Il bilancio dell’attentato è drammatico, una strage immane in pieno giorno nel centro di Mogadiscio, in Somalia: sono circa 237 i morti ufficializzati dalla polizia somala, mentre più di 30 sarebbero in feriti dopo la doppia esplosione di due camion-bomba in pieno centro della Capitale, davanti all’Hotel Safari in un’area molto vicina al ministero degli Esteri. Il colpo è stato talmente forte che parte dell’albergo è crollato dopo la deflagrazione, con l’area molto affollata in quel momento che purtroppo ha contribuito al numero folle di vittime riscontrare. Il tutto è avvenuto ieri, con l’esplosione avvenuta intorno alle 14.40 italiane nei pressi del ministero degli Esteri e del Safari Hotel, che in parte è andato distrutto, mentre la polizia stava seguendo il mezzo perché ritenuto “sospetto”. Secondo quanto riporta oggi il New York Times, l’attentato terroristico di matrice molto probabilmente filo-islamista, i morti sono stati aumentati dal fatto che non uno ma appunto due camion-bomba sono entrati in azione per provocare un’autentica carneficina in centro a Mogadiscio.
L’INTERVENTO DELL’ONU
L’Africa di nuovo sotto la morsa del terrorismo legato a questioni certamente “interne” ma con un’eco di base che si fonda sulla lotta armata delle varie milizie islamiste: «Il bilancio ufficiale, di 237 vittime, è destinato a salire, «Ci sono altre persone decedute in diversi ospedali della città, in seguito alle gravissime ferite riportate» spiega l’ex ministro della Sicurezza interna Abdirizak Omar Mohamed. Al momento la comunità internazionale sta intervenendo con i primi aiuti sbloccati tramite i servizi umanitari per assistenza medica, forniture e logistica: addirittura il presidente Mohamed Abdullahi Mohamed sta donando il sangue necessario per curare il numero altissimo di feriti ricoverati negli ospedali della Capitale somala. «E’ stato un attacco orrendo con un numero di morti senza precedenti. Sono scioccato e inorridito dal numero di vite umane perdute nelle esplosioni e dal livello di distruzione che hanno causato», ha spiegato l’inviato speciale delle Nazioni Unite, Michael Keating, davanti all’ennesimo attentato nella terra tormentata africana.