Il miglioramento delle condizioni di salute della 17enne aggredita lo scorso sabato e ritrovata in una pozza di sangue nei pressi del Parco dell’Ambrogiana di Montelupo Fiorentino, hanno portato al suo trasferimento dalla terapia intensiva ad un altro reparto dell’ospedale di Empoli. Una bella notizia che lasciava presagire anche una svolta nel giallo legato alla sua aggressione ma che purtroppo, almeno al momento, non sarebbe affatto giunta, almeno secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa Primapress. Sul fronte investigativo, dunque, le buone notizie si fanno attendere anche per via dei pochissimi elementi a disposizione degli inquirenti che ieri sono riusciti ad estrapolare dai racconti della ragazzina pochi dettagli utili. In assenza di ciò, il lavoro di chi indaga si è fatto più arduo ed attualmente sarebbe concentrato nello specifico sulle immagini di una telecamera e sulle testimonianze di un dirimpettaio del parco fiorentino. Importante in tal senso anche una telefonata giunta al cellulare di un’amica della 17enne aggredita, appena prima dei drammatici momenti. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



IL GIALLO DELLO SMARTPHONE MAI RITROVATO

Lei non ricorda, o forse ha solo tanta paura: fatto sta che la 17enne massacrata a Montelupo nei giorni scorsi avrebbe ancora troppe amnesie che non permettono, al momento, agli inquirenti di fare totalmente luce sul giallo. Una ricostruzione alquanto lacunosa, quella giunta dalla ragazzina ma che non ha portato certamente gli investigatori a fermarsi. Incroci di celle telefoniche, telecamere e immagini “social” di quella notte potrebbero contribuire a fare maggiore luce sull’aggressione, sebbene resti ancora il giallo dello smartphone della giovane toscana. Come riferisce La Nazione, molti dubbi si concentrerebbero anche sul cellulare della 17enne scomparso e sull’uso che ne avrebbe fatto. Pare che ad un amico avrebbe scritto: “Domani sarò morta. Addio”. Un messaggio scritto esattamente nei momenti drammatici dell’aggressione, ovvero tra le 6.21 e le 6.35. Il primo orario è quello dell’ultimo contatto telefonico, mentre il secondo è relativo all’allarme lanciato. In merito all’arma, tra le ipotesi al vaglio ci sarebbe una bottiglia. Potrebbe non essere un caso il fatto che il sindaco di Montelupo, Paolo Masetti, abbia adottato un provvedimento ad hoc che vieterebbe la vendita da asporto degli alcolici in vetro. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



MIGLIORA LA RAGAZZINA MASSACRATA

La 17enne massacrata a Montelupo Fiorentino, lasciata in una pozza di sangue, sta bene. Più o meno: con tante ossa rotte, ferite a più non posso e uno shock morale da cui difficilmente si riprenderà, ma è viva. Questo è quello che più conta, sia per lei che per i genitori: il fatto che sia ancora viva. Chi l’ha massacrata quella maledetta sera del 13 ottobre 2017 non aveva solo intenzione di ferirla, ma, anzi, aveva ben in mente di ucciderla. Dopo una serta in discoteca la ragazza si sarebbe allontanata dagli amici verso il Parco dell’Ambrogiana e qui sarebbe venuta a contatto con il suo aggressore che, senza tanti fronzoli, l’ha picchiata selvaggiamente lasciandola in fin di vita. Sulle prime gli inquirenti hanno subito dirottato le indagini sull’ex fidanzato della giovane, adducendo motivi passionali, come riporta il sito internet huffingtonpost.it. La Polizia sta ancora cercando di fare luce su un caso che sembrsa all’apparenza non avere via d’uscita, ma nel corso delle ore potrebbero emergere nuovi particolari atti a cercare di schiarire la vicenda. Le indagini sono in corso.



‘SONO DELLE BESTIE’

Il papà della ragazza di Montelupo Fiorentino massacrata da un anonimo aggressore non si dà ancora pace nel vedere sua figlia ridotta a questo modo. L’uomo, riferendosi a chi ha avuto l’ardire di compiere un gesto così efferato, ha detto, al quotidiano il Tirreno: ‘Non sono esseri umani, sono delle bestie. Vorrei davvero guardare in faccia queste persone, me l’hanno massacrata.’ Parole disperate quelle del padre, un uomo che è costretto a vedere la propria figlia ridotta in quel modo, sicuramente per un futile motivo, a termine di una serata in discoteca. Con affetto, l’uomo ha detto che la propria figlia ‘pesa 40 chili, ma è in grado di difendersi’. Poi, l’incredulità: ‘La sera si era messa d’accordo con una sua cara amica per passare la notte da lei ad Empoli. Io stesso l’avevo accompagnata al pullmann. L’avevo lasciata tranquilla e ora me la ritrovo qui, in ospedale.’ Un duro colpo per un genitore che dovrà scendere a patti con la realtà che sarà sicuramente difficile da accettare: la fisioterapia e un rientro lungo e doloroso alla normalità. Una normalità, però, che significa vita.

LA RICOSTRUZIONE

In queste ore gli inquirenti stanno cercando di ricostruire l’intera vicenda del 13 ottobre per fare chiarezza su un caso che è ancora irrisolto. L’Huffingtonpost.it spiega che con la ragazza c’erano altri 4 adolescenti quella notte e che la serata si sarebbe svolta in modo tranquillo fino all’arrivo dell’ex fidanzato di lei. Il ragazzo avrebbe rotto il fidanzamento qualche tempo prima, ma lei non si sarebbe rassegnata e sarebbe rientrata in discoteca per parlargli. Dopodiché la serata avrebbe preso una piega differente, ma non è ancora chiaro cosa sia successo sul serio. La Polizia locale ha ascoltato tutti gli adolescenti che erano presenti quella notte, rilevando una sostanziale discrepanza tra le versioni dei fatti e gli orari. Siamo ancora nelle fasi preliminari e nessuno è indagato, ma è certo che la vicenda dovrà essere approfondita per bene prima di prendere alcuna decisione. Gli agenti di Empoli continueranno le indagini, sperando che l’aggressore venga scoperto al più presto. L’accusa che pende è quella di lesioni gravissime e di tentato omicidio: solo per un colpo di fortuna la ragazza è ancora in vita.