Buone notizie per le donne affette da sclerosi multipla: anche loro possono coltivare il sogno della maternità, malgrado la malattia. Un desiderio finora rimasto irrealizzabile poiché sino agli anni ’90 era lo stesso neurologo che aveva in cura le sue pazienti a sconsigliare loro la maternità, pensando che proprio la gravidanza potesse avere degli impatti negativi sul decorso della malattia. Ora però, a ridare maggiore speranza sarebbe un farmaco, come illustrato nel corso Simposio promosso da Teva, azienda che si occupa della commercializzazione di farmaci equivalenti, nell’ambito del XLVIII Congresso Società Italiana di Neurologia che si è svolto nelle passate settimane a Napoli. Il farmaco in questione sarebbe il Copaxone, un immunomodulatore usato nella terapia della sclerosi multipla e sul mercato già da un ventennio. Durante gli interventi, molto interessante è stato quello che ha visto protagonista Maria Pia Amato, ordinario del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università degli Studi di Firenze, la quale ha concentrato l’attenzione proprio sul binomio esistente tra la sclerosi ed il desiderio di maternità. A tal proposito ha posto l’accento sulla mancanza di informazioni circa la sicurezza dei farmaci per la sclerosi in gravidanza. “L’unica modificazione a partire dal 2016 è stata una determinazione delle attività regolatorie che hanno rimosso la controindicazione per la gravidanza per il glatiramer acetato (Copaxone)”, ha però spiegato, ridando così speranza alle tante donne malate.



PROGETTO PRIMUS IN SOSTEGNO DELLE PAZIENTI CHE VOGLIONO DIVENTARE MADRI

Grazie alla molecola contenuta in questo farmaco, dunque, le donne che desiderano diventare madri potranno farlo indipendentemente dalla malattia. Sulla base di queste confortanti notizie è venuto alla luce il progetto Primus, che riunisce non solo neurologi ma anche psicologi e ginecologi in grado di fare chiarezza alle problematiche relative alla gravidanza in donne affette da sclerosi multipla. A ribadire la presenza di un farmaco che ridarebbe nuove speranze alle pazienti che vogliono avere un bambino, è stato anche il professor Francesco Patti, neurologo Responsabile del Centro di Sclerosi Multipla del Policlinico di Catania, che parlando del Copaxone lo ha definito “uno dei pochi farmaci, se non l’unico al momento, che può essere somministrato in corso di gravidanza a pazienti affette da sclerosi multipla”. Dunque, a detta dell’esperto, occorre valutare l’adozione di tale farmaco rispetto ad un altro più aggressivo come mantenimento in modo da evitare lo sviluppo di possibili neoplasie che potrebbero invece insorgere “passando da un immunomodulante verso un immunosoppressore poi verso un altro immunosoppressore”.

Leggi anche

Pierina Paganelli/ Manuela Bianchi: “Non amo più Louis, mia suocera non la prego ma mi manca”Liliana Resinovich, il giallo dello scooter nero/ Avvistato più volte vicino alla donna: chi lo guidava?