Carlo Lucarelli, con il suo “Blu Notte”, anni fa ha tracciato la strada: parlare di cronaca nera, con garbo e stile, si può. Che in pochi, negli anni a seguire, abbiano deciso di proseguire sulla stessa linea è un altro conto. Di quella trasmissione è rimasta soprattutto un’espressione, quel “paura eh?” pronunciato a mezza voce dal conduttore/narratore della storia, l’uomo che aveva il compito di far entrare lo spettatore sulla scena dei delitti più feroci. Ma qualcuno ha mai pensato di capovolgere la prospettiva? Qualcuno ha mai chiesto a Lucarelli: “Paura eh?”. La risposta, dinanzi agli omicidi più efferati, sarebbe stata senz’altro negativa. Eppure il giallista di qualcosa ha paura maledettamente. Lo ha confessato durante un’intervista al settimanale diretto da Andrea Cangini, “Il piacere della lettura”:”Ho paura dei pesci degli abissi. Se li vedo in televisione cambio subito canale, altrimenti non dormo la notte”.
CARLO LUCARELLI E COLIANDRO
Di Carlo Lucarelli, nella tv di oggi, c’è spazio soprattutto grazie all’ispettore Coliandro. Tornato su Rai Due con buoni ascolti, il personaggio è però diverso da quello fuoriuscito dalla penna (ma ormai sarebbe più giusto dire dalla tastiera) del giallista. A “Il piacere della lettura”, Lucarelli ammette che di Coliandro non riesce più a scrivere:”Ormai è diventato un altro personaggio, che vive nel mondo della televisione. Non riuscirei a scrivere senza pensare alla faccia di Morelli, alle inquadrature dei Manetti…il mio Coliandro era diverso, più cattivo e disperato”. Il discorso apre una riflessione su personaggi simili a Coliandro, come Montalbano:”Il protagonista seriale ti da un grande vantaggio, il lettore lo conosce già e quindi hai molto più spazio narrativo. In un romanzo di Simenon, “Le memorie di Maigret”, è lo stesso Maigret che scrive a Simenon spiegando a Simenon tutto quello che non ha capito di lui. Il personaggio esiste ancor più dello scrittore”.
L’INCONTRO CON LA MOGLIE
Nel corso dell’intervista con il settimanale di Cangini, Carlo Lucarelli ha parlato anche della sua vita privata e particolare è l’aneddotto riguardante l’incontro con la moglie. “Andavo da Fazio a presentare ‘L’ottava vibrazione’, era il 2008” – dice – “E’ un libro ambientato in Eritrea. Sono andato in albergo e alla reception c’è questa ragazza eritrea che mi dice:”Tu sei quello che ha scritto il romanzo sull’Eritrea?”. Cominciamo a chiacchierare e insomma da lì è nato tutto. Insomma, l’ho conosciuta grazie ad un mio libro. Quando la cosa si è fatta seria l’ho avvertia: “Guarda che io non mi sposo, non faccio figli e non convivo”. Ed eccomi qui…”. Adesso che passa il tempo a giocare con le barbie delle figlie, Lucarelli spiega come proprio questo sia uno snodo centrale per la realizzazione dei suoi gialli di successo:”Io sono sempre stato uno che preferisce scrivere sotto pressione. I bambini si dividono in due categorie, quelli che fanno i compiti il primo giorno di vacanza, e quelli che si riducono all’ultimo. Io appartengo alla seconda categoria. Sono sempre in ritardo sulle scadenze, ho bisogno della pressione, e in questo senso i bambini aiutano”.