L’autonomia verrà sospesa molto probabilmente, e di contro l’indipendenza della Generalitat potrebbe essere dichiarata a partire dall’attivazione dell’articolo 155. I punti sono chiari, e la distanza tra Madrid e Barcellona è solcata: mai così tanto come oggi, quando il secondo ultimatum è scaduto e Rajoy ha deciso di convocare il Governo sabato prossimo per avanzare la richiesta di sospensione dell’autonomia. Nessuno ha voluto fare in 20 giorni un passo indietro dopo il referendum del 1 ottobre e ora la situazione è davvero vicina allo scontro totale: le mediazioni sono fallite finora, e l’arresto di Jordis Sànchez e Jordis Cuixart, assieme alla possibile messa al bando delle due organizzazioni catalane indipendentiste Anc e Òmnium ha segnato forse definitivamente la distanza attuale tra le due istanze pronte ad esplodere se non interverrà un – a questo punto miracoloso – tentativo in extremis di dialogo tra le parti. (agg. di Niccolò Magnani)
LETTERA DI PUIGDEMONT, RISPOSTA DI MADRID
L’ultimatum è scaduto e Barcellona ha inviato una seconda lettera a Madrid con le richieste previste dalla Generalitat per evitare lo scontro muro contro muro, senza però rispondere nel merito alla richiesta posta lunedì scorso dal governo spagnolo. La Catalogna afferma che se resterà la mancanza di dialogo con Madrid e con l’eventuale attivazione dell’articolo 155, allora dichiarerà l’indipendenza: «chiediamo che si revochi la sospensione della dichiarazione di indipendenza se lo stato applica l’art. 155. Nonostante tutti gli sforzi e la nostra volontà di dialogo, che l’unica risposta sia la sospensione dell’autonomia, indica che non si è coscienti del problema e che non si desidera dialogare». Tradotto, la sospensione della dichiarazione d’indipendenza in vigore dal 10 ottobre resta ancora tale, ma non vengono indette nuove elezioni – come aveva chiesto Rajoy – e si rimane sostanzialmente sulla posizione di lunedì scorso. Di contro, il governo di Madrid ha prontamente replicato con un comunicato della Moncloa: «Il governo procederà con i mezzi previsti dall’articolo 155 della Costituzione per restaurare la legalità nell’autogoverno della Catalogna». Convocato per lunedì un Consiglio dei Ministri straordinario in cui si deciderà sulla sospensione dell’autonomia catalana: «per proteggere l’interesse generale degli spagnoli e in particolare dei catalani». La guerra civile purtroppo è vicina. (agg. di Niccolò Magnani)
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TUTTI GLI SCENARI POSSIBILI
Pare sempre più probabile che Puigdemont non abbia nessuna intenzione di fare alcun passo indietro nella questione relativa alla Catalogna. Se così dovesse essere, alcuni scenari che all’inizio sembravano davvero improbabili, potrebbero concretizzarsi sotto ogni aspetto. Il mancato dietrofront provocherebbe uno scontro frontale con Madrid e con il premier Rajoy. Che, a quel punto, dovrebbe compiere un’azione di forza nei confronti dei ribelli indipendentisti. La prima conseguenza sarebbe l’applicazione dell’articolo 155, che consentirebbe l’assunzione piena del Governo da parte di Rajoy, eliminando, di fatto, l’attuale vicepresidente Junqueras. L’assunzione del controllo sarà totale: economia e soprattutto interni, con la guida della polizia locale, i famosi (per le cariche e gli scontri) Mossos D’Esquadra. La posizione di Puigdemont sembra farsi sempre più delicata, oscillando tra pene più miti e più severe. Nel primo caso vedrebbe ridotti in maniera drastica tutti i suoi poteri, nella seconda potrebbe essere incriminato con l’accusa di ‘ribellione’. La procura spagnola potrebbe optare per questa seconda opzione come monito per eventuali azioni future. (agg. Francesco Agostini)
SCADE L’ULTIMATUM
Catalogna, oggi giovedì 18 ottobre 2017 è il giorno della verità. Alle ore 10:00 scadrà l’ultimatum di Madrid e potrebbero aprirsi scenari clamorosi secondo quanto rivelato da Mireia Boya, capogruppo della sinistra della Cup: se allo scadere dell’ultimatum il governo della Spagna deciderà di applicare l’articolo 155 della Costituzione, il fronte indipendentista potrebbe proclamare la Repubblica catalana, una proclamazione che potrebbe intervenire nei prossimi giorni. L’applicazione dell’articolo 155 dipenderà molto dalla decisione di Carles Puigdemont, leader catalano: Mariano Rajoy ha chiesto elezioni anticipate alla Generalitat di Barcellona. Difficilmente Puigdemont farà marcia indietro, con l’agenzia Efe che ha sottolineato come il premier della Catalogna abbia scartato l’ipotesi di un voto anticipato. Senza un passo indietro di Puigdemont, l’articolo 155 è pronto a passare all’esame del Senato: allo scadere dell’ultimatum la Moncloa ha convocato una riunione straordinaria del Consiglio dei ministri sottolinea La Stampa.
CATALOGNA, TUTTO RUOTA ATTORNO ALL’ART. 155
La tensione tra Madrid e Barcellona è alta, Mariano Rajoy è pronto ad impugnare l’articolo 155 della Costituzione spagnola, che prevede il commissariamento della Catalogna. Come sottolinea El Pais, però, il commissariamento del governo autonomo non partirà immediatamente: potrebbero passare alcuni giorni, con il voto in Senato a rallentarne l’applicazione. Tutto, come già detto, dipenderà anche dalle intenzioni di Carles Puigdemont, che potrebbe convocare elezioni anticipate. Uno degli aspetti principali di questo articolo è il controllo delle finanze della regione autonoma, oltre che a decidere di sciogliere il Parlamento. Il premier catalano, però, dovrà fare i conti anche con delle tensioni interne al fronte separatista. Ore caldissime tra Barcellona e Madrid, con la minaccia articolo 155 che incombe: la sua applicazione costituirebbe un precedente storico, mai nella storia il governo di Madrid ha deciso di ricorrervi. Attesi aggiornamenti, prevista una nuova ondata di persone per le ramblas di Barcellona…
IL VIDEO DELLA DISCORDIA
Nel frattempo, sono scattate le manette per due membri del fronte indipendentista: parliamo di Jordi Cuixart e Jordi Sanchez, rispettivamente leader del movimento radicale indipendenstista Omnium Culturale e leader dell’Assemblea Nazionale Catalana. Tutto per colpa di un video: “Aiutate la Catalogna, salvate l’Europa”, visualizzato da centinaia di migliaia di persone. I due catalani sono stati arrestati con l’accusa di sedizione, il video ha scatenato le ire di Madrid in particolare per il monologo finale di una ragazza, esponente della popolazione europea: “Noi catalani abbiamo sempre lottato per i diritti sociali: per la salute pubblica, per l’educazione e per i diritti delle donne. Siamo dei pacifisti. E l’abbiamo dimostrato al mondo intero attraverso manifestzioni di massa.
Ora tutti questi valori sono in pericolo”, riporta Il Giornale. Anche Carles Puigdemont ha commentato la notizia dell’arresto di Cuixart e Sanchez: “Pretendono di incarcerare le idee, invece rafforzano il nostro bisogno di libertà”, le sue parole su Twitter.