Non c’è alcuna relazione tra i vaccini e l’autismo: la Cassazione mette la parola fine ad una vecchia questione che ha afflitto le famiglie italiane. L’ennesimo ricorso dei genitori di un bambino autistico è stato respinto, quindi non è stato riconosciuto loro l’indennizzo previsto dalla legge del 1992 sui danni da vaccinazioni. Secondo la Cassazione, non è stato dimostrato il nesso causale tra la malattia e la somministrazione del vaccino. I genitori del bambino, vaccinato con antipolio di tipo Sabm, DTP (antidifterica, antitetanica e antipertosse) e MPR (morbillo parotite e rosolia) tra il 1998 e 2003, avevano avuto ragione in primo grado dal Tribunale di Pesaro, ma la Corte di Appello di Ancona rovesciò il verdetto, affermando che non ci sono elementi decisivi che dimostrino che i vaccini provochino l’autismo. Secondo la Cassazione bisogna attenersi al principio di diritto secondo il quale «la prova a carico dell’interessato ha ad oggetto l’effettuazione della somministrazione vaccinale e il verificarsi dei danni alla salute e il nesso causale tra la prima e i secondi, da valutarsi secondo un criterio di ragionevole probabilità scientifica, mentre nel caso il nesso causale costituisce solo un’ipotesi possibile».
VACCINI E AUTISMO: LA SENTENZA DELLA CASSAZIONE
La Cassazione ha giudicato inammissibile il ricorso di una coppia di genitori, che chiedeva l’indennizzo previsto per i danni da vaccinazioni, sostenendo che queste avrebbero causato l’autismo al figlio. La Suprema Corte ha fondato la propria decisione sulle risultanze della perizia del consulente incaricato dal tribunale, in questo caso la Corte di Appello. I genitori del bambino avevano contrapposto altre argomentazioni, «desunte da diversa ed ulteriore letteratura scientifica», ma queste, «pur manifestando l’acceso dibattito che da tempo si registra sulla questione», non forniscono elementi decisivi per confutare la perizia del consulente tecnico. Secondo i giudici non ci sono prove sufficienti del fatto che il vaccino possa causare l’autismo.
I PRECEDENTI
Salvo qualche rara eccezione, le sentenze della Cassazione non hanno mai riconosciuto alcuna relazione tra i due eventi. Nel 2012 il Tribunale di Rimini aveva accertato che il vaccino MPR era in rapporto causa-effetto con l’autismo in un bambino di 15 mesi, sulla base delle perizie medico legali dalle quali risultava il nesso di causalità tra vaccino e malattia. In questi casi la legge prevede, come risarcimento, un assegno reversibile per quindici anni e un assegno una tantum per il periodo ricompreso tra il manifestarsi della patologia e il risarcimento; quest’ultimo è in misura pari, per ciascun anno, al 30% dell’indennizzo. La stessa Cassazione in seguito rivide i precedenti giudizi, invitando alla prudenza i tribunali su un argomento che del resto divide la stessa scienza medica.