I fatti del G8 di Genova del 2001 continuano a far discutere. E’ di oggi la notizia secondo cui l’Italia sarebbe stata stangata dalla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo e, più precisamente, la caserma di polizia di Bolzaneto. Strasburgo ha decretato che le azioni svolte dalla polizia italiana in quel terribile G8 furono tortura e che l’Italia stessa non è stata in grado di compiere delle indagini adeguate al contesto. Una bella stangata, quella per il nostro Paese, dato che tutti quelli che hanno deciso di ricorrere in diritto dovranno essere risarciti con cifre che vanno da un minimo di 15.000,00 a un massimo di 85.000,00. Le persone che furono aggredite dalla polizia di Bolzaneto subirono tutta una serie di violenze e di abusi psicologici che adesso dovranno essere risarciti. La Corte di Cassazione ha dichiarato che, in quei giorni, ‘cera stata una sospensione dello stato di diritto’, un’accusa gravissima che penalizza l’Italia e che ci fa fare una figuraccia a livello internazionale. Questa, comunque, è solo l’ultima di tutta una serie di precedenti sentenze, sempre di condanna.
LE PRECEDENTI SENTENZE
Quella odierna non è stata la prima sentenza sfavorevole al’Italia e alla caserma di Bolzaneto. La più recente sentenza risale al 22 giugno 2017, quando l’Italia era stata condannata perché i poliziotti avevano torturato i manifestanti e in Italia non esisteva ancora una legge contro la tortura; per questo motivo, oltre alla già menzionata caserma di Bolzaneto, è stata sanzionata anche l’Italia. La legge sul reato di tortura è stata poi approvata tardivamente dal nostro Paese, quando oramai l’Italia aveva patteggiato. Nello specifico, ci siamo impegnati a impartire alle nostre forze dell’ordine dei corsi obbligatori sui diritti umani, focalizzandosi in particolar modo sul rispetto dei medesimi. Ancora prima, l’Italia era stata condannata con un’altra sentenza, datata 7 aprile 2015, per i fatti avvenuti alla scuola Diaz. Persone che erano uscite dagli scontri con fratture multiple lungo tutto il corpo sono state adesso risarcite, anche in virtù di questa sentenza che giudica quei fatti dei veri e propri atti di tortura. Dei fatti spiacevoli che hanno ricevuto, ad oggi, la giusta punizione.