Era già intervenuto nei giorni scorsi il vescovo di Pavia, monsignor Corrado Sanguineti, commentando dispiaciuto la scelta del comune di dare spazio nelle maggiori piazze della città lombarda a gruppi dell’Arcigay il cui programma era raccontare favole a contenuto trans e omosessuale ai bambini. L’iniziativa, denominata Favole Arcobaleno, era all’interno di una manifestazione, GIOCAnda che si tiene da anni a Pavia, quest’anno appunto con la novità dei racconti a tema gay e trans. Alcuni di loro si sono recati nella piazza dove sorge la chiesa del Carmine e senza chiedere il permesso a nessuno hanno piazzato i bambini intervenuti sul sagrato e sulle scale di ingresso dell’edificio religioso con tanto di bandiera arcobaleno. Dopo un paio d’ore dalla messa in scena è intervenuto il parroco don Daniele Baldi che ha invitato i gruppi Arcigay ad allontanarsi dalla chiesa, spiegando, giustamente, che anche le scale fanno parte della chiesa e nessuno aveva detto loro che potevano piazzarsi lì.



E’ seguito una discussione con la presidente Arcigay Pavia Barbara Bassani e altri membri che hanno ovviamente fatto la parte delle vittime: “Il parroco ha mandato via soltanto noi, non anche le altre associazioni che si trovavano sul sagrato e stavano ad esempio truccando i bambini e questo è la prima volta che accade in Italia”. Sono intervenuti rappresentanti del comune che hanno invitato l’Arcigay a spostarsi dal sagrato della chiesa e a occupare la piazza altrove. In segno di “solidarietà” anche gli altri gruppi presenti si sono spostati nella parte centrale della piazza. Immaginatevi se un prete fosse andato a pregare dentro una sede Arcigay: avrebbero chiamato la polizia. Complimenti al coraggioso parroco che ha sfidato da solo la prepotenza di indottrinatori di bambini innocenti.



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