Gli scienziati che hanno lanciato l’allarme malaria hanno parlato di “sviluppo sinistro”, riferendosi al parassita che sta resistendo alla combinazione di farmaci più largamente utilizzata per combattere il virus, ma non è da escludere che nei prossimi mesi si ritorni a discuterne con termini ancora più catastrofici. Sì, perché dopo essersi fatto strada fatta strada partendo dalla Cambogia occidentale, attraverso la Thailandia nordorientale e fino al sud del Laos, il ceppo è ora diretto verso il sud-est asiatic e attualmente sta facendo registrare degli allarmanti tassi di fallimento del trattamento nel sud del Vietnam. Come riportato da sciencemag.org, la squadra dell’unità di ricerca tropicale di medicina di Mahidol Oxford di Bangkok scrive nel numero di ottobre delle malattie infettive Lancet, che il ceppo oltre a diventare dominante nella subregione del Grande Mekong rischia di raggiungere anche l’Africa, dove si verificano più del 90% delle morti per malaria. In questo caso le conseguenze potrebbero essere realmente devastanti.
LA DIVISIONE NELLA COMUNITÀ SCIENTIFICA
Quante volte, nei film di genere catastrofici, abbiamo visto la comunità scientifica ignorare – colpevolmente – gli allarmi lanciati da un manipolo di studiosi, puntualmente in minoranza, rispetto a questa o quella minaccia per il Pianeta? Fortunatamente non siamo ancora a questi livelli, eppure il timore di una pandemia di malaria è vivo in a parte di scienziati che stanno cercando di convincere l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) di Ginevra ad intervenire. Nicholas White, del gruppo Mahidol, ha chiesto che venga al più presto dichiarata una emergenza sanitaria pubblica di preoccupazione internazionale, una denominazione riservata alle più gravi epidemie che costituiscono una minaccia globale. In una comunità scientifica in cui i personalismi la fanno da padrone, però, la richiesta di White è stata sottovaluta e criticata. Gli esperti dell’OMS hanno respinto la relazione come “niente di nuovo”, chiarendo attraverso il capo del programma globale malaria di WHO, Pedro Alonso che “la resistenza al parassita ai farmaci antimalarici è un grave problema, ma non dobbiamo creare inutili allarmi”. Bisognerà attendere il finale del film, per scoprire dove sta la ragione…