La notizia è stata data dal Messaggero e per ora non ha ricevuto alcuna smentita o conferma da parte del Vaticano: Papa Francesco avrebbe rifiutato la designazione già fatta del nuovo ambasciatore del Libano per un motivo molto semplice, perché sarebbe massone e appartenente ad una loggia di potere. Tutto è stato ricostruito dopo la visita del Presidente libanese Hariri a Roma e in Vaticano nei giorni scorsi: dopo il colloquio con il Pontefice si è sentito ripetere da Bergoglio che il nome scelto dal presidente del Libano per divenire il nuovo ambasciatore, Johnny Ibrahim, è stato rispedito al mittente per incompatibilità con la figura designata.  Il motivo del diniego si trovava racchiuso nell’appartenenza del diplomatico ad una loggia massonica: addirittura l’ambasciatore, oggi attuale console generale del Libano in America a Los Angeles, aveva da mesi festeggiato la nuova nomina con diversi prelati cattolici americani, ma probabilmente – sempre secondo il Messaggero – non aveva fatto i conti con il capo della Chiesa Universale. «Si racconta che il presidente Hariri di fronte alla richiesta vaticana sia rimasto un po’ spiazzato anche se ha subito assicurato che avrebbe individuato una soluzione alternativa», spiega la fonte di Franca Giansoldati, cronista del Messaggero. La questione delle nomine vaticane torna prepotentemente di scena dopo che quattro anni fa il membro scelto dalla diplomazia francese per rappresentare Hollande in Vaticano era stato inviso e scartato perché dichiaratamente omosessuale; ora però la questione della massoneria, sulla quale la Chiesa è da sempre assai sensibile (a ragione) e con una soglia di attenzione assai alta. Ad un giornale francofono di Beirut, L’Orient Le Jour, Hariri ha usato parole tranquillizzanti sul fatto che avrebbe risolto il problema in tempi rapidi: da fonti vicine all’Ansa pare che il diretto interessato, seppur non abbia negato di essere stato un massone, ha anche spiegato di non averne fatto pienamente parte e di esserne solo “legato”.

L’INCONCILIABILITÀ TRA LA FEDE E LA MASSONERIA

La massonerie e la tante logge massoniche-occulte che dall’alba dei tempi provano ad occupare i centri di potere mondiali non hanno mai visto di buon grado la Chiesa Cattolica in quanto il messaggio di libertà e ricerca della verità promulgato dal Cristo e dai suoi testimoni sulla Terra (proprio i Papi) non va per niente in “accordo” con la tentazione del potere e la seduzione del denaro come unica ragione di vita professata dalle varie frange massoniche. Nel documento promulgato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede il 26 novembre 1983 dal titolo “Inconciliabilità tra Fede Cristiana e Massoneria” è la stessa Chiesa a spiegare i motivi precisi dell’impossibilità di poter trovare un contatto tra di esse. Eccone qualche estratto (qui invece il documento integrale ufficiale offerto dal Vaticano): «Da quando la Chiesa ha iniziato a pronunciarsi nei riguardi della massoneria il suo giudizio negativo è stato ispirato da molteplici ragioni, pratiche e dottrinali. Essa non ha giudicato la massoneria responsabile soltanto di attività sovversiva nei suoi confronti, ma fin dai primi documenti pontifici in materia e in particolare nella Enciclica «Humanum Genus» di Leone XIII (20 aprile 1884), il Magistero della Chiesa ha denunciato nella Massoneria idee filosofiche e concezioni morali opposte alla dottrina cattolica. Per Leone XIII esse si riconducevano essenzialmente a un naturalismo razionalista, ispiratore dei suoi piani e delle sue attività contro la Chiesa. Nella sua Lettera al Popolo Italiano «Custodi» (8 dicembre 1892) egli scriveva: «Ricordiamoci che il cristianesimo e la massoneria sono essenzialmente inconciliabili, così che iscriversi all’una significa separarsi dall’altra». E ancora, con maggior forza, «La rigida disciplina dell’arcano che vi domina rafforza ulteriormente il peso dell’interazione di segni e di idee. Questo clima di segretezza comporta, oltre tutto, per gli iscritti il rischio di divenire strumento di strategie ad essi ignote. Anche se si afferma che il relativismo non viene assunto come dogma, tuttavia si propone di fatto una concezione simbolica relativistica, e pertanto il valore relativizzante di una tale comunità morale-rituale lungi dal poter essere eliminato, risulta al contrario determinante». Un rapporto incompatibile, con la fede radicata nell’amore di Dio e il potere radicato nella passiona per il denaro e il prestigio o il successo: la Chiesa nella sua immagine più radicata, semplcie e comabttiva non accetta il potere massonico e le sue tante, e misteriose, lunghe braccia…