La questione Harvey Weinstein sollevata per prima da Asia Argento e poi da una valanga di altre attrici, famose e meno famose, è stata affrontata anche dall’avvocato e politico Giulia Bongiorno. In modo pratico e asciutto, come è tipico di chi lavora a stretto contatto con legge e codici tutti i giorni, ventiquattro ore su ventiquattro. Il famoso avvocato si è così espressa sulla squallida vicenda relativa ai favori sessuali richiesti dal ricco produttore americano: ‘Tra lo stupro e la prostituzione c’è una linea sottile chiamata libertà di scelta. E’ questa che segna la netta differenza tra l’una e l’altra cosa’, si legge sul sito internet dagospia.com. La Bongiorno da anni lotta contro la violenza sulle donne ed è in prima linea assieme alla presentatrice svizzera Michelle Hunziker. Entrambe le donne si battono grazie alla Onlus ‘Doppia Difesa’, da loro fondata. Questo sta a significare che il famoso avvocato è un acceso sostenitore dei diritti femminili, ma riconosce con equità quando una situazione rivela più una mercificazione del proprio corpo piuttosto che una violenza carnale vera e propria.
GIULIA BONGIORNO, UNA NETTA DIFFERENZA
Continua la Bongiorno, sempre su Dagospia: ‘Chiariamo subito le cose: se una donna, mossa da ambizioni di carriera, accetta l’offerta di un uomo che le propone un atto sessuale, siamo evidentemente di fronte a una pura e semplice ricerca di scorciatoie e non a una violenza carnale.’ Il parere dell’avvocato è dunque chiarissimo e si fonda, come asserito precedentemente, sul semplice concetto di libertà di scelta. Ovvero: una ragazza decide di andare al letto con il proprio produttore perché le farà fare carriera? Benissimo, è consapevole della cosa, nessuno esercita su di lei una violenza fisica. Siamo di fronte a una scorciatoia, a un passare avanti ad altre colleghe/colleghi, forse anche più bravi di lei da un punto di vista attoriale, per raggiungere il proprio scopo. Come dice Giulia Bongiorno, è una scorciatoia e non uno stupro: non c’è alcun tipo di forzatura. L’avvocato poi prosegue, mettendo in evidenza una domanda che è alla base dell’intera questione: ‘la donna che va al letto col potente subisce la situazione oppure ne approfitta?’ La risposta a questo quesito dice tutto.
IL CASO ASIA ARGENTO
Lo abbiamo scritto in precedenza: la prima ad alzare il polverone sul produttore U.S.A. Harvey Weinstein è stata lei, Asia Argento, figlia d’arte del noto regista horror Dario. L’attrice, che all’epoca era una ragazza poco più che ventenne, aveva subìto violenze da parte di Weinstein per mandare avanti la sua carriera. ‘Violenze’ che, come dice la Bongiorno, sono state più simili a una merce di scambio, in fin dei conti. Ma allora Asia Argento ha sbagliato a denunciare il fatto dopo vent’anni, quando oramai la sua carriera era consolidata e non poteva temere più nulla? Secondo Giulia Bongiorno no. Ecco le sue dichiarazioni: ‘Nel caso di Asia Argento è stato giusto. E’ stato giusto perché come prova esiste il fax del 1997 in cui la ragazza manifestava tutto il suo sprezzo per Weinstein. E’proprio il fax che dimostra che la Argento non ha avuto possibilità di scelta.’ Una questione intricata, dunque, in cui i ruoli di vittima, carnefice e approfittatore/approfittatrice non sono sempre così netti e nitidi, anzi. Del resto, però, chi meglio di un avvocato può sciogliere questo intricato nodo?