La denuncia di Asia Argento, che ha ammesso di essere una delle oltre 40 donne che avrebbero subito molestie sessuali da parte di Harvey Weinstein, produttore cinematografico fondatore della Miramax, ha scoperchiato un argomento caldissimo, diffuso purtroppo ben al di là dei confini di Hollywood. Nel polverone, negli ultimi giorni, è finito addirittura Michele Placido, resosi protagonista – secondo alcune ricostruzioni – di atti osceni nei confronti della stessa Asia Argento. Tutto era nato dopo un tweet dell’attrice, che lo scorso 15 ottobre cinguettava:”#quellavoltache un regista/attore italiano tirò fuori il suo pene quando avevo 16 anni nella sue roulotte mentre parlavamo del “personaggio”. Inutile dire che immediatamente sia iniziata la ricerca nella filmografia della figlia di Dario Argento. E a cosa si è arrivati? A 16 anni, Asia, era sul set del film “Le amiche del cuore”, diretto proprio da Michele Placido, che nella pellicola interpretava anche il ruolo del padre che abusava della figlia, interpretata dalla Argento.
MICHELE PLACIDO, LA FUGA DALLE IENE
Dinanzi ad un collegamento tanto clamoroso, Le Iene Show hanno voluto vederci chiaro e hanno inviato Nadia Toffa a parlare con Michele Placido. Missione fallita, se è vero che il regista, evidentemente disturbato dalle telecamere, si è trincerato dietro un’unica frase:”Scusa, stiamo facendo teatro qua“. Nemmeno le insistenze della Toffa hanno convinto Placido a parlare:”Siamo venuti in modo molto tranquillo, solo per farle dire il suo pensiero”. Dopo la messa in onda della trasmissione e le voci che hanno coinvolto il nome di Michele Placido, Asia Argento si è sentita in dovere di fornire alcune precisazioni. Come riportato da giornalettismo.com, l’attrice ha dichiarato:”Non ho detto che era un regista con cui stavo lavorando. Preciso che non ho in alcun modo fatto il nome dell’autore del gesto, né tantomeno ho indicato elementi per identificarlo. Pertanto chiunque pretenda di conoscerlo, scrivendo qui o altrove il presunto nome, se ne assume per intero e personalmente la responsabilità“.
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