In attesa che la giustizia faccia il suo corso, i genitori del povero Marco Vannini hanno ovviamente fatto delle congetture su quanto accaduto quella maledetta sera nella villetta dei Ciontoli a Ladispoli. A detta di mamma Marina, tutti, in quella casa, avrebbero mentito. Tra le varie bugie, come sostiene la donna a Giallo, anche quella secondo la quale il figlio fosse nudo nella vasca da bagno nel momento in cui ricevette il colpo di arma da fuoco. “E’ una circostanza alquanto insolita”, sostiene la donna, che sa quanto il figlio fosse restio a farsi vedere senza vestiti. “Con ogni probabilità Marco è stato portato nella vasca da bagno solo dopo l’esplosione del colpo di pistola”, ha aggiunto. A sostegno della tesi della madre ci sarebbe un dettaglio importante, ovvero il fatto che, come emerso dalle indagini, dopo il ferimento del 20enne la casa fosse stata ripulita e le tracce dell’accaduto quasi del tutto eliminate. “Se davvero si fosse trattato di un incidente, come vogliono farci credere, non comprendo perché sia stata organizzata questa messinscena”, insiste la signora Marina, che continua a chiedere giustizia per l’amato figlio. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



LA MADRE CONTRO I CIONTOLI

Alla vigilia della nuova udienza del processo sulla morte di Marco Vannino, oggi Chi l’ha visto riaccenderà i riflettori sull’emblematico caso di cronaca nera che continua a fare molto discutere ed indignare, soprattutto per il comportamento degli imputati. All’appello mancano ancora Martina Ciontoli, fidanzata della vittima, insieme ai genitori, Antonio Ciontoli – principale indiziato ed autoaccusatosi del delitto – e la moglie Maria Pezzillo. La madre del 20enne di Cerveteri continua a non darsi pace sebbene siano trascorsi oltre due anni dalla terribile sera del 17 maggio 2015, l’ultima ad aver visto il proprio figlio in vita. “Al mio adorato figlio non è stata data la possibilità di salvarsi”, dice oggi tra le pagine del settimanale Giallo. A detta Marina Conte, madre di Marco, non sarebbe stato solo un colpo di arma da fuoco ad uccidere il suo ragazzo, “ma lo scellerato comportamento delle cinque persone che oggi sono a processo per il suo omicidio”. La donna contesta il fatto che nessuno di loro avrebbe mosso un solo dito per salvargli la vita. “Lo hanno lasciato agonizzante per diverse ore prima di decidersi a chiamare un’ambulanza”, ha aggiunto la signora Marina. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



IL GIALLO AFFRONTATO DA FEDERICA SCIARELLI

Nuovi aggiornamenti sulla morte di Marco Vannini, giovane ucciso lo scorso 18 maggio 2015 a Ladispoli con un colpo di pistola quando si trovava a casa dei genitori della sua fidanzata Martina Ciontoli. L’accusato dell’omicidio è il padre di Martina, Antonio Ciontoli, e il caso verrà approfondito questa sera 25 ottobre 2017 nella nuova puntata di Chi l’ha visto?, programma condotto da Federica Sciarelli in onda su Rai Tre a partire dalle 21.15. Lunedì 23 ottobre si è tenuta l’undicesima udienza sul caso vannini, con i giudici chiamati a decretare se le cinque persone che si trovavano a casa Ciontoli la notte del 18 maggio 2015 sono responsabili della morte del ragazzo. Nel corso del dibattito processuale sono state tante le contraddizioni nelle deposizioni degli accusati, in attesa della deposizione della seconda perizia medico legale. Un caso che farà parlare nelle prossime settimane, alla ricerca del colpevole della morte del giovane ragazzo. Questa sera gli aggiornamenti a Chi l’ha visto? (Agg. Massimo Balsamo)



LA DEPOSIZIONE DEGLI FIGLIO DI ANTONIO CIONTOLI

Si riaccendono i riflettori sul caso Marco Vannini, il ragazzo di Ladispoli rimasto ucciso nella casa della fidanzata Martina per un colpo d’arma da fuoco partito dalla pistola del padre Antonio Ciontoli la notte tra il 17 ed il 18 maggio 2015. Nell’undicesima udienza del processo che dovrà stabilire la condanna o meno delle 5 persone che quella notte si trovavano a casa Ciontoli la prima a deporre è stata Viola Giorgini, fidanzata di Federico Ciontoli, cognato di Marco. Questo uno dei passaggi più interessanti riportato da terzobinario.it:”La pistola l’ho vista quando Federico è uscito dal bagno, ho avuto paura che non mi credessero durante l’interrogatorio, pensavo volessero accusarmi. Quella sera eravamo a letto, nel dormiveglia. Abbiamo sentito un rumore forte, indistinguibile. Per me Federico cercò di entrare, Antonio bloccò la porta del bagno dicendo: Marco è nudo. Io e Maria eravamo fuori, Maria non ricordo dove fosse. Poi è uscito e Federico di fretta è uscito con la pistola dicendo di doverla toglierla da lì. In quel momento spinsi la porta. Marco aveva poche forze era strano, Antonio disse che era partito un colpo con una bolla d’aria rimasta nella pistola”. Viola descrive anche la reazione della fidanzata di Marco, Martina:”Antonio disse che Marco si era ripreso e la madre disse al 118 che se ci fosse stato bisogno avrebbe richiamato. Le urla le ho sentite solo quando Marco è sceso giù. Prima erano lamenti, poi la voce si è alzata. Martina parlava con Marco, diceva “Amore, amore”, e Marco non rispondeva sempre. Non ricorso esattamente cosa dicesse Martina“.

OMICIDIO MASSIMO VANNINI, LE PAROLE DI FEDERICO CIONTOLI

Il quadro che sembra emergere dalle deposizioni delle persone presenti all’interno di casa Ciontoli la notte compresa fra il 17 e il 18 maggio 2015 è che l’unico responsabile della morte di Marco Vannini sia Antonio, il capofamiglia. Ad accertare questa versione dei fatti è anche il figlio, Federico, che pur negando la volontarietà dell’omicidio ha ribadito come sia stato Antonio Ciontoli a premere quel maledetto grilletto. Queste le sue parole – riportate da terzobinario.it – durante la deposizione in aula:”Marco lo portammo giù di peso. Non ho mai chiesto cosa fosse accaduto, (Antonio Ciontoli, ndr) disse solo che era sfuggita la pistola. Fino al 2 ottobre sapevo che aveva puntato e che gli fosse sfuggita l’arma. Mio padre ha premuto il grilletto, ma non voleva colpire“. Interessante anche il passaggio riguardante la telefonata ai soccorsi: “Io dissi a mio padre di chiamare il 118 avendo trovato il bossolo e lui alzò il braccio di Marco per vedere dove era passato. Lì ha capito della partenza del colpo. Non ho più parlato con mio padre finché non sono entrato in auto, lui piangeva e disse che a Marina e Valerio (i genitori della vittima, ndr) che Marco era caduto, non del colpo. A loro lo dissi io dopo, del colpo partito. Papà ribadì che non c’era bisogno dell’ambulanza, che Marco lo avrebbe trasportato lui. Io mi resi conto che dopo mezz’ora con le gambe alzate non migliorava ed ebbi il dubbio che il colpo fosse partito. Spinto da Viola e della situazione e chiamai il 118“.

LA MAMMA DI MARCO VANNINI

Dopo l’udienza che ha visto coinvolti Federico Ciontoli e Viola Giorgini, la mamma di Marco Vannini ha commentato l’andamento del processo che giovedì vivrà probabilmente uno dei suoi momenti più attesi, con le deposizioni degli altri imputati, tra i quali Antonio Ciontoli. Sentita da terzobinario.it, Marina Conte, ha espresso tutto il proprio disappunto rispetto alla versione dei fatti che la difesa sta cercando di promuovere:”Il caso Vannini si chiuderà con la superperizia. Le colpe vorrebbe prendersele solo Antonio, ma sono colpevoli tutti allo stesso modo. Si è sfiorato il ridicolo con le deposizioni. Insopportabile sentire cosa dicono di Marco, sarebbero più dignitosi se dicessero la verità“. Da sottolineare come la donna, durante la deposizione di Viola Giorgini, abbia preferito alzarsi dalla propria postazione e abbandonare l’aula.