La Svezia, e prima di lei l’Australia, l’Unione Europea e il Canada: quanto assistiamo in Corea del Nord con la crisi diplomatica che potrebbe potare ad una terza guerra mondiale da un giorno all’altro acquisisce sempre di più una eco per l’appunto “mondiale”, con lo stato svedese ultimo nello schierarsi nella disputa tra Trump e Kim Jong-un. «Non voglio creare l’impressione che sia possibile cambiare totalmente la situazione. Ma noi perlomeno garantiamo la presenza diplomatica, ci hanno espresso fiducia e dunque quando loro saranno pronti potremmo agire come intermediari durante i negoziati», sono le parole rilasciate oggi davanti ai giornalisti durante la riunione dei ministri degli Esteri Ue dalla responsabile della diplomazia di Stoccolma, Margot Vallstrem. Per il ministro degli esteri svedese infatti lo sforzo dell’Europa e del mondo intero dovrebbe essere volto a costruire un ponte e non ad acuire la distanza durante l’escalation di violenze e provocazioni che da mesi continua sull’asse Washington-Tokyo-Seul-Pyongyang. L’intervento della Svezia va a supporto delle risoluzioni Onu contro il regime nordcoreano e a favore del dialogo per recupera la lucidità nel confronto sulla crisi nucleare alle porte. (agg. di Niccolò Magnani)



ESERCITAZIONI USA-SEUL AL CONFINE

Come anticipato negli scorsi giorni, la terza guerra mondiale è in preparazione da oggi al confine con la Corea del Nord: sono cominciate infatti nuove esercitazioni navali e militari congiunte di Usa e Sud Corea, per l’ennesima volta dopo le varie minacce di Pyongyang pervenute nelle scorse settimane. Già Kim Jong-un aveva avvertito che davanti a nuove provocazioni di Trump e Seul avrebbe risposto “col fuoco”, mentre lo stesso si potrebbe dire all’inverso, in un clima che è davvero ai limiti del sostenibile diplomaticamente. Per i prossimi cinque giorni saranno impegnate circa 40 unità nel mar del Giappone e nel mar Giallo, inclusa la portaerei a propulsione nucleare Uss Ronald Reagan, oltre ad aerei, elicotteri e unità speciali: Kim la “sente” come una prova generale di attacco contro Pyongyang, Trump invece come l’unico modo per difendersi dalle minacce nucleari nordcoreane. (agg. di Niccolò Magnani)



IL PROBLEMA GLOBALE

Persiste il clima teso da Terza guerra mondiale tra Corea del Nord e Stati Uniti d’America. La Russia e la Cina continuano ad essere arbitri e mediatori tra i due paesi, con Kim Jong Un e Donald Trump che non risparmiano occasione per non attaccarsi mediaticamente. Il presidente USA ha intenzione di continuare a tenere una posizione dura nei confronti del dittatore nordcoreano, nonostante le aperture diplomatiche iniziali dei suoi collaboratori: “In ultima analisi, farò quanto è nell’interesse degli Stati Uniti e, francamente, del mondo intero. Perché ci troviamo di fronte a un problema globale, che va oltre i soli Stati Uniti. E’ un problema globale, e un problema che va risolto”. E l’aria tra le parti resta tesa, con Giappone e Corea del Sud che nelle ultime settimane hanno collaborato attivamente con gli Stati Uniti d’America in vista di un possibile scontro militare tra le due potenze mondiali. E nuovi aggiornamenti, in particolare, arrivano dal rapporto tra Corea del Nord e Iran



COREA DEL NORD E IRAN “FRATELLI IN ARMI”

Infatti ieri 15 ottobre 2017 si è tenuta a San Pietroburgo l’assemblea dell’Unione Interparlamentare, e il capo della delegazione nordcoreana ha parlato apertamente del rapporto instauratosi con l’Iran. An Dong Chong, intervenuto ai microfoni dei cronisti presenti, ha parlato così al capo del Parlamento iraniano Ali Iarijani: “Il vostro discorso nel corso di questa assemblea è stato molto bello. Corea del Nord e Iran resteranno per molto tempo paesi fratelli in armi e amici nella lotta comune”. Nel corso dell’assemblea, inoltre, Ali Iarijani ha parlato così di Donald Trump: “Non solamente non aderisce agli accordi internazionali, ma non ha rispetto nei confronti delle Nazioni Unite. Ha dimostrato che il governo degli Stati Uniti d’America non rispetta alcun obbligo”. Dichiarazioni che non passeranno inosservato negli Stati Uniti d’America, con Donald Trump pungolato personalmente dall’Iran, definito dal portavoce nordcoreano “fratello in armi”. Nuovi aggiornamenti poco incoraggianti, clima da terza guerra mondiale in vista?