Dopo la morte del piccolo Tommy alla madre non resta che prendersi cura del figlio maggiore: Sebastiano oggi ha 20 anni e studia ingegneria meccanica. «È stato lui la mia salvezza. Quando è successo tutto mi sono fatta forza per crescerlo. Anche lui ha sofferto», ha dichiarato Paola Pellinghelli, rimasta sola nel 2014 dopo la morte del marito Paolo. Oggi si divide tra lo sportello dell’ufficio postale dove lavora da tempo, i suoi cani, la mamma da andare a trovare, il figlio Sebastiano e le iniziative da gestire con l’associazione “Tommy nel cuore” diventata oggi onlus. «Sono stati anni difficili: prima la tragedia di Tommy, le indagini inizialmente rivolte anche verso di noi, le udienze nei tribunali con gli assassini. Poi è morto mio padre, subito dopo mio marito. Ho persino dovuto affrontare anche un paio di rapine mentre ero al lavoro. Ogni tanto mi chiedo quanto di grave ho fatto per dover affrontare tanti problemi e tanto dolore», lo sfogo della mamma di Tommaso Onofri a Libero. Quando viene fatto il nome di Mario Alessi, l’assassino del figlio, e della possibilità che esca presto con un permesso premio spiega: «Quello che è capitato a noi, può succedere a chiunque finché si lasciano certi mostri in giro. Li devono tenere dentro, per evitare altro male. Una cosa è certa: loro sono stati peggio delle bestie, perché gli animali, in quel freddo mese di marzo in cui Tommy è rimasto nel bosco, hanno avuto pietà e non hanno aggredito il suo corpo lasciandolo intatto. Se chiedessero il mio perdono? Qualsiasi lettera o cartolina verrebbe rispedita al mittente. Nessun perdono». (agg. di Silvana Palazzo)



“L’ERGASTOLO VERO LO SCONTEREMO NOI”

Per la madre di Tommaso Onofri è sempre doloroso affrontare la morte di suo figlio, anche se sono passati undici anni dal giorno in cui fu rapito e ucciso. Non si dà pace Paola Pellinghelli, anche perché Mario Alessi, il muratore siciliano che aveva eseguito i lavori di ristrutturazione in casa Onofri, continua a rimpallare le responsabilità con la compagna Antonella Conserva, che sta scontando 24 anni di carcere, e l’ex pugile Salvatore Raimondi, che invece ne ha ricevuti venti di reclusione. Ora Alessi potrebbe godere di alcuni permessi premio e di un progetto per il reinserimento sociale: un’altra ferita per la donna che non può dimenticare la ferocia con cui è stato ucciso il suo bambino. «Devono pagare tutti e tre», un appello duro e toccante della mamma del piccolo Tommy. «L’assassino di mio figlio è stato condannato all’ergastolo, ma l’ergastolo vero lo sconteremo noi, perché mio figlio non mi verrà mai restituito», aveva dichiarato in una recente intervista. (agg. di Silvana Palazzo)



“MARIO ALESSI NON MERITA PERMESSI PREMIO”

Sono trascorsi 11 anni dalla morte di Tommy Onofri, il piccolo di 18 mesi rapito e ucciso a Parma. Era il 2 marzo 2016 quando il bambino di appena 18 mesi fu rapito ed ucciso dopo pochi minuti, colpito alla testa con un badile perché piangeva troppo. Solo un mese più tardi si venne a sapere qual era la verità in seguito all’arresto di Mario Alessi, muratore che aveva lavorato nella casa degli Onofri. L’uomo confessò il rapimento organizzato per chiedere il riscatto e rivelò qual era il piano diabolico messo a punto insieme ai complici, la compagna Antonella Conserva e l’amico Salvatore Raimondi. Mentre il primo è stato condannato all’ergastolo, gli altri due hanno subito una condanna a 24 e 20 anni di reclusione grazie alla scelta del rito abbreviato. Dal giorno della morte del piccolo Tommy però, la mamma Paola Pellinghelli non ha dimenticato l’immenso dolore che continua a portarsi dentro ancora oggi e che ha reso noto ai microfoni di News Mediaset. “Alessi e gli altri sono un grandissimo problema perché sono passati solo 11 anni e c’è chi comincia il reinserimento, chi chiede i permessi premio… Questa è la giustizia”, dice la donna. Le parole della mamma di Tommy Onofri sono chiare e condivisibili: Mario Alessi non merita permessi premio.



“TUTTI E TRE DEVONO PAGARE IN EGUAL MISURA”

Quale sia la verità sull’omicidio di Tommy non è mai venuta chiaramente a galla poiché Alessi e Raimondi si sono sempre rimpallate le responsabilità. “A questo punto chi è stato poco importa”, dice la donna, che aggiunge, “I delinquenti sono tre e devono pagare tutti e tre in egual misura”. Oggi la mamma di Tommy non può dimenticare l’incubo vissuto dopo l’omicidio del piccolo figlio e dopo le tante falsità di Alessi. Commossa dice: “Tommy oggi andrebbe alle scuole medie, vivrebbe i suoi primi innamoramenti. Ma Tommy tutto questo non ce l’ha”. Un dolore che si acutizza anno dopo anno per Pellinghelli, soprattutto da quando Alessi avrebbe fatto sapere di voler chiedere dei permessi premio per uscire dal carcere e lavorare di giorno. “Spero che davanti a un’eventuale richiesta del genere il giudice valuti con responsabilità tutta la storia di questo mostro”, aveva detto un anno fa la donna, in una intervista a Corriere.it, in occasione del decimo anniversario della morte del figlio.