Il timore di una Terza Guerra Mondiale è pressante, diplomazia al lavoro per trovare un compromesso tra Corea del Nord e Stati Uniti d’America, con rispettivi alleati. In particolare, la Cina si è detta preoccupata del spiegamento del Terminal High Altitude Area Defense (THAAD) in Corea del Sud. Seoul ha deciso di installare ulteriori sistemi antimissile dell’esercito statunitense per colpire missili balistici a medio e corto raggio, Pechino, come la Russia, ha preoccupazioni circa la sicurezza internazionale. La Cina è al lavoro per risolvere la querelle prima del meeting di novembre tra i capi dei vari paesi, come riporta la stampa sudcoreana. Ricordiamo che nel luglio 2016 Washington e Seoul hanno accettato di adottare il sistema THAAD nello Seongju, a causa delle crescenti tensioni con la Corea del Nord. Una situazione che potrebbe evolversi nei prossimi giorni. (Agg. Massimo Balsamo)
SCONTRO USA-RUSSIA
Purtroppo la terza guerra mondiale è sempre più a pezzi, con Papa Francesco che da anni va sostenendolo e solo in questi tempi iniziano (forse) ad aprire gli occhi le varie nazioni mondiali: la Corea del Nord e il Medio Oriente, ma anche l’invariata situazione gravissima in Ucraina che, nonostante i riflettori spenti dai media mondiali, continua a mietere vittime nello scontro con la Russia di Putin. E salta di nuovo qualcosa proprio sulla crisi del Donbass, almeno è quanto si scopre nelle ultime notizie che filtrano da Ria Novosti: dopo le parole dell’inviato speciale del Dipartimento di Stato Usa Kurt Volker sulla missione di pace in Donbass, la Russia non ha assolutamente gradito: «Se il senso delle affermazioni di Volker si trasmette correttamente, è ovvio che si tratta di un tentativo di annullare gli accordi di Minsk o di forzare la Russia a imporre un veto alla corrispondente risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite», ha spiegato il presidente della commissione Esteri della camera alta del Parlamento russo Konstantin Kosachev. Gli accordi di Minsk – attivi dal 2014 dove venne posta la fine “ufficiale” degli scontri tra Russia e Ucraina – sono a rischio secondo il Cremlino. Purtroppo la guerra fredda rinata tra Mosca e Washington è tutt’altro che un’esagerazione o una forzatura…
PORTAEREI USA NEL PACIFICO
Si continua a parlare di Terza Guerra Mondiale dopo le dichiarazioni del segretario alla Difesa Usa, James Mattis, che ha messo in guardia il regime nordcoreano dallo stuzzicare la potenza di fuoco a stelle e strisce. Quel che è certo è che gli Stati Uniti si stanno disponendo ad ogni scenario, come dimostra il recente dispiegamento nell’Oceano Pacifico di 3 portaerei. Una prova di forza? Uno sfoggio di muscoli volto ad intimidire Pyongyang? Forse, ma il generale Kenneth McKenzie, direttore del Comando di stato maggiore statunitense, ha chiarito che questo tipo di manovra “non si organizza in una notte”. Un segnale evidente che il Pentagono pensa da tempo ad una strategia militare che avrà di certo un “effetto tranquillizzante significativo” nei confronti degli alleati della regione. Le portaerei americane arrivate nel Pacifico sono la Uss Nimitz, la Uss Reagan e la Uss Theodore Roosevelt. La portavoce del Pentagono, Dana White, ha spiegato:”La manovra non è rivolta contro una minaccia in particolare, ma è una dimostrazione del fatto che possiamo fare qualcosa che nessuno oltre a noi può fare”. (agg. di Dario D’Angelo)
LA MINACCIA NORDCOREANA
Gli Stati Uniti vogliono scongiurare la Terza guerra mondiale, per questo auspicano la completa denuclearizzazione della Corea del Nord. Alle dichiarazioni di James Mattis, il Segretario della Difesa americano, ha risposto il Rodong Sinmun con un editoriale che irride la politica Usa e minaccia la più dura reazione del regime di Kim Jong-un. «Gli Stati Uniti sembrano considerare le sanzioni e la pressione militare come l’ultima carta della sua politica ostile nei nostri confronti, ma la stiamo contrastando con la strategia rivoluzionaria dello sviluppo simultaneo della costruzione economica e della costruzione di forze nucleari», scrive il quotidiano nordcoreano. Per la Corea del Nord, come riporta agcnews, l’unica risposta possibile alla crescente minaccia di aggressione, sanzioni e pressioni «è quella più dura». Quindi vengono lanciate nuove minacce: «Gli Stati Uniti si troveranno ad affrontare l’amara vergogna e la distruzione più grave se dovessero persistere nella loro politica ostile nei confronti della Rpdc». (agg. di Silvana Palazzo)
MATTIS A COREA DEL NORD: “RISPONDEREMO ALL’ATOMICA”
Il Segretario della Difesa Usa, James Mattis, avverte la Corea del Nord e chiarisce che l’America è pronta a tutto, anche allo scoppio di una Terza Guerra Mondiale. Si può sintetizzare in questo modo il significato delle parole pronunciate dall’esponente dell’amministrazione Trump in visita a Seul, che ha messo in guardia il dittatore di Pyongyang, Kim Jong-un:”Non si sbaglino: qualsiasi attacco contro gli Stati Uniti o contro i nostri alleati andrà sconfitto. Qualsiasi utilizzo di un’arma nucleare da parte del Nord riceverà una risposta militare massiccia, efficace e travolgente”. Parole forti, pronunciate poi non da un Donald Trump “qualunque”, uno che in questi mesi alla Casa Bianca ha dimostrato di avere una scarsa conoscenza dell’arte diplomatica e dei rischi che frasi azzardate possono provocare (ricordate “Rocket Man”?), ma da un ex generale della Marina stimatissimo negli ambienti del Pentagono. Al netto di quel soprannome di “mad dog”, “cane pazzo”, che sembra un memento per tutti gli avversari Usa: non si scherza, per farla breve. (agg. di Dario D’Angelo)
MANO TESA A PUTIN DALLA NATO
Il tono era del tipo “lo dovete fare”, ma resta curiosa la richiesta posta dalla Nato verso la Russia, alla vigilia di una pericolosissima possibile terza guerra mondiale: le parole rilasciate ieri dal segretario della Nato, Jens Stoltenberg, vanno proprio in questa direzione. Una richiesta vista dall’Europa come sia una “mano tesa” dal’Occidente alla Russia e dall’altro come uno sprone a Putin per impegnarsi maggiormente a bloccare sul nascere la crisi con la Corea del Nord. «La Russia ha naturalmente un ruolo da svolgere quando si tratta di esercitare pressioni sulla Corea del Nord, è un membro del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, è un vicino della Corea del Nord e quindi ha anche un ruolo da svolgere per assicurarsi, ad esempio, che tutte le sanzioni siano pienamente attuate». La diplomazia americana del resto ancora ieri ha fatto sapere in Sud Corea, con il segretario alla Difesa Jim Mattis, non intende arrivare allo scontro, bensì riuscire a bloccare sul nascere le mire “esplosive” di Pyongyang: «gli USA non vogliono la guerra, ma la completa denuclearizzazione della Corea del Nord». Non sono veri e propri segnali distensivi ma sono certo tentativi, fuori dallo scontro Trump-Kim, di preparare un cordone diplomatico internazionale che possa fare da “cuscino” ad una eventuale escalaton improvvisa all’interno del Pacifico.
NYP, “ARMI CHIMICHE E BIOLOGICHE IN COREA DEL NORD”
Una terza guerra mondiale, nucleare e batteriologica: secondo le ultime inchieste del New York Post, a Pyongyang starebbero preparando armi biologiche, chimiche e con pericolosissimi virus che potrebbero essere lanciati contro Usa, Giappone e Sud Corea da un momento all’altro assieme ai missili lanciati. L’orrore di scenario è consegnato dalla stampa Usa al pubblico, citando uno studio del Belfer Center for Science and International Affairs dell’Harvard Kennedy School: in pratica, la produzione di armi biologiche starebbe in produzione nei campi agricoli e laboratori di Nord Corea. «E’ probabile che il vaiolo sia gia’ usato come arma. I soldati nordcoreani sono vaccinati contro il vaiolo, cosi’ come lo sono i militari americani in Corea del Sud’», si legge nel apporto, secondo il quale l’antrace e’ un altro degli agenti che Pyongyang potrebbe usare. «Se usate in larga scala queste armi possono non solo causare la morte di decine di migliaia di persone, ma anche creare panico paralizzando intere comunità».