Quante volte li abbiamo osservati, nella pace della loro prigione di vetro. Erano lì, ad esplorare le profondità dei loro acquari e noi da fuori, da bambini e anche da adulti, a chiederci se si rendessero conto della loro condizione di cattività. Se sapessero che da quelle pareti di vetro non sarebbero mai usciti, se non da morti. Oggi, però,una risposta in un certo senso l’abbiamo avuta: perché un articolo parecchio struggente di Heather Murphy, sul New York Times, ci informa che in realtà i pesci soffrono di depressione. Proprio come noi, i loro carcerieri, quelli che li pescano dai mari e dei fiumi per avere un po’ di compagnia, un angolo di casa colorato, un amico silenzioso per sé e i propri figli. La scoperta, che di certo scatenerà l’ilarità di una parte di pubblico, però, è di quelle che non vanno sottovalutate. Perché gli studiosi che l’hanno realizzata hanno la certezza che il male di vivere nei pesci si innesa a livello neurochimico in modo pressoché simile a quanto avviene negli umani. Possono aiutarci, insomma. I pesci, ancora una volta, sono pronti a sacrificarsi per noi.
LO STUDIO
A spiegare la risultanza dello studio condotto sui pesci che ne ha evidenziato lo stato di depressione è stato Julian Pittman, professore al Dipartimento di scienze biologiche e ambientali della Troy University in Alabama, che insieme ad un team di scienziati sta analizzando gli atteggiamenti e le risposte di un gruppo di pesciolini che dal virus del male di vivere sembra affetto in tutti i sensi. “È quasi inquietante notare quanto la loro neurochimica sia simile alla nostra“, spiega Pittman. Ma come si fa, direte voi, a diagnosticare la depressione ad un pesce? Basta un test molto semplice, quello della “nuova vasca”: se i pesci sono depressi infatti, scendono lentamente e rimangono fermi vicino al fondale. Non guizzano, non si muovono, non si nutrono. Al contrario se sono felici nuotano dappertutto e sfruttano la parte superiore del recipiente. Tanto più stanno in profondità, più severo è il disturbo depressivo. Avete mai pensato di dare un’occhiata ai vostri pesci?
BASTA POCO A RENDERLI FELICI
Certo, come ha fatto notare il Dr. Diego A. Pizzagalli, direttore del Centro per la ricerca sulla depressione, l’ansia e lo stress della Harvard Medical School, “non possiamo chiedere agli animali come stanno”. Un altro studioso citato dal New York Times ha ribadito come in realtà basti davvero poco ad aiutare i pesci ad uscire dallo stato depressivo:”Una cosa che abbiamo notato è che i pesci sono naturalmente curiosi e sempre in cerca di cose nuove. Quando un pesce si comporta da depresso, spesso è soltanto annoiato. Per aiutarlo potrebbe bastare introdurre nuovi oggetti nella sua vasca o trovare il modo per cambiare il suo ambiente. Il problema per esempio, potrebbe essere una boccia troppo piccola, la bassa qualità dell’acqua e la mancanza di ossigeno. È provato che se un pesce viene improvvisamente immerso in un ambiente molto più ricco e complesso, il suo stress diminuisce e il suo cervello cresce“.