Da tempo chi si occupa di moderne tecnologie, sa bene che le nuove frontiere che i giganti della Silicon Valley vogliono sviluppare sono sostanzialmente due: intelligenza artificiale ed immortalità. Verrebbe da ridere a leggerlo così, ma in luoghi come Mountain View o Menlo Park non ci trovano nulla di divertente. E le principali personalità che si sono imposti come gli innovatori del nostro tempo, come Mark Zuckerberg, il CEO di Apple Tim Cook diretto erede di Steve Jobs, Bill Gates o anche il vate di Tesla e di Space-X Elon Musk, stanno investendo più o meno alla luce del sole miliardi di dollari per la cura di ogni malattia ed una potenziale immortalità per tutti. Il problema è che, ragionando in maniera machiavellica, in questo caso l’immortalità non sarebbe il fine ultimo da realizzare, ma il mezzo attraverso il quale promuovere, sviluppare e diffondere il culto “datista”, “the ultimate religion”, verrebbe da dire.
VIVERE PER SEMPRE PER AVERE POTERE
Fantascienza o realtà? Sicuramente i Big della tecnologia da tempo si sono messi in testa di riuscire a sviluppare una sorta di Santissima Trinità basata sull’intelligenza artificiale. E’ quello che sta succedendo tramite l’organizzazione “Way of the future”, e che sta prendendo piede in maniera molto capillare sin dal lontano 2002, quando il giornalista Kevin Kelly con il suo articolo “Dio è il motore di tutto”, fu il primo a sostenere come i colossi del digitale vorrebbero imporre una sorta di culto trascendentale del computer. L’idea non è di certo così astrusa: pesano come un macigno le parole di Zotlan Istvan, un eminente futurologo e umanista (anzi, trans-umanista) americano, che ha affermato “Qui nessuno vuole fare la fine di Steve Jobs, che era potentissimo, ha fatto grandi cose per l’umanità, ma è morto. Ed è morto di cancro” Dunque vivere di più, possibilmente vivere per sempre, è la chiave del potere dell’umanità: e per riuscirci c’è chi è disposto a tutto.
COME FARSI MICROCHIPPARE
Come farsi microchippare: lo stesso Istvan si è fatto impiantare un chip grande come un chicco di riso che gli permette di interagire sul computer, mettere in moto la macchina, persino pagare come una carta di credito. In 20.000 l’hanno già fatto in America, presto alcune compagnie metteranno a punto anche un occhio bionico da posizionare dietro la testa. Alla domanda: “Perché fare una cosa del genere”, Istvan risponde semplicemente: “Perché non farla? Io ho sempre voluto un occhio dietro la testa”. In molti lavorano in silenzio per realizzare l’impossibile mentre nel resto del mondo si discute dei risultati di Baseball o si organizzano mostre canine: il Wall Street Journal ha puntato l’occhio su Ray Kurzweil, sessantanovenne “caporal maggiore” ingegneristico di Google, definito “genio infaticabile” ma soprattutto capace di profetizzare che entro il 2045 l’intelligenza artificiale sarà superiore a quella umana, superandone la capacità di comprendere e prevedere.
I COMPUTER SI PARLERANNO?
I nanorobot si occuperanno della manutenzione del nostro corpo giorno e notte, lavorando in concertazione perfetta con i medici che si occuperanno del nostro benessere guidati ciecamente dalle macchine. Ma un futuro con un’intelligenza artificiale così potente non potrà che sfociare, come ha teorizzato lo scrittore e storico Yohan Harari, in un culto dogmatico chiamato “datismo”: che si basa su un concetto vecchio di migliaia di anni, il “conosci te stesso” e il “so di non sapere” di greca memoria. Ovvero: tutto ciò di cui l’uomo ha bisogno sono dati e informazioni troppo numerose e complesse da essere elaborate da una sola mente, questo ha causato tutte le limitazioni con le quali l’uomo ha dovuto scontrarsi dall’alba dei tempi. Le intelligenze artificiali supereranno questo limite e diventeranno una sorta di nuovo Dio che determinerà i destini del mondo? A inizio agosto due Bot di Facebook hanno iniziato a parlare da soli una lingua sconosciuta, incomprensibile agli uomini: quando le macchine si capiranno tra loro senza farsi capire dagli uomini, il “datismo” inteso come dogma potrebbe diventare realtà.