelli aveva confessato il delitto.