Terza guerra mondiale. Non capitava dalla Guerra Fredda, ma ora è una certezza: l’allerta per la terza guerra mondiale “imminente” porta gli Stati Uniti d’America a lanciare avvisi importanti e inquietanti a Russia e Corea del Nord. «Gli Usa sono metteranno la flotta di bombardieri strategici B-52 a lungo raggio – in grado di portare testate nucleari – in allerta permanente, mossa senza precedenti dalla fine della Guerra fredda», lo ha detto il Capo di Stato Maggiore dell’Air-Force, il generale David Goldfein contro le possibili minacce di Kim Jong-un e Vladimir Putin. «Non prevedo un evento specifico ma data la realtà del quadro globale in cui ci ritroviamo dobbiamo essere preparati a procedere», ha aggiunto il generale mentre la Difesa militare Usa si prepara ad eventuali scontri anche pesanti nei prossimi mesi. Tutti segnali non certo ben auguranti per una diplomatica soluzione del conflitto finora solo a “parole”. (agg. di Niccolò Magnani)



TRIONFA ABE, “MI OCCUPO DI COREA DE NORD”

Ha vinto lui, come previsto, anzi ha trionfato: in Giappone la terza guerra mondiale imminente ha fatto di nuovo confermare alla guida del Paese il premier Shinzo Abe che  ha trionfato ieri nelle Elezioni Politiche del suo Paese. «Come avevo promesso durante la campagna elettorale, il mio compito è di occuparmi fortemente della Corea del Nord, e per questo c’è bisogno di una diplomazia forte», parla alla Bbc il neo e confermato presidente giapponese. Il punto forte della politica estera è ovviamente la possibile guerra nucleare con Pyongyang e ‘impegno di Abe è di coinvolgere i vicini e i lontani per fermare la follia del regime nordcoreano. «L’attuale leader conservatore giapponese aveva già annunciato di voler rivedere la costituzione pacifista modificando l’articolo nove, che finora ha previsto la rinuncia alla guerra, per far meglio fronte all’instabilità regionale, tra le dispute territoriali con la Cina e le minacce della Corea del Nord», spiega SwissInfo.Ch. (agg. di Niccolò Magnani)



TRUMP, “SIAMO PRONTI A TUTTO”

Gli Stati Uniti sono pronti a tutto per quanto riguarda la crisi nordcoreana: lo ha assicurato il presidente Donald Trump in un’intervista rilasciata a Fox News. «Siamo talmente pronti che non ci crederete. Rimarreste scioccati sapendo quanto saremo pronti se sarà necessario», ha dichiarato l’inquilino della Casa Bianca, che evidentemente non è preoccupato per un eventuale scoppio della Terza guerra mondiale. Riferendosi forse proprio all’opzione militare contro la Corea del Nord, Trump ha spiegato: «Sarebbe un bene non farlo? Sì. Questo accadrà? Chissà». La situazione resta critica: Pyongyang negli ultimi mesi ha condotto una serie di esercitazioni riguardanti lanci di missili e test nucleari, in particolare di una bomba all’idrogeno, suscitando la reazione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che ha sanzionato due volte la Corea del Nord. La Russia e la Cina hanno offerto al regime di Kim Jong-un di porre una moratoria sui test, e alla Corea del Sud e agli Stati Uniti di astenersi dal condurre esercitazioni per stabilizzare la situazione, ma finora Washington ha ignorato questa iniziativa. 



NORD COREA, SVILUPPATO ANCHE IL SISTEMA INFORMATICO

Il mondo ha paura di Kim Jong-un e della Corea del Nord? Presto però potrà conoscerlo meglio, anzi studiare lì. L’Università Kim Il Sung potrebbe aprire le sue porte agli studenti stranieri. La notizia è stata riportata dal giornale filo-nordcoreano Choson Sinbo, poi ripreso da Yonhap. Gli studenti internazionali potranno laurearsi in vari corsi accademici a partire dal prossimo anno accademico. Attualmente circa cento studenti stranieri sono iscritti all’università Pyongyang, ma i loro studi principali sono limitati alla lingua coreana. Molto sta cambiando in Corea del Nord, che ha migliorato anche le sue capacità informatiche. Stando a quanto riportato dal New York Times, che cita fonti di intelligence americane e britanniche, il regime di Pyongyang dispone di oltre seimila hacker che ogni giorno provano a introdursi in sistemi informatici stranieri. Spesso i loro attacchi falliscono, ma stanno intensificando la forza d’attacco. A differenza del programma nucleare, quello informatico è rimasto nascosto, ma non va sottovalutato.