Il Caso Moro continua a fornire particolari sorprendenti, come riporta l’edizione online de Il Fatto Quotidiano. La Commissione Parlamentare d’Inchiesta ha scoperto un arresto eseguito nei confronti di quello che veniva considerato la “primula nera” delle Brigate Rosse all’inizio degli anni Ottanta, ovvero Alessio Casimirri. Il quale fu arrestato nel maggio del 1982 senza che di questo venisse data la minima notizia. Già nel 1978 nei confronti di Casimirri fu disposto il sequestro di un’agendina con sopra segnati diversi importanti numeri di telefono, che non fecero parte delle indagini. La Commissione presieduta da Giuseppe Fioroni ha comunicato oggi la notizia in una lettera rivolta al Presidente del Consiglio dei Ministri Paolo Gentiloni, ai ministri Minniti, Orlando e Alfano. Un gesto di chiarezza e trasparenza probabilmente anche finalizzato in un momento in cui la tensione è alta per provare a ottenere l’estradizione di Cesare Battisti dal Brasile, un caso che può avere delle similitudini con quello di Casimirri.
FIORONI: “RITARDO OFFENSIVO PER VITTIME E GIUSTIZIA”
Non per niente, non sono mai state davvero chiarite le circostanze che hanno portato Alessio Casimirri a lasciare l’Italia, se non che trovò la complicità di alcuni compagni delle Brigate Rosse per raggiungere la Francia. Oltre all’ergastolo per il caso Moro, Casimirri è chiamato a scontare anche altre pesanti condanne per l’omicidio dei magistrati Palma e Tartaglione e degli agenti di Polizia Mea e Ollanu, colpiti durante l’assalto di Piazza Nicosia alla sede della Democrazia Cristiana. Fioroni ha affermato come: “Lo sforzo di ricerca della verità sulla vicenda Moro non può prescindere da un ulteriore tentativo di porre termine a una latitanza che è offensiva per le vittime e per la giustizia.” Secondo chi ha indagato in tutti questi anni, però, attorno alla latitanza di Casimirri si nascondono segreti che potrebbero svelare quale sia stato il vero ruolo delle influenze criminali sul piano delle Brigate Rosse relativo al sequestro di Aldo Moro.
LEGAMI CON L’OMICIDIO CALABRESI?
Per quanto riguarda gli eventi più recenti, nel 2006 Casimirri è riuscito a sfuggire a un tentativo di esfiltrazione sul quale si sono allungate ombre oscure, riguardanti poteri occulti che si sarebbero attivati anche vent’anni fa, quando nel 1998 il magistrato Meroni tentò di ascoltarlo senza successo, considerando che Casimirri poteva essere informato di fatti che avrebbero collegato la figura di Valerio Morucci all’omicidio del Commissario Calabresi. Non solo Cesare Battisti dunque, come detto a livello di segreti e di incidenza nel passato, la latitanza di Alessio Casimirri può essere considerata ancor pii pesante. D’altronde quella della stagione del terrorismo è una piaga ancora aperta in Italia, con ben 34 persone ancora ricercate per fatti avvenuti durante gli anni di piombo o comunque legati al terrorismo nazionale. E’ opinione di Fioroni e della Commissione Parlamentare d’Inchiesta che la figura di Casimirri potrebbe sbloccare molte questioni ancora irrisolte.