Un volumetto, una sorta di ignobile “vademecum” è stato rinvenuto nell’abitazione di un insospettabile impiegato 53enne, finito in carcere con l’accusa di pedofilia. A riportare gli esiti della scottante indagine è Corriere Romagna nell’edizione online, il quale rivela il ritrovamento di materiale choc, tra la montagna di immondizia rintracciata e che evidenzierebbe una possibile rete pedopornografica di enorme entità. L’indagine in oggetto era partita alla fine dello scorso anno e riguarda tutta Italia. Nelle ultime ore, un maxi blitz avrebbe così aperto le porte del carcere a decine di presunti maniaci ma, quello di Rimini, è un caso emblematico in quanto contribuisce a macchiare ed offendere, più di quanto finora non lo sia già stata, la memoria di Yara Gambirasio. Come sarebbe nato questo vademecum con frasi, canzoni e filastrocche scabrose su Yara? Saranno le indagini a chiarirlo, così come la grossa mole di materiale audio e video che immortala sevizie indicibili su minori. Cosa rischia ora il pedofilo arrestato? Nel nostro Paese, la pena base “massima” per il reato di pedopornografia on line è pari a 3 anni dunque l’arresto potrebbe non essere obbligatorio. All’impiegato arrestato, viene contestata l’aggravante della detenzione di una grande quantità di materiale pedopornografico quindi ciò porterebbe ad un aumento della pena massima di due terzi. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
DOSSIER DI 40 PAGINE SU YARA
Yara Gambirasio, la 13enne di Brembate di Sopra uccisa sette anni fa non ha pace. Nei suoi confronti, seppur indirettamente, giunge l’ultimo sfregio da parte di un presunto pedofilo 53enne, arrestato nei giorni scorsi a Rimini dopo un blitz delle forze dell’ordine nella sua abitazione. Mentre l’uomo è stato condotto in manette in una sezione protetta e lontana da altri detenuti, nel carcere Cassetti di Rimini, in attesa di potersi difendere dalle gravissime accuse di pedofilia nei suoi confronti, gli inquirenti hanno effettuato nella sua abitazione una scoperta choc che andrebbe a coinvolgere anche la memoria della piccola Yara, per il cui omicidio è stato condannato due volte all’ergastolo, in primo e secondo grado, il muratore di Mapello, Massimo Bossetti. Stando a quanto rivela Il Giornale, infatti, proprio il pc del presunto pedofilo rappresenta il covo delle sue ossessioni e depravazioni. Qui sono stati rinvenuti diversi video a sfondo pedopornografico, con protagonisti bambini maltrattati e stuprati. Tra l’ampio materiale oggetto di indagine, anche un dossier inquietante dedicato alla ragazzina uccisa a Brembate nel 2010.
CANZONI OSCENE CONTRO LA 13ENNE UCCISA
L’uomo arrestato con l’accusa di pedofilia, secondo le indiscrezioni, avrebbe covato una vera e propria ossessione nei confronti di Yara Gambirasio, al punto da dedicarle un dossier di 40 pagine rinvenuto nella sua abitazione. Non solo: gli inquirenti avrebbero trovato anche altro materiale inquietante, come alcuni file con canzoni blasfeme e filastrocche oscene sulla ragazzina. Ora è compito di chi indaga capire se dietro quel fitto materiale video e audio rappresentato anche da registrazioni online possa esserci un traffico di materiale pedopornografico che andrebbe a coinvolgere anche altre persone. Il dubbio degli inquirenti che indagano sulla delicatissima vicenda, infatti, è che l’arresto del pedofilo possa rappresentare solo la punta dell’iceberg di una rete molto più ampia dietro la quale potrebbe celarsi un fitto scambio di materiale fotografico e video per fini pedopornografici. Al momento le indagini procedono nel massimo riserbo senza escludere però, in un futuro imminente, il coinvolgimento di altre persone.